di DON MICHELE ROMANO - Nel 14° capitolo, del Vangelo secondo Luca, nei vv 7-11, il discorso, Gesù l'ha rivolto, primariamente, agli "invitati" di questo pranzo; Ora, invece, nella pericope del Vangelo odierna (Lc 14, 12-14), lo rivolge proprio al capo dei farisei, che l'ha invitato. Come ai primi, aveva detto di "scegliere l'ultimo posto", a costui, invece, dice di "invitare (a pranzo!), gli ultimi". La spiegazione di questo grande insegnamento, ci è data nei versetti seguenti (vv 15-24), proprio perché questo, è l'agire di Dio! L'inaspettata esortazione, rivolta da Gesù al capo di casa, è indubbiamente, una parola fortemente provocatoria, che va ad urtare non solo il comportamento farisaico e legalistico, ma le nostre stesse abitudini, che caratterizzano, ahimè, anche le nostre scelte sociali e comportamentali. Apertamente, Gesù, si leva contro le caste privilegiate e i circoli chiusi dei benpensanti che, mai, si sognerebbero di invitare la moltitudine di: indigenti, malati, poveri, bisognosi, che a Lui stanno particolarmente a cuore, tant'è che ne pèrora la causa, anche durante questo pranzo solenne, in una casa di ricchi. Per noi tutti, è una grande lezione di vita: dobbiamo imparare la gratuità e l'umanità di Gesù, che ci chiede di privilegiare gli "ultimi": poveri storpi, ciechi e zoppi - v 13 (le quattro categorie di "poveri", stigmatizzate nei Vangeli"), che non hanno da ricambiarci, perché, ci dice Gesù: "Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano..."! Amate i vostri nemici..., date vi sarà dato!" (Lc 6, 32-35). Anche l'Apostolo Paolo, rimprovera I cristiani di Corinto, perché nella cena del Signore, non aspettano i poveri (che arrivano tardi, a causa del lavoro o della loro condizione di schiavi). Così facendo disprezzano la Chiesa di Dio" (1Cor 11, 17-34). Anche San Giacomo, ci ricorda che: "Dio non ha forse scelto poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del regno?" (Gc 2, 5). C'è da sorridere, se valutiamo, poi, i nostri modelli comportamentali. Pensando, ad esempio, alla stesura di una lista di "Invitati", ad un banchetto di nozze, pensiamo sempre e solo ad invitare: persone ragguardevoli, ricchi influenti, dai quali, poi, ordinariamente, ci si attende un contraccambio. Un simile invito, rientra solo nella sfera delle speculazioni, e degli interessi personali ed egoistici. Il nostro amore di Cristiani, non può e non deve fondarsi sul desiderio di essere ricambiati, perché, il bene fatto per ricevere un contraccambio, qui in terra, non avrà poi nessuna ricompensa in cielo! L'amore, pertanto: o è gratuito, o non è amore! I poveri non potranno mai ricambiare l'invito; da loro non possiamo aspettarci nulla: né onori, né avanzamenti di grado. Questa, tuttavia, è l'essenza della Carità Cristiana: "Tutto quello che avete fatto” ("o non avete fatto") a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto (o non l'avete fatto) a me" (Mt 25, 40.45). Ma c'è di più: per chi comprende e vive, questa che è l'essenza della Carità cristiana! Gesù promette una strana, ma vera "Beatitudine": "Sarai beato perché non hanno da ricambiarti" (v 14a). L'amore gratuito, che dà il primo posto al povero, ci rende "figli del Padre celeste", che privilegia i figli più bisognosi, e "fratelli privilegiati" di Gesù, che si è fatto "l'ultimo di tutti". La ricompensa più grande, che ci è stata promessa da Gesù, non consiste nel ricevere "qualcosa", ma è vivere la pienezza di comunione con Dio, nel suo Regno: "Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti" (v 14b). Certi di questo "contraccambio" da parte di Dio, alla nostra generosità verso gli "ultimi", auguro a tutti di cuore, di trascorrere una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 04/11/2024
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