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Mandatoriccio (Cosenza) - Dio, non è 'possesso' di nessuno


di DON MICHELE ROMANO - Nella pagina del Vangelo di questa 26esima Domenica del Tempo Ordinario, Anno B (Mc 9, 38-43.45.47-48), la Parola di Gesù, fa chiarezza su due estremi pericolosi, che spesso inficiano la nostra religiosità: o si scade nel "monopolio" della fede, credendo che certi privilegi siano "riservati a pochi", o si scade in un vero e proprio "sincretismo", pensando che tutte le Religioni siano uguali, purché conducono a Dio. Certo, Gesù, di fronte alla preoccupazione di Giovanni: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva" (v 38); come a dire:"Non era dei nostri!".
A questo punto, Gesù, detta un sano criterio di discernimento: "Chi non è contro di noi è per noi" (v 40). Questo per dire che il Bene, può venire da chiunque agisca con cuore retto e sincero, nella ricerca dell'unico Dio, che nella sua infinita Libertà, distribuisce i suoi Doni a tutti, anche se in maniera e misura diversa. Questo principio ci apre ad un sano e costruttivo "Ecumenismo", scorgendo le diverse fonti di bene, anche là dove non c'è la pienezza della Verità e la certezza della Rivelazione. E ci insegna, altresì, a saper tessere relazioni di pacifica convivenza, guardando agli altri con rispetto e sano ottimismo, consapevoli che non possiamo canalizzare nelle nostre "miopie spirituali", le libere e misteriose "Vie" di Dio. Quando succede questo, altro che si "Sinodalità", scadiamo, invece, in quegli estremismi pericolosi, che ci fanno coinvolgere il nome di Dio dentro le violenze e le vendette degli uomini. Gesù ci invita a vivere nell'Amore con gli altri, accettando anche chi è "diverso" da noi, perché "lo Spirito Santo agisce e soffia dove vuole!"
Non possiamo concepire la potenza e la presenza del Signore Gesù, come un nostro riservato "possesso", ma apriamo il nostro cuore e la nostra mente alla tolleranza e alla magnanimità, sposando l'ottica di Dio, che ci fa riconoscere negli altri, non dei "nemici" da combattere, ma dei "fratelli" da accogliere ed amare! È bello qui ricordare il grande insegnamento del Santo Papa, Giovanni XXIII: "Cerchiamo ciò che ci unisce, non quello che ci divide!" Non possiamo continuare a pensare ed intendere la Comunità Cristiana, come un Gruppo, quello dei "nostri", chiuso ed esclusivo: "Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga" (At 10, 34-35). 
Il vero criterio dell'appartenenza alla comunità dei "suoi", è quel fare "nel suo nome", fosse anche il solo "dare da bere un bicchiere d'acqua" (v 41). Davanti a Dio, non conta la "grandiosità" di un'azione, ma l'animo con cui essa viene compiuta. Ma, ahimè, oltre che seminatore di amore, si può essere, tragicamente, anche seminatore di morte, mediante lo "scandalo": vedi tutte le forme subdole di adescamento, anche di piccoli ed indifesi, che hanno infangato la Società, e, persino, l'immagine stessa della Chiesa, per lo scandalo di tanti Sacerdoti, scaduti nella pedofilia; immagine di una Chiesa che, anziché essere "porta d'ingresso", alla contemplazione del volto di Dio, ne diventa, invece, "pietra
d'inciampo". Ecco perché oggi, non deve stupirci la durezza del linguaggio usato da Gesù: "Chi tenta di bloccare il cammino spirituale dei "piccoli" che credono in me, è meglio che venga gettato in mare, con una macina da mulino" (v 42). Questa idea del "sarebbe meglio", rispetto allo scandalo procurato, viene articolata nei versetti successivi, con tre affermazioni estreme, che racchiudono tutta la vita: "la mano", simbolo dell'attività; "il piede", simbolo del comportamento; "l'occhio", simbolo della relazione con gli altri. La radicalità di questo discorso di Gesù, deve farci comprendere il suo intento primario: non accontentarsi delle "mezze misure", ma compiere ogni sforzo "per entrare nel regno dei cieli" (Lc 13, 24). Le due espressioni successive, che Gesù pronuncia: "Il fuoco inestinguibile", e "il Verme che non muore", sono da ricollegare al testo di Isaia (66, 24), dove si parla degli uomini giudicati da Dio, i cui cadaveri, ammassati nella Valle dell'Hìnnon (in Ebraico: "Ge- Hìnnon, da cui deriva la parola Geènna, che era la discarica di Gerusalemme, dove le fiamme erano perenni!), cadaveri che, privi di sepoltura, sono abbandonati alla corruzione ("Verme"), e al Fuoco distruttore. Il non entrare nel Regno di Dio, pertanto, rappresenta il totale fallimento di ogni esistenza, è il diventare "Rifiuti" da gettare nella discarica, per essere bruciati. Rinunciamo, pertanto, alle nostre smanie di grandezza e di potenza, e convertiamoci finché siamo in tempo! Ci aiutino in questo proposito, l'intercessione dei Tre Santi Arcangeli, che oggi la Chiesa ci fa festeggiare: Michele, Gabriele, e Raffaele. Cordiali Auguri, a chi ne porta il bel Nome, e buona e santa domenica a tutti. 


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 29/09/2024

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