di DON MICHELE ROMANO - Oggi vediamo Gesù, che nel Vangelo (Lc 10, 13-16), rivolge il suo sguardo, prima su Corazìn e Betsàida, e successivamente su Cafàrnao, città della Galilea, che erano state maggiormente attenzionate dalla sua Predicazione, e da quella dei 72 discepoli! Ma nonostante la semina fosse stata abbondante, tuttavia, la raccolta non fu rispondente alle Sue aspettative! Che grande mistero, la libertà dell'uomo: Possiamo dire di "No" a Dio! Certo, il Signore rispetta sempre la nostra libertà, il suo annuncio di Salvezza, non si impone mai con la forza, ma solo si offre e si propone, ed io posso accettarlo o rifiutarlo! Le gravi espressioni di Gesù: "Guai a te Corazìn, guai a te Betsàida" (v 13), più che essere invettive di condanna, manifestano tutta la sofferenza e il rammarico di Gesù. Più che essere un grido di minaccia, sono un grido di compianto e di lamento: "Ahimè, è il dolore di Dio per il male dell'uomo, il dolore dell'Amore che non è ricambiato, più che "guai a te", Dio, sembrerebbe dire: "Guai a me, per te", e sarà proprio la Croce di Cristo ad esprimere insieme, tutta la serietà del suo Amore, e la gravità del nostro male.
Il vero Amore, quando non è Amato, non minaccia ("Amor ch'a nullo amato, amor perdona!", direbbe il "Sommo Poeta", Dante) non può che lamentarsi, e morire di passione! Dio, tuttavia, non si lascia condizionare dalla durezza del nostro cuore: "Il castigo che ci dà salvezza, si è abbattuto su di lui"- dirà il profeta Isaia (53, 5), ed anche San Paolo, ci dice: Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui, giustizia di Dio" (2Cor 5, 21). Dio Padre, sorgente dell'Amore: "Vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità" (1Tm 2, 3-4). Tant'è, che riconosce Tiro e Sidòne, che pure sono città "straniere", ritenute il centro del materialismo e dello sfruttamento dei poveri (vedi Is 23,1-11; Ez 26,28), che avrebbero, addirittura, sfruttato meglio, tutta la grazia dispensata (e non ricambiata!) tra i Galilei. Ma la Sua "delusione", diventa ancora più cocente, quando si tratta di Cafàrnao: "E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai" (v 15), al pari di Babilonia, che meritò l'invettiva del profeta Isaia (Is 14,15). Proprio a Cafàrnao, Pietro, a ridosso della Sinagòga, aveva la sua casa, che era diventata il punto di riferimento per Gesù e i suoi, quando si trovava al Nord, a predicare in Galilea. Più che una minaccia, scorgiamo in queste parole, un velato (ma "grave") sentimento di tristezza! Come Gesù, è l'Apostolo del Padre, così anche noi, oggi, siamo gli apostoli di Gesù, designati a continuare la sua "Missione" di Salvezza nel mondo. In noi, è presente Gesù, e in Gesù, è presente il Padre: "Chi ascolta voi ascolta me. E chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato" (v 16). Nessuno di noi può restare indifferente, di fronte alla Parola di Dio: Chi non è con me, è contro di me"- dirà Gesù (Lc 11, 23a).
Chi non osserva la Parola di Dio: o la rifiuta, o la disprezza!
Il contesto del brano, sottolinea l'identificazione dei discepoli con Gesù, nel dono totale, ed è in questo dono totale, che si realizza il loro incontro con Dio. E sappiamo bene, come Dio si lasci sempre incontrare, da chi lo cerca con cuore sincero! Notiamo, ancora, come per ben quattro volte, in un solo versetto (v 16), Gesù utilizza il verbo "disprezzare". Questo verbo, in greco, è reso col significato di: "diventare nullo" - "ricusare il proprio assenso", in definitiva, "vanificare la volontà salvifica di Dio", con la durezza di un cuore chiuso alla bellezza della sua Parola. Pertanto, facciamo nostro l'atteggiamento "opposto" al disprezzo, ed anteponiamo ad esso, l'Ascolto: "Chi ascolta voi, dice Gesù, ascolta me!" Facciamolo con il cuore puro, e lo slancio tipico dei bambini, tanto cari a Gesù. Affidiamo, oggi, questo nostro proposito, all'intercessione del " Poverello di Assisi". Che San Francesco, preghi per noi tutti, e ci Benedica. Auguri, inoltre, a chi ne porta il bel nome. A tutti, infine, auguro una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 04/10/2024
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