di DON MICHELE ROMANO - Nel brano odierno del Vangelo (Lc 10, 17-24), vediamo che i 72 discepoli tornano dalla loro Missione e, carichi di euforia, esclamano: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome" (v 17). Anche Gesù, gioisce per i suoi compagni: "Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore" (v 18).
E questo vale anche per ciascuno di noi, quando avremo compreso, di essere chiamati a renderGli testimonianza, pur nella semplicità della nostra vita, mettendo, cioè, i nostri talenti, a servizio del Regno, perché ciascuno di noi costituisce la grande gioia di Dio. Il Signore vede che la sua Parola comincia a smuovere i cuori, è fiero di ciascuno di noi, perché sa che, attraverso la povertà delle nostre parole e con l'efficacia dello Spirito Santo, tutto si trasforma in "Annuncio!"
È in tale modo che sta nascendo la Chiesa, la Comunità di coloro che trasformati dalla Parola di Dio, vivono momenti di comunione e di speranza, in cui i "serpenti" della divisione, e gli "scorpioni" dell'egoismo, vengono sconfitti dalla nuova "Fraternità!"
Ma la gioia più grande, tuttavia, deriva dal fatto di scoprire di essere, da sempre, conosciuti ed amati da Dio: "Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli" (v20b). Quante volte, nella vita, sperimentiamo di essere "dimenticati" e "non amati", ma sapere che ognuno di noi è prezioso agli occhi di Dio, e che il nostro nome è scritto sul palmo della sua mano, e nel suo stesso cuore, bèh, questa è la notizia più bella e consolante di tutta la Sacra Scrittura. Questo diventa, allora, il vero motivo per cui gioire: Pensare, che il giorno del nostro Battesimo, il Sacerdote, la prima domanda che rivolge ai Genitori è: "Che nome date al vostro bambino?" Che bello sapere, che da quel giorno, facciamo parte dell'elenco in Cielo, l'elenco che caratterizza la "Famiglia di Dio". Per questo San Paolo, dirà: "Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei Santi e familiari di Dio" (Ef 2, 19). Gesù, ancora commosso per quanto quel giorno è accaduto, alza gli occhi al cielo e ringrazia il Padre che, come sempre, si rivela agli ultimi e ai semplici: "Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli" (v 21a). Questo segreto d'amore di Dio, costituisce la nostra vera familiarità, racchiude tutta la nostra gioia e la nostra futura beatitudine di discepoli. La raccomandazione finale, rivolta da Gesù ai discepoli: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete..." (v 23), ci rimanda allo sguardo del vero credente, abilitato a "vedere" Dio nella sua quotidianità, a coglierne i silenziosi passaggi, a individuarne le incidenze, là dove altri non vedono che banalità, e casualità senza senso. A mio avviso, sarebbe meglio sostituire il termine (pagano): "Coincidenza", con la parola (cristiana): "Dio- incidenza", ovvero, saper leggere nella nostra vita l'incedere di Dio, che attraverso i tanti "segni" (vedi: I "Seminales Verba", di San Giustino), comunica la sua volontà, alla nostra quotidianità!
Ma il Cristiano, prima di essere l'uomo della "visione", e l'uomo "dell'ascolto": "Molti profeti..., avrebbero voluto ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono" (v 24b). Ma se oggi, i nostri occhi non riescono a "vedere", è forse perché i nostri orecchi, sono assordati da tanti rumori frastornanti..., da troppe parole inutili! Qualche volta anche la nostra stessa Preghiera, è un frettoloso accavallarsi di parole, di cui non abbiamo più consapevolezza; diventa solo uno sciorinare una lista di richieste al Signore...! Forse è il caso di prendere una ferma decisione: ogni tanto, troviamo il coraggio di "staccare la spina", e concederci uno spazio di riflessione, di silenzio e di ascolto! Questo ci disporrà ad accogliere la "beatitudine", di coloro che "vedono" e che "odono". Con questo proposito, auguro a tutti di cuore, di trascorrere una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 05/10/2024
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