di DON MICHELE ROMANO - In questa XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B), continua il discorso Eucaristico, che caratterizza il capitolo sesto del Vangelo di Giovanni (Gv 6, 24-35). Gesù, da buon Maestro, introduce i suoi discepoli nel mistero Eucaristico, procedendo per tappe. Questa sezione, è iniziata col miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Gv 6, 1-15), ora esorta i discepoli a non fermarsi solo sul risultato immediato, dello sfamare migliaia di persone, ma li invita a coglierne il senso più profondo. Inizia, così, il suo insegnamento, a partire dall'Antico Testamento, dove nel brano dell'Esodo, della prima Lettura, esorta a considerare l'episodio della Manna nel deserto, quale prefigurazione del mistero Eucaristico. Anche se la manna è definita "pane del cielo", ossia miracoloso, tuttavia, è un "pane di morte", perché destinato al corpo che, sappiamo, essere destinato alla morte. Il pane "vero" di cui invece parla Gesù, è il "pane della vita", perché sostentamento dell'anima, cibo di vita eterna, perché l'anima non muore, ma
è chiamata a condividere l'eternità di Dio. Gesù è il nostro "cibo spirituale", senza il quale la nostra anima non può vivere: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà sete, mai!"! (v 35). Lui è ciò che avviene, ma non passa; è ciò che forse io cerco, desidero, mèta di ogni mio pensiero. Una cosa è certa: Tutto passa, Gesù resta: Hitler, Cesare, Carlo Magno, Alessandro, ecc., sono tutti "passati", e con essi la gloria. Tutto passa: amici, nemici, partner, figli, Quanti miliardi di persone sono passate su questa terra: Quanti animali, piante, fiori, molecole, cellule..., tutto è passato, solo Dio resta! Ciò che non è Dio, passa! C'è una vita, dice Gesù, che è ben più grande e importante di quella fisica (conosciuta col nome "Bìos"), che passa e finisce, ed è la vita interiore, la vita dell'anima (detta "Zoè"), che dobbiamo alimentare con la santa Eucaristia, perché solo in tal modo
salveremo anche la vita fisica: "Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per quello che rimane per la vita eterna" (v 27a). In tutti noi, c'è qualcosa di cadùco che passerà, e qualcosa di eterno che ci condurrà alla vita eterna. Sant'Agostino, ci ammonisce: "Tanto ci diamo da fare per il corpo che perisce e niente facciamo per l'anima che non perisce!" La tentazione di ricercare solamente: beni materiali, è sempre latente in noi, come: salute, benessere, fortuna..., un equivoco che ci fa perdere di vista le nostre più autentiche aspirazioni: "Dio ci ha creati a sua immagine, e solo Lui può riempire il nostro cuore di quel bisogno di eternità e totalità, che è radicato in ognuno di noi. Procuriamoci, allora, questo Pane, che solo "il Figlio dell'Uomo vi darà" (v 27b). Purtroppo, la "pienezza" di vita che in tanti sogniamo, non la potremo mai raggiungere con: la tecnica, con i consumi, con i soldi, con le amicizie, anche le più "potenti"...! No! Niente Ci basterà, se escluderemo Dio dalla nostra vita! Una certezza che avevano ben compreso quei Giudei: "Signore, dacci sempre questo pane" (v 34). Questo "Pane vivo", è Gesù in persona: "Io sono il pane della vita". Questa è la risposta di Dio, al bisogno dell'uomo! È
Lui che, riconciliandoci con Dio, mediante la sua Croce, ci ridà la vita divina. La domanda dei Giudei, può essere benissimo anche la nostra: "Cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?" (v 28) per salvarci? Accettare Gesù, come unico mediatore e Salvatore, perché non c'è altra strada per la salvezza, se non aderire in pieno a Lui: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14, 6). Chiediamo al Signore, che aumenti la nostra fede, perché sta scritto: "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto" (Gv 20, 29). Forse, anche noi, dobbiamo stimare sempre più, questo "pane vivo", che è Gesù, ed ogni giorno, ricevendolo nella Santa Comunione, chiediamo di "conoscerlo" sempre più, per amarlo sempre di più! Ci sia di monito, l'affannosa "ricerca" di Sant'Agostino, che quando giunse a conoscere Gesù, esclamò: "Tardi ti ho amato, o Bellezza tanto antica e tanto nuova!" Auguro, pertanto, a tutti, di trascorrere una serena e Santa Domenica.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 04/08/2024
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