di DON MICHELE ROMANO - Oggi, le parole del Vangelo (Lc 6, 39-42), ci fanno riflettere sull'osservanza di una condotta esemplare che, come seguaci di Cristo, dobbiamo offrire ai nostri fratelli! Dobbiamo, cioè, sforzarci di tradurre in opere, quanto affermiamo di credere, così come ci ricorda San Giacomo: "La fede senza le opere è morta" (Gc 2, 26), ma soprattutto, perché oggi nel Vangelo Gesù ci dice: "Può forse un cieco guidare un altro cieco?"(v 39). Quando uno di noi, si trastulla nel proprio egoismo, nella propria autosufficienza, e pensa di fare a meno di Dio e della sua misericordia, allora sì, ahimè, è davvero "cieco", perché non avendo ancora sperimentato la misericordia di Dio nella sua vita, non potrà donarla agli altri. È facile puntare il dito contro il nostro fratello, giudicare i suoi difetti, evidenziando la "pagliuzza" che è nel suo occhio, ma dobbiamo prestare attenzione, perché quando stendiamo la mano e puntiamo l'indice verso gli altri, badiamo che, altre tre dita, sono rivolte contro di noi, a ricordarci che nel nostro occhio, più che una "pagliuzza", c'è una "trave", che parla della nostra presunzione di sentirci giusti e, quindi, non bisognosi di alcun perdono! Questa è la vera cecità, questo ci rende anche "guide cieche". Solo l'Amore misericordioso di Dio (e chi ha fatto esperienza del suo perdono, lo sa bene!), è capace di restituirci un'ottica del cuore "nuova", purificata da ogni "trave" di peccato, e solo questo ci consentirà di vedere bene, così da togliere con amore ed umiltà, la "pagliuzza", dall'occhio del fratello. Anche noi tutti, che occupiamo nella Società, un ruolo educativo importante: Genitori, Docenti, Responsabili della politica, della cultura, Sacerdoti, Vescovi, ecc., non dobbiamo mai sentirci detentori della Verità, o peggio sentirci "superiori" agli altri, perché siamo tutti "discepoli", dell'unico Maestro, che è Cristo Signore. Solo così, eviteremo il "baratro" della cecità e l'accusa di ipocrisia, che ci rende ciechi "dentro". Non aspettiamo, pertanto, di cadere nell'evangelico "fosso", dove nessuno potrà più aiutarci. Finché siamo in vita (che è il "tempo del merito"), convertiamo la nostra esistenza: all'Amore verso Dio, e alla misericordia verso i nostri fratelli! Auguro sempre di cuore a tutti, una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 13/09/2024
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