di DON MICHELE ROMANO - Nel brano del Vangelo di oggi (Lc 9, 46-50), mentre Gesù si dirige verso Gerusalemme, per affrontare la Passione, ecco che nasce una discussione fra i suoi discepoli, "chi di loro fosse più grande" (v 46). È sempre il riflesso della logica umana, alla continua ricerca di vantare supremazie sugli altri, il desiderio di sentirsi superiori ed apprezzati..., a cui però, segue sempre una frustrazione, quando questi riconoscimenti, purtroppo, non arrivano! La risposta di Gesù a questi pensieri, ci richiama lo stile degli antichi Profeti: prima delle parole, ci sono i gesti. Ed ecco che Gesù, risponde con una efficacissima gestualità: "Prese un bambino, se lo mise vicino" (v 47); Subito dopo, ecco che arriva l'insegnamento: "Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande" (v 48c). Si evince chiaramente, che gli Apostoli ancora non hanno compreso il vero valore del "dono" del servizio umile e sincero agli altri. Ma, certamente capiranno, allorquando, "scontrandosi con la Croce", la loro Fede non sarà più una adesione emotiva al Rabbì-Gesù, riconoscendo in tal modo in Lui, il Dio della Gloria. Questo riflette, ahimè, quanto succede, tante volte, anche nelle nostre Comunità Parrocchiani: ci si mette in mostra per la scelta dei canti nel Coro, tante chiacchere e discussioni, su chi è più o meno nelle grazie del Parroco, musi storti per la scelta o meno di chi deve leggere una Lettura...! Poveri noi, che tristezza! E meno male che, grazie a Dio, la Chiesa non rilascia certificati o "patentini di cattolicità". Solo quando la nostra Fede, come quella degli Apostoli, si staccherà da questi insignificanti "scimmiottamenti", tipici degli "addetti al Sacro", detentori del monopolio della Pastorale, ebbene, sarà solo allora che essa, potrà diventare autentica e, soprattutto, seria! Oggi, Gesù, ci insegna uno stile nuovo, che deve prevalere nei nostri rapporti. È questa la vera logica del Regno: *Più si è "piccoli" davanti agli uomini, più si è "grandi" davanti a Dio*. Chi vuole essere davvero grande, ci dice Gesù, sia il vostro servo: "Io, che sono il vostro Maestro e Signore, vi ho dato l'esempio..., ho lavato i vostri piedi, fatelo anche voi, con i vostri fratelli! La semplicità e l'umiltà, caratterizzano la logica e la vita del fanciullo, che gioiosamente dipende dagli adulti: genitori, professori, parenti amici, ecc., e non pretende nulla per sé, ma, tuttavia, vive in maniera solare e semplice. Accogliere un "bambino"..., fosse chiunque a vivere in questa dimensione, siano essi: poveri, abbandonati, anziani soli, sofferenti, ecc., è accogliere Gesù: " Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accogli me" (v 48a). All'obiezione, poi, di Giovanni, che si rammarica di un tale "esorcista" che non fa parte del loro gruppo, Gesù sorride bonariamente, e dice loro di lasciar perdere, di non prendersela, di andare all'essenziale: "Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi" (v 50). Molto probabilmente, quell'esorcista, aveva solo ascoltato e preso sul serio, quanto Gesù aveva affermato: "Se chiederete qualcosa al Padre, nel mio nome, egli ve la darà!" (Gv 16, 23b). L'ampiezza di visione che ha Gesù, allarga davvero il cuore, non si scandalizza davanti a una manifestazione di Fede, anche se alle soglie della superstizione, perché Lui cerca di cogliere il positivo in ogni "briciola", anche quando si fa fatica a scorgerla. Non è il caso, quindi, di attribuirci il monopolio del Vangelo, o di sentirci gli unici depositari delle interpretazioni della Scrittura, perché la larghezza del cuore di Dio, semina germi (vedi i "Seminales Verbi", di San Giustino!) di speranza e di bene, anche nel cuore di persone, apparentemente lontane, dalla nostra esperienza di Chiesa. In sintesi, questa breve pagina del Vangelo di oggi, è un vero compendio di Ecclesiologia: la Chiesa (dal greco "Ecclesìa" = Convocazione), dei poveri e dei peccatori, è chiamata a convocare ed accogliere tutti i diseredati ed i piccoli del mondo! Questa deve essere la vera (ed Evangelica) legge della Chiesa: l'ultimo va collocato al primo posto, l'emarginato (come i Bambini, al tempo di Gesù), deve essere sempre messo "al centro". Sarebbe davvero auspicabile, per tutti noi, se provassimo ad essere meno infantili e più evangelici. Di cuore, auguro a tutti, di trascorrere una serena e santa giornata.
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