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di DON MICHELE ROMANO - In questa VII Domenica di Pasqua, celebriamo l'Ascensione di Gesù al cielo, ed il brano Evangelico di oggi (Mt 28, 16-20), ci narra il termine della Missione, che Gesù ha ricevuto dal Padre, e la consegna della prosecuzione di tale Missione alla Chiesa, che durerà fino alla fine della Storia, e godrà sempre della sua assistenza: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (v 20b). Nell'ultimo messaggio agli Apostoli, prima di salire al cielo: "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli..." (v 19), Gesù promette che, con l'aiuto dello Spirito Santo (A Pentecoste), tutto cambierà: passeranno dal timore e dalla paura, alla gioia, e gli saranno Testimoni, annunciando il suo Vangelo "fino agli estremi confini della terra" (At 1, 18). Questo incontro di Gesù Risorto e i Discepoli, avviene proprio sul monte della Galilea, lì dove tutto era iniziato, e dove ora tutto trova pienezza e slancio, perché l'annuncio del Vangelo possa raggiungere tutti i popoli della terra. Ma "Gli undici..., dubitarono" (v 17b). È la prima ed unica volta che in Matteo, il gruppo dei Discepoli, è chiamato "gli undici". Da questo dato, capiamo che la festa di oggi non ci porta tanto a contemplare le glorie celesti, ma a considerare anche la nostra realtà povera e inadeguata come Chiesa, e come nuovi Discepoli del Signore. L'inizio del brano Evangelico: "Gli Undici", ci pone di fronte a una comunità di Discepoli, presentandocela "monca", perché il Gruppo scelto e costituito dal Signore, era di "Dodici" (Mt 10, 1.2.5; 11, 1; 20, 17), e a loro Gesù aveva solennemente promesso: "Voi siederete su 12 troni, a giudicare le 12 tribù di Israele" (Mt 20, 28b). Oggi questa Comunità, è priva di uno dei suoi "Fratelli"! L'assenza di Giuda Iscariota, di cui Matteo, dopo lo scandalo del tradimento, riporta la tragica e sconvolgente fine: "Ando' ad impiccarsi" (Mt 27, 5b), ci pone di fronte ad una Comunità scossa, smarrita, minata nella fiducia reciproca: Al momento dell'arresto tutti... abbandonarono Gesù (Mt 26, 56); Pietro lo rinnegò apertamente (Mt 26, 74), ecc.!
È una Comunità, in definitiva, che deve fare i conti con ferite profonde, lasciate da un passato che non potrà passare velocemente, ma che conoscerà strascichi e rigurgiti chissà per quanto tempo. Tuttavia, le parole delle Donne che corsero per dare l'annuncio della Risurrezione ai discepoli (Mt 28, 8), hanno risvegliato in loro, la memoria delle parole che Gesù aveva detto loro, subito dopo l'ultima cena. Essi obbediscono, ed arrivano così ad incontrare il Risorto, diventando depositari della Promessa, su cui potranno scommettere tutta la loro vita: "Io sono con voi tutti i giorni (Sempre). Promessa che evoca, la formula dell'Alleanza Vetero testamentaria, tra Dio e il popolo d'Israele: "Io sarò il vostro Dio" (Ez 11, 20), parole che fondano la Comunità Cristiana, come luogo della presenza di Dio, come "Tempio", tempio di corpi e relazioni. Il Risorto, oggi, con la sua Ascensione, diventa la Luce decisiva, che rischiara "tutti coloro che camminano nelle tenebre e nell'ombra della morte" (Lc 1, 79). Gesù ha convocato i suoi, su questa montagna della Galilea, come Dio convocò il suo Popolo ai piedi del Sinai, una montagna che simboleggia l'incontro tra il cielo e la terra, ed è da questa montagna che invia i discepoli, e con loro noi tutti, ad evangelizzare come Chiesa (Ekklesìa) l'intera umanità. Con la sua Ascensione, Gesù sembra essere "assente", ma in realtà è sempre presente tra di noi, ed è per questo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria, per essere l'Emmanuele, il Dio con noi, fino alla fine del mondo. A tutti, una santa domenica.