di DON MICHELE ROMANO - Nella pericope Evangelica di oggi (Lc 6, 20 - 26) Gesù, nel presentarci la scala dei valori dinanzi a Dio, capovolge il nostro modo di agire, di vivere, e di giudicare. Diversamente da Matteo, più interessato alle risonanze interiori (Mt 5, 3-12), Luca non fa che scegliere alcune Beatitudini, sviluppandone l'aspetto più concreto. In fondo, sappiamo bene, che le Beatitudini sono la "Magna Carta" per entrare nel Regno dei Cieli, e nel Progetto biblico, ci viene presentato prima Mosè, nell'AT, che scendendo dal monte Sinai con i dieci Comandamenti, nella cosiddetta pedagogia del "Dio timore", rivelò all'uomo cosa doveva fare; invece nel Nuovo Testamento nella discesa di Gesù dal monte, è Dio che rivela cosa fa Lui, inaugurando, così, la pedagogia del "Dio amore". Le Beatitudini, pertanto, le può comprendere solo chi ha conosciuto Dio, che è Amore, per tutti. Gesù proclama la dottrina dei due "Cammini" (non è ammessa una terza possibilità): o verso la Vita, o verso la Morte, se non segui la Luce, vivi nelle tenebre. Gesù, proclama felici i poveri, non perché siano più bravi o meritevoli degli altri, ma essendo più bisognosi, Dio, come una buona madre, ama ciascuno secondo il suo bisogno, e solo Lui sa, in quanto legge nel Segreto dei nostri cuori ("Solo tu conosci il cuore di tutti gli uomini"- 1Re 8, 39b), se apparteniamo ai poveri-Beati, o ai ricchi-Infelici. Anche noi tutti, se vogliamo essere credibili nella nostra testimonianza di Fede, dobbiamo impegnarci a favore dei poveri, come ci ha insegnato Gesù: "I poveri, infatti, li avete sempre con voi" (Mt 26, 14a); "Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25, 40). Solo così, potremo alla fine, ritrovare la gioia: "Rallegratevi..., ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo" (v 23).
Il "Guai a voi", invece, è riservato ai ricchi, e non vuole essere un grido di minaccia o di vendetta, ma solo un estremo tentativo di rammarico e compassione, che Gesù rivolge loro, perché possano ravvedersi e "ritornare" a Dio. Concludendo questa breve riflessione, notiamo come "i verbi" della prima Beatitudine, e della prima Lamentazione, siano riportati al presente: "Avete", mentre tutti gli altri, sono al futuro. Questo significa che, sin d'ora, il Regno di Dio, è dei Poveri, e che già da ora i Ricchi, se ne escludono, puntando solo sulle "consolazioni" di questa terra, che, ahimè, alla fine, si riveleranno solo: surrogato di maledizione eterna! Chiediamo, pertanto, al Signore, di scegliere anche noi, la via della semplicità e della povertà, perché solo così contribuiremo alla costruzione del suo Regno, confidando che un giorno, possiamo farne parte. A tutti, auguro, una serena giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 11/09/2024
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