di LETIZIA GUAGLIARDI - Nel secondo incontro del laboratorio di scrittura creativa "Io scrivo con letizia" (puoi leggerlo QUI) eravamo arrivati a questo punto: Belle e la Bestia parlano, condividono opinioni e riflessioni e scoprono di avere interessi affini. Tutto procede bene: i due cominciano a piacersi e l'amore, giorno dopo giorno, scioglie il gelo che avvolge il cuore della Bestia.
Come continua la loro storia - secondo i miei piccoli scrittori (4 D della Scuola Primaria "Monachelle" di Rossano) - in questo nuovo capitolo della nostra personale riscrittura della celebre fiaba "La bella e la Bestia"? Ecco, così.
Una notte, mentre Belle sta dormendo, qualcuno si introduce nella villa della Bestia. Con passi felpati sale la scala di legno che scricchiola un po' sotto il suo peso, individua la porta della camera in cui dorme la ragazza e, pianissimo, abbassa la maniglia.
Chi è?
È Gaston, il ragazzo del villaggio in cui abitava prima Belle, molto geloso di lei.
Lui la osserva e pensa: "Lei deve essere solo mia. O mia o di nessun altro". Da una tasca estrae un panno e dall'altra una boccetta di cloroformio. Si avvicina al viso di Belle e le poggia il panno sulla bocca. Lei si agita un po' ma poi passa dal sonno a uno stato di incoscienza. Gaston la prende in braccio e in silenzio com'era arrivato esce dalla villa e la sistema sul sedile posteriore della sua macchina, parcheggiata lontana.
E così io e i bambini abbiamo affrontato il tema della POSSESSIVITA'. Che cos'è? Come ci si accorge che una persona è possessiva? Loro, i bambini, hanno saputo dare tanti semplici esempi che si possono tradurre con queste parole: OSSESSIONE - GELOSIA ESAGERATA - LIMITAZIONE DELLA LIBERTA' - CONTROLLO COSTANTE DELLE ATTIVITA'.
A mio avviso è diventato urgente diffondere la notizia che tutto questo NON riguarda l'amore. Sia in famiglia che a scuola si devono trasmettere le giuste informazioni al riguardo: le persone non sono cose da possedere; riconosciamo fin da subito i segnali negativi, non trascuriamoli e reagiamo; non ignoriamo il primo indizio di possessività perché dopo ne seguiranno altri; stiamo attenti ai comportamenti sospetti che intercettiamo e aiutiamo le persone che conosciamo (figlie, amiche, sorelle); i genitori devono educare i figli alla non-violenza e all'autonomia. Una persona deve essere autonoma, non si realizza certo umiliando l'altra o costringendola a una relazione forzata. Inoltre, non deve vedere il successo della compagna come una minaccia ma come una gioia da condividere.
Come si fa a riconoscere - al contrario - una relazione sana, in cui c'è amore e rispetto reciproco? Ecco gli indizi:
"L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non verrà mai meno." (1 Corinzi 13: 4).
di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 20/12/2023
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