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Mandatoriccio (Cosenza) - "Figlio di Davide, abbi pietà di me"!


di DON MICHELE ROMANO - In questa XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B), il Vangelo  (Mc 10, 46-52), ci mostra Gesù al termine del suo cammino, che da Gerico lo porterà a Gerusalemme. Lungo la strada, nonostante il vocìo di una folla numerosa che lo segue, Lui riesce a sentire il "grido" di un povero cieco, Bartimèo, che "sedeva lungo la strada a mendicare" (v 46b). L'invocazione "Figlio di Davide abbi pietà di me" (vv 47b.48b), che il cieco ripete per ben due volte, è segno della sua fede in Gesù Messia, e questo, già cancella in lui la "cecità interiore". Per quella "fisica", anche se "molti lo sgridavano per farlo tacere" (v 48a), lui continua a gridare più forte perché, chi è davvero nel bisogno, non prova vergogna, fino a che Gesù non dice: "Chiamatelo" (v 49a), polarizzando così il suo sguardo misericordioso su di lui. Appena Bartimèo si sente chiamato, dice così esattamente il Vangelo: "Egli gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù" (v 50). "Gettare il mantello", nella cultura del tempo, equivaleva a rigettare ogni sicurezza, perché il mantello per un povero allora era tutto: vestito, coperta, dignità. "Balzò in piedi", in greco "eghèiro", sinonimo del verbo "risorgere". Allora Gesù gli disse: "Cosa vuoi che io faccia per te?" Gli rispose: "Rabbunì" ("Maestro mio"), che io veda di nuovo" (v 51). Gesù raccoglie in quel "grido" disperato, il filo della fede semplice e spontanea: "Và, la tua fede ti ha salvato" (v 52 a). Gesù, gli dà più della vista, perché quell'essere "salvato" è molto più dell'essere "guarito", perché il dono della Fede, è più grande di quello della vista. Così il cieco, non solo riacquistò la vista, ma "prese a seguirlo lungo la strada" (v 52b). All'illuminazione, ora segue la sequela. Quella era la strada che conduceva Gesù a Gerusalemme, dove avrebbe vissuto la sua Passione. Bartimèo, ormai, è un nuovo discepolo di Gesù, che lo seguirà fino in fondo, fino alla Croce, senza più paura! Questo povero cieco, miracolato da Gesù, diventa per noi un'icona, un esempio di vita da imitare! Quanta "oscurità" c'è dentro di noi, quanta "cecità", anche fra i tanti cristiani, che la domenica, magari, vanno pure a Messa, per sentire l'annuncio di Cristo, ma poi tuttavia, restano  indifferenti ed incapaci, di gridare: "Gesù, Maestro mio, abbi pietà di me". E meno male che ad ogni inizio di Santa Messa, la Chiesa, nell'Atto Penitenziale, ci fa cantare: "Kyrie eleison"- "Signore abbi pietà di me"; questo ci dice che forse veniamo in Chiesa, senza più avvertire il bisogno di Dio. Ormai, per noi, il Cristianesimo, è talmente diventato obsolèto (ripetizione sempre delle stesse cose...!), che non ne cogliamo più la novità e la forza salvifica. La nostra povertà, la nostra "cecità interiore", attende forse una parola di salvezza, per rialzarci dai bordi della "strada" e riconoscere quella luce di speranza, che ci darà la forza di buttare via, anche le sicurezze dei nostri "Mantelli", e seguire Gesù sulla strada della Croce, preludio della sua e nostra Risurrezione. Auguro di cuore a tutti, di trascorrere una luminosa e Santa Domenica.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 27/10/2024

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