di LETIZIA GUAGLIARDI - “La pizzeria è il regno di Margherita. Qualsiasi voglia di pizza ti venga in mente dillo a Margherita e lei te la sforna. Ogni tanto io e i miei amici veniamo qui il sabato sera ma dobbiamo sempre prenotare almeno tre giorni prima perché i posti si esauriscono presto”. (dal mio libro “Poppy Spring – diario di primavera“).
L'immagine inserita in questo articolo è tratta dal mio libro “Poppy Spring – diario di primavera” e lei è Margherita, la pizzaiola del Forno Tiramisù.
Oggi è la Giornata mondiale della pizza.
Riconosciuta dall’UNESCO nel 2017, la pizza è ormai patrimonio dell’umanità. Molto bella anche la motivazione: “Le competenze legate alla produzione della pizza, che include gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale”.
Nata povera nelle bettole di Napoli, nel corso degli anni si è arricchita sempre di più fino a conquistare il mercato mondiale che supera i 60 miliardi di euro di fatturato.
La pizza è condivisione, richiede gioia (chi è triste, abbattuto e demotivato difficilmente, credo, riesca a preparare una buona pizza) e dona gioia (a mangiarla e a offrirla).
Anche in questo post ritorno sul tema del lavoro fatto bene perché la pizza, per essere bella e buona, richiede passione, determinazione, pazienza, impegno e dedizione. Quindi, si deve:
- scegliere con cura gli ingredienti e rispettare i tempi e le temperature;
- seguire la stagionalità;
- curare gli abbinamenti cromatici e gastronomici.
Preparare una buona pizza è come dirigere un’orchestra. Un direttore deve accordare tutti gli orchestrali in modo da ottenere la migliore esecuzione. Così è per chi vuole preparare una pizza fatta bene:
- gli ingredienti devono essere freschi, di qualità e di stagione (i colori, i profumi e i sapori si esprimono al loro massimo);
- vanno dosati con sapienza. L’olio, per esempio, deve essere versato a filo sulla “tela” con un movimento a spirale;
- i colori sono importanti (qualsiasi piatto, quando è presentato bene, si mangia prima con gli occhi): bianco/rosso/verde – bianco/verde/marrone/giallo – /rosa/rosso/verde/bianco;
- gli ingredienti della farcitura vanno accostati con sapienza, seguendo il nostro estro: fiori di zucca, alici e fior di latte, gorgonzola, mozzarella, formaggi erborinati, cipolla e aceto balsamico e così via;
- fra gli orchestrali ci sono anche il nostro cuore, la nostra mente e il nostro amore, per noi e per gli altri: una pizza che si presenta bene e che viene portata a tavola con il sorriso fa emozionare. I cinque sensi si mettono in moto e riaffiorano i bei ricordi. Ti viene in mente quando eri bambino/a e la mamma la sfornava?
- in mano non abbiamo la bacchetta per dirigere l’orchestra, abbiamo le nostre mani e, anche stavolta, vanno usate nel modo giusto: bisogna toccare l’impasto per “sentire” il punto di pasta, il panetto lievitato va steso, appiattito, guarnito e infornato.
La pizza è un’armonia di bontà, di bellezza e di cultura. È una sinfonia di gusti, divertimento, allegria, passione e amore. È un’instancabile ricerca del lavoro fatto bene, del bisogno di migliorarsi sempre di più, del desiderio di donare qualcosa di utile.
È quello dobbiamo fare, ogni giorno, con la nostra vita.
W la pizza!
di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 17/01/2024
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