di DON MICHELE ROMANO - Il brano del Vangelo di oggi (Lc 12, 54-59), ci insegna che saper riconoscere i "segni dei tempi" è, per noi cristiani, una prova di grande Fede! Come da certi "segni", esempio: "Una nuvola che sale la Ponente...; Il soffio dello Scirocco", ecc. (vv 54-55), sappiamo prevedere che tempo farà, così occorre attenzione e sincera disponibilità, a discernere i "segni di Dio" (Il suo "linguaggio"), e a convertirsi, prima di arrivare davanti al suo Giudizio, che sappiamo, non ammette nè tempi supplementari, o di ripensamento: "Non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo" (v 59). I contemporanei di Gesù, han perso un'occasione unica nella Storia dell'umanità: non seppero riconoscere in Lui, il Figlio di Dio": non compresero, cioè, il tempo e l'ora della Salvezza. Dio non voglia, che capiti anche a noi, oggi, di "non saper leggere ed interpretare i segni dei tempi", ci esorta il Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes n. 4). A noi, invece, il compito di "decodificarli" per la nostra vita, alla luce del Vangelo; "Perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto" (v 57). Dio "parla" ad ogni uomo: -attraverso la voce della sua coscienza - attraverso la voce dei suoi inviati - e soprattutto attraverso gli sviluppi e gli eventi della storia! Gesù ci esorta ad essere più attenti e perspicaci, perché le parole possono ingannare, i fatti meno! La "teologia dei segni" dei tempi, trova il suo inizio, in questa breve affermazione di Gesù: "Ipocriti, sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo von sapete valutarlo?" (v 56); ma dopo tanti secoli, è ancora troppo poco compresa e vissuta. Le liti e le vertenze giudiziarie, fanno parte, si sa, della storia dell'uomo, e quindi anche del cristiano! Litigare, tuttavia, non va bene per un'autentico comportamentodi discepoli di Cristo. Il Vangelo, certo, non pretende che il cristiano rinunci ai suoi diritti, ma suggerisce un modo pratico e ragionevole, per farli valere: "tentando un accordo tra le parti" (v 58b). Tante volte basta un po' di buona volontà, perché tante rivendicazioni, nascono dal puntiglio e dall'orgoglio. Solo rinunciando alla propria permalosità ed arroganza, da ambo le parti: in tal modo si può risolvere qualunque vertenza! il ricorso al giudice, non sempre è garanzia per una giusta soluzione. Spesso i verdetti, sono emessi, non secondo verità o diritto, ma in base alla capacità dialettica degli avvocati, a possibili manipolazioni della Legge, e ai cavilli per aggirarla o capovolgerla. Sfiducia, quasi abituale, che ritroviamo nella predicazione dei Profeti dell'Antico Testamento: Am 5, 10-15; Mi 3,14; Is 1, 26); Sof 3, 3; ecc.!
La sentenza assolutoria, o la condanna, quindi, non scaturiscono spesso dall'innocenza o dalla colpevolezza, ma dalla fortuna o dalla sfortuna, di aver avuto un difensore più o meno abile! La finale, poi, è davvero pessimistica: davanti a Dio, siamo tutti colpevoli e peccatori, per cui, approfittiamo di questo "tempo del merito" ( la Vita) sulla terra, che precede l'inflessibile procedura del giudizio, con l'esercizio della Penitenza, della Conversione, e della Riconciliazione con il fratello, prima che sia troppo tardi! Auguro a tutti di cuore, di trascorrere una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 25/10/2024
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