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Mandatoriccio (Cosenza) - Arricchirci? Si! Ma davanti a Dio!


di DON MICHELE ROMANO - Il brano odierno del Vangelo (Lc 12, 13-2), contiene parole sferzanti contro coloro che, accecati dalla ricchezza umana, non fanno esperienza della Carità di Dio, "vera ricchezza" per ogni uomo! Solo da un cuore convertito, distaccato dalle ricchezze materiali (inconsistenti e deludenti!), scaturirà il comportamento concreto, nella giustizia e nella carità. Noi su questa terra, lo sappiamo bene, siamo tutti di "passaggio", pellegrini verso l'Eternità: non possiamo sprecare la nostra vita, solo ad accumulare beni e tesori materiali, senza mai fare tra l'altro, del bene ai nostri fratelli più bisognosi! Tanto, tranquilli: Non ci porteremo niente da mondo, se non la nostra capacità di aver amato. Paradossalmente, allora, dovremmo dire: "Poveri ricchi", ancora ignari di tanta Verità. La ricchezza del resto, si sa, non rende felici, occorre considerare con sapienza, i beni di questa terra, sempre come un mezzo, uno strumento necessario alla vita quotidiana, ma non il fine, che deve essere sempre e solo Dio. Perciò, bisogna guardarsi dalla cupidigia, dalla smania di possedere sempre di più. La nostra vita è nelle mani di Dio, e per quanto ci possiamo dare da fare, non potremo mai allungare, ma neppure di un'ora, la nostra vita: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?" (v 20). Una cosa è certa: Noi siamo destinati a divenire "cittadini del cielo", e allora ecco che bisogna preoccuparsi di arricchire piuttosto presso Dio: "Così è di chi accumula tesori per sé e non arricchisce presso Dio" (v 21). La missione di Gesù, non è quella di risolvere, quale mediatore, i problemi "effimeri" di questa terra: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità" (v 13). Sciauguratamente, la voglia di possedere sempre di più, spesso inquina anche le relazioni parentali più strette, e quante persone e famiglie, oggi, vivono il dramma di insanabili inimicizie, a causa del "denaro" ("sterco del diavolo" lo chiamerà san Basilio Magno!), vivendo nell'egoismo e  nell'isolamento. Le ricchezze che possediamo, materiali o spirituali, o ci servono per acquistare "meriti", aiutando gli altri, praticando la vera carità, o diversamente ci porteranno alla perdizione. Costruire la vita, sulla sola fiducia nei beni materiali, è pura stoltezza, e per dirla con le parole di Qoèlet: "È pura vanità, totale inaffidabilità...!" (Qo 5, 9 - 6, 8). Il termine "Vanità", in ebraico "Hèbel", vuol dire: "soffio", "nube di rugiada che sale al mattino da un fiume a fondovalle, e che svanisce allo spuntare del primo raggio di sole"), è un termine che ricorre 36 volte nella Bibbia, di cui 23 proprio nel libro di Qoèlet, divenendone così, un suo "leit-motiv" (ovvero, ritornello costante). Il termine "Hèbel", rappresenta per Qoèlet, tutta la vita: anche il benessere è Hèbel, perché tutto può svanire in un solo istante, insieme con la nostra vita: Sei Hèbel, se ti fidi degli uomini e dei tuoi cari; Sei Hèbel, se ti fidi dei soli beni materiali; Tutto può essere Hèbel, se poniamo la nostra fiducia nelle persone o nelle cose sbagliate, invece di riporla nell'unica Persona che conta, e che mai "passa": *Dio*! Tuttavia, va anche precisato che, desiderare i beni occorrenti ad una vita sicura e dignitosa, ad un futuro sereno per sé ed i propri cari, è senz'altro legittimo, non c'è pagina della Bibbia che lo biasimi. Altro però, è considerare i beni materiali, come il "bene supremo", cui tutto subordinare, calpestando talvolta, giustizia, verità, e misericordia, compresi, persino, gli affetti familiari! Purtroppo, la bramosia della ricchezza, è una "mala bestia", che attanaglia tutti, e che talora diventa ossessione! È quanto Gesù racconta, nella breve parabola di oggi: del ricco fortunato e gaudente (vv 17-20). Con questo esempio, il Signore ci invita, prima di ogni considerazione dettata dalla fede, ad usare l'intelligenza: vale la pena abbattersi tanto, quando non si è sicuri neppure di arrivare a sera? Allora siamo davvero "stolti", cioè poveri di intelligenza e sapienza, quando ci lasciamo abbindolare dal vortice dei beni materiali, senza preoccuparci di ciò che li trascende: il bene compiuto e la fede in Cristo, nostra unica salvezza! Auguro a tutti di cuore, una serena e santa giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 21/10/2024

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