di LETIZIA GUAGLIARDI - Viaggiare: una delle tante opportunità che abbiamo per interrompere, anche solo per pochi giorni, le abitudini quotidiane e per staccare la spina dallo stress e dai soliti impegni.
Prima di tutto sfatiamo un pregiudizio.
Ci sono persone che dicono: “Vorrei viaggiare ma servono tanti soldi”.
Viaggiare illumina la mente in modo meraviglioso ed elimina i pregiudizi. (Oscar Wilde)
Siamo dei privilegiati, viviamo in Italia, ricca di posti meravigliosi e raggiungibili in poco tempo. Internet è pieno di siti di viaggiatori che possono aiutare a progettare la vacanza che si desidera: l’avventura, le attività culturali o solo di relax e anche a prospettare i possibili costi. Ci si accorgerà di sicuro che le previsioni sono più realistiche di quanto si possa immaginare.
Fra i vantaggi del viaggiare c’è anche quello di offrire la motivazione al risparmio. Se desideriamo andare in vacanza in un posto, nei mesi che precedono la partenza possiamo mettere da parte dei soldi mirati a questo scopo ed evitare le spese superflue (“le cazzatine”, le chiamo io). Se il budget è contenuto, si possono cercare le soluzioni più idonee per non sforarlo: preferire la bassa stagione o i giorni feriali, prenotare i voli con largo anticipo e cercare le offerte migliori delle compagnie aeree o ferroviarie, informarsi sulle visite gratis ai musei e ai parchi e sulle usanze locali relative alle mance per evitare le spese inaspettate, viaggiare leggeri per non pagare le tariffe aggiuntive per i bagagli (e questo aiuta anche a imparare a lasciare il superfluo per portare con sè solo lo stretto necessario).
Anche per dormire, se non ci si può permettere un albergo e non si vuole andare in un ostello, ci sono altre alternative. Io, a Parigi, avevo preso in affitto un appartamento. E per mangiare? Anche per questo ci sono tante soluzioni, adatte a ogni budget.
Viaggiare, insomma, è una questione di coraggio. Coraggio di uscire dagli stereotipi e di liberarsi di certe zavorre mentali che ci bloccano.
Chi non viaggia non può rendersi conto delle proprie catene (Rosa Luxembourg)
Viaggiare è anche una questione di priorità e non di soldi. Significa scegliere fra comprare oggetti di cui non abbiamo davvero bisogno ma che soddisfano il nostro ego (l’ultimo modello di smartphone) o inutili (un altro costoso paio di scarpe che non ci serve) o dannosi (sigarette, pause pranzo ogni giorno al ristorante o colazione al bar tutte le mattine) e comprare esperienze meravigliose che ci migliorano e ci fanno stare bene.
Se pensi che l’avventura sia pericolosa, prova la routine: è letale. (Paulo Coelho)
Viaggiare è anche una questione di approccio al viaggio. In questo consiste la differenza fra viaggiatore e turista.
Il viaggiatore vive nel modo più completo la sua esperienza di viaggio. Organizza da sè l’itinerario, come viaggiare e come spostarsi, una volta arrivato. Si integra con le abitudini del luogo che visita, ne ammira le caretteristiche e la bellezza, rispetta l’ambiente, va alla ricerca dei luoghi poco conosciuti al turismo di massa, si relaziona con i suoi abitanti e mangia il cibo locale. Se vuole comprare un souvenir, cerca i prodotti artigianali del luogo.
Il turista si affida all’agenzia di viaggio e rispetta un programma prestabilito. In questo sono compresi le strutture ricettive, i ristoranti, i monumenti famosi da visitare e tutti i posti “turistici”, appunto. Questo è molto comodo, soprattutto per le famiglie con bambini, con i pacchetti “all inclusive”. Il turista a volte non si preoccupa della sostenibilità e dell’ambiente. Spesso se ne vede qualcuno che fa il bagno nella vasca di una piazza famosa o scrive il proprio nome su un edificio che è lì da secoli (una turista francese ha pensato di intagliare un cuore con le sue iniziali sulla torre pendente a Pisa e tanti altri li hanno incisi sul Colosseo e a Pompei), buttano bicchieri, tovaglioli di carta e bottiglie di birra vuote a terra e fanno anche di peggio. Stessa cosa avviene in altre parti del mondo, ovvio.
Naturalmente ci sono anche i turisti che sono molto rispettosi dell’ambiente: chi vuole, può essere sia turista che viaggiatore.
Viaggiare è bello anche perché al ritorno conservi i ricordi di ciò che hai visto, dei nuovi profumi e sapori che hai provato, delle persone che hai conosciuto, delle cose nuove che hai scoperto. Si torna più ricchi, insomma, nonostante i soldi spesi.
“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” (Josè Saramago)
E infatti, al ritorno da un viaggio si ha voglia di programmarne un altro.
Il viaggio è un bagno di umiltà: ti rendi conto di quanto è piccolo il luogo che occupi nel mondo. (Gustave Flaubert)
Verissimo anche questo: l’umiltà di cambiare il proprio punto di vista e di accettarne altri, di sgretolare le proprie convinzioni sbagliate e accorgersi di altre realtà, di altre prospettive. Anche di altri stili di vita: ci sono perfino i turisti che si aspettano di trovare le stesse abitudini e le stesse comodità delle loro case e di mangiare all’estero i piatti tipici del proprio Paese.
Quando parti per un viaggio non dimenticarti dell’essenziale: uno sguardo nuovo di zecca.
(Pier Paolo Pasolini)
Uno sguardo nuovo di zecca: è quello che ho portato con me, nei giorni scorsi, visitando Praga e dintorni.
E concludo con la frase che condivido sempre con i miei studenti, per non avere rimpianti:
Tra vent’anni non sarete delusi dalle cose che avrete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele e mollate gli ormeggi. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)
Il brano che puoi ascoltare mentre leggi (QUI) è “Buon viaggio” di Cesare Cremonini. Si riferisce al viaggio della vita ma credo che sia indicato anche per gli altri viaggi.
Ti auguro tanti bei viaggi!
di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 28/08/2024
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