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Rossano (Cosenza) - La Divina Commedia...ancora attuale?


di LETIZIA GUAGLIARDI - Strabiliante spettacolo quello al quale ho assistito insieme agli studenti dell’Iis “Majorana” di Rossano e alle mie colleghe Anna Morrone, Loredana Marchianò, Sabina Migliozzi, Maria Richichi e Daniela Romagnino. Il 29 marzo, nel Teatro Metropol di Corigliano, noi spettatori, insieme agli attori, abbiamo intrapreso un turbolento viaggio che dall’Inferno ci ha portato fino al Paradiso.

Lo spettacolo è stato portato in scena dalla compagnia delle arti Maros in teatro, la regia è stata curata da Mariarosaria Alessandra Bianco. La produzione si è avvalsa della preziosa collaborazione della Margherita CsDanza con le coreografie della danzatrice Alice Celestino e della Create Danza del coreografo Filippo Stabile. Voce narrante: l’attore Antonio Iapichino, coregista insieme alla Bianco.

Un’immersione totale fra gironi infernali, grida di dolore, fiamme e musiche roboanti. E poi, finalmente, la luce del Paradiso, attraverso la quale le anime beate esprimono la loro letizia.

Potente la figura di Dante, rassicurante quella di Virgilio, inquietante quella di Lucifero. Meravigliose le figure femminili: Beatrice, Francesca da Rimini, Pia dei Tolomei, Sapia Senese e Piccarda Donati. Efficace la sofferenza del conte Ugolino.

A questo punto una domanda nasce (non spontanea): ma la Divina Commedia…è ancora attuale? Ha ancora senso, oggi, leggerla e vedere le sue varie rappresentazioni?

Secondo me sì, e ti elenco i motivi (ovviamente miei).

1. Parla della nostra vita.

2. Evidenzia la fatica che ogni uomo deve affrontare. La fatica più difficile è la continua lotta tra il bene e il male. Il male vince ogni volta che si rifiuta la luce di Dio, il Suo amore, la Sua grazia e la Sua misericordia. Dante ci esorta ad avere consapevolezza del male che dimora nel cuore e nella mente perché solo se lo riconosciamo possiamo sconfiggerlo.

3. Invita a riflettere sui grandi interrogativi della vita, sempre gli stessi, in ogni epoca storica: l’esistenza di Dio, la presenza del male nel mondo, l’amore, la morte e l’individuazione di ciò che conferisce significato all’esistenza.

4. Dà rilievo al messaggio pasquale della Risurrezione di Cristo e mostra il Paradiso come la meta che Gesù prepara per ogni uomo. Descrive inoltre, anche se con molta fantasia, le pene o le ricompense dell’aldilà, cioè le conseguenze di quello che è definito il “giudizio particolare” che Dio pronuncerà per ogni uomo: “Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.” (Giov. 5, 28-29).

5. Esalta la più grande caratteristica dell’uomo: la libertà. Siamo responsabili nel decidere e determinare il nostro destino eterno. Con il suo viaggio nell’aldilà e con la sua descrizione delle pene atroci che le anime dannate stanno espiando per i peccati commessi, il suo messaggio è chiaro: la salvezza la si costruisce giorno dopo giorno. 

6. Incoraggia: “smarrire la retta via” è possibile, ma è di vitale importanza ritrovare di nuovo la luce.

7. Ci ricorda che abbiamo bisogno degli altri, per ritrovarla. Quando Dante deve varcare la porta con sopra l’epigrafe spaventosa “Per me si va ne la città dolente”, è preso per mano da Virgilio “con lieto volto”.

8. Sottolinea il dovere della testimonianza. La missione che il trisavolo Cacciaguida affida al Sommo Poeta è molto impegnativa: ritornato nel mondo terreno Dante non può ignorare ciò che ha visto, ha il dovere di comunicare la sua esperienza. Per questo lui afferma  che lo scopo della sua opera è quello di “togliere i viventi in questa vita dallo stato di miseria e condurli allo stato della felicità” (Epistola XIII a Cangrande della Scala).

Dante mi piace perché non scrive per se stesso, scrive per gli altri.

Scrive per dare un messaggio, per cambiare le cose, per incoraggiare, per dire che il cambiamento è possibile.

Dopo la “selva oscura”, dopo il viaggio che ha fatto con Virgilio – la sua guida – per attraversare il terribile inferno… c’è la luce: “e quindi uscimmo a riveder le stelle” .

Dopo le tenebre e le sofferenze della perdizione umana…la speranza, la luce e la redenzione.


di Letizia Guagliardi | 05/04/2023

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