di LETIZIA GUAGLIARDI - Oggi in questo articolo si parla di amicizia, quella vera. Quella che si basa sull’empatia, sul rispetto, sulla reciprocità, sul dialogo e la comprensione. Oggi c’è davvero tanto bisogno di tutto ciò, fra le persone, fra i popoli, i Paesi e le culture.
Per questo, ieri, 30, luglio è stata festeggiata la Giornata Mondiale dell’Amicizia, istituita nel 2011. Ecco le motivazioni indicate nel testo dell’Assemblea Generale dell’ONU:
– ricordare gli obiettivi della sua Dichiarazione e il Programma di un’Azione per una Cultura di Pace e il Decennio Internazionale per la Cultura di Pace e la Non Violenza per i Bambini del Mondo (2001-2010) e tutte le altre risoluzioni rilevanti;
– riconoscere la rilevanza dell’amicizia come sentimento nobile e importante nella vita negli esseri umani in giro per il mondo;
– ricordare che l’amicizia tra i popoli, i Paesi, le culture e gli individui può essere fonte di sforzi di pace e che si presenta come un’opportunità per costruire ponti tra le comunità, omaggiando le diversità culturali;
– affermare che l’amicizia può contribuire agli sforzi della comunità internazionale, in accordo con la Carta delle Nazioni Unite, verso la promozione del dialogo fra civiltà, delle civiltà, la solidarietà, la comprensione reciproca e la riconciliazione;
– riconoscere l’importanza dell’inclusione dei giovani e dei futuri leader nelle attività comunitarie che hanno come obiettivo l’inclusione e il rispetto tra le varie culture, promuovendo al contempo la comprensione internazionale, il rispetto per la diversità e una cultura di pace, in accordo come la Dichiarazione e il Programma di Azione su una Cultura di Pace.
Nella Bibbia viene data molta importanza all’amicizia:
“Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Infatti, se l’uno cade, l’altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senz’avere un altro che lo rialzi!” (Ecclesiaste 4:9-10)
Quanto è importante l’amicizia l’aveva capito pure Cicerone che ne descrisse tutte le sue sfumature tra l’estate e l’autunno del 44 a.C.:
«L’amicizia, dunque, comporta moltissimi e grandissimi vantaggi, ma ne presenta uno nettamente superiore agli altri: alimenta buone speranze che rischiarano il futuro e non permette all’animo di deprimersi e di abbattersi. Chi guarda un vero amico, in realtà, è come se si guardasse in uno specchio. E così gli assenti diventano presenti, i poveri ricchi, i deboli forti e, quel che è più difficile a dirsi, i morti vivi; tanto intensamente ne prolunga l’esistenza il rispetto, la memoria e il rimpianto degli amici. Ecco perché degli uni sembra felice la morte, degli altri lodevole la vita. Se poi privi la natura dei legami affettivi, nessuna casa, nessuna città potrà restare in piedi, neppure l’agricoltura sopravviverà. Se il concetto non è chiaro, basta osservare dissensi e discordie per capire quanto sia grande la forza dell’amicizia e della concordia. Quale casa è così stabile, quale città è così resistente da impedire a odi e divisioni interne di sconvolgerla da cima a fondo? Dal che si può giudicare quanto ci sia di buono nell’amicizia.» (Marco Tullio Cicerone, Lelio o dell’amicizia -VII, 23).
ll brano che stai ascoltando mentre leggi è “Amico è” di Dario Baldan Bembo. L’ho scelto perché racchiude tante caratteristiche di un vero amico. E ci aggiungo anche questo versetto:
Un amico vuol bene sempre,
è nato per essere un fratello nella sventura. (Proverbi 17:17)
Oggi, con il prepotente uso dei Social, è ancora possibile coltivare delle vere e sane amicizie? Con il troppo tempo che si trascorre sui Social non si rischia di isolare gli amici invece di unirli? Si possono condividere le stesse emozioni e stati d’animo attraverso uno smartphone che non permette di osservare la mimica del volto e del corpo come negli incontri dal vivo? Bisogna ammettere, però, che i Social hanno azzerato le distanze, permettendoci di collegarci con amici che vivono a centinaia o a migliaia di chilometri da noi e questa è una cosa positiva. L’importante è non contare fra gli amici quelli conosciuti online con cui ogni tanto ci scambiamo un like o un emoticon ma mai una parola, una risata o altro contatto umano. Con o senza i social, comunque, il senso dell’amicizia non è cambiato: un legame profondo fra due o più persone.
Il vecchio detto, dunque, è sempre valido: “Chi ha un (vero) amico ha un tesoro”. Un tesoro che ci dà benessere, salute e serenità. Non sprechiamolo!
di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 31/07/2024
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