di DON MICHELE ROMANO - Oggi, questo Vangelo, pur nella sua brevità (Lc 8, 16-18), è ricco di tematiche, legate soprattutto alla metàfora della "Luce". In fondo, la luce di cui ci parla Gesù, è la nostra fede, che deve illuminare il nostro cammino di credenti. Non possiamo "nasconderla" ("sotto un vaso... o sotto un letto" - v 16), per vergogna, o timore del giudizio degli altri, ma dobbiamo collocarla in alto, su un "candelabro", perché illumini chi ci sta intorno. Il Signore, per alimentare la fiaccola della luce della nostra fede, ci raccomanda un ascolto attento della sua Parola: "Attenti a come ascoltate..." (v 18a), perché solo così riuscirà ad illuminare le profondità del nostro cuore, e "portare frutti che rimangano" (Gv 15, 16b), fino a guidare ogni nostra scelta, cambiare il nostro modo di essere, fino alla piena conversione!
Chi realmente: legge, medita ed accoglie la Parola, sente anche il bisogno di trasmetterla agli altri; Sì, perché chi è luminoso, illumina! La Luce della Verità, infatti, nell'ascolto si potenzia, mentre la menzogna delle tenebre, ci trincera nell'ipocrisia, sotto false apparenze.
In quest'ottica va intensa anche la missionarietà della Chiesa: è un compito naturale, come per la luce illuminare.
La luce, non attira l'attenzione su di sé, non ha scopo alcuno di "tornaconto", gioisce nel "donarsi", nel far risplendere tutto ciò che ci circonda, facendone risaltare colori e bellezza! Questo compito, la Chiesa ce lo ha affidato, nel giorno del nostro Battesimo, quando ai nostri Genitori e Padrini ("garanti", della nostra crescita fisica e spirituale!), è stata consegnata una candela accesa: "Ricevete la luce di Cristo..., fiamma che sempre dovete alimentare".
Tocca a noi, oggi, da "adulti", alimentarla con l'olio della perseveranza, perché la luce della nostra fede, sia visibile e di aiuto a tanti, che ancora vivono nelle tenebre. Illuminare la vita di tanti nostri fratelli: in famiglia, nel posto di lavoro, in Chiesa, ecc., condividendone gioie, sofferenze e speranze, una fede, cioè, che deve essere "incarnata", "perché vedano le vostre opere buone...!" (Mt 5, 16). La Carità, infatti, non può essere sbandierata, la luce che deve risplendere nella nostra vita, non ha nulla a che spartire con l'esibizionismo ed il protagonismo, ma tutto opera in un amore umile e discreto: Chi ama, cammina nella luce, e noi tutti ci illuminiamo nella misura in cui rischiariamo gli altri. Ma attenti, però, Gesù nel Vangelo, ci dà un grande mònito: il rifiuto della parola di Dio, può produrre amare sorprese, perché: "A chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere" (v 18b). "Signore Gesù, nostra Luce, ri-accendi in noi, ogni giorno, la lampada della Fede, affinché rischiari la nostra vita, e illumini le nostre oscurità! Auguro di cuore a voi tutti, di trascorrere una "luminosa" e santa giornata.
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