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Rossano (Cosenza) - Come l'acqua


di LETIZIA GUAGLIARDI - “Sta piovendo da un bel po’ e vado alla finestra. Osservo l’acqua che scorre in grossi rivoli. Dove sta andando? Li seguo incuriosito e scopro che si infilano dovunque ci sia un’apertura. Quando incontrano un ostacolo lo aggirano e continuano ad andare avanti. All’acqua non gliene importa niente dei problemi che incontra, né si arrabbia né dà la colpa a qualcuno.

Voglio essere anch’io così: ricettivo a ogni possibilità, pronto a superare le difficoltà.

Poi vedo che questi rivoli, quando incontrano delle buche, di qualsiasi grandezza, le riempiono e ne prendono la forma. Quando si riempiono le formine per il ghiaccio, l’acqua si adatta al nuovo ambiente e alla nuova circostanza. Se la formina è rotonda, diventa rotonda, se è a forma di cuore diventa tale. Cambia forma, diventa solida ma non si svilisce, lei sa che è sempre acqua.

Anch’io voglio avere questa capacità pur rimanendo sempre me stesso.

L’acqua, goccia a goccia, si sa, scava la pietra, perché è paziente e risoluta. Anche a me servono pazienza e determinazione, soprattutto in questo posto.

L’acqua, scorrendo verso il mare, va sempre avanti, non si guarda indietro, nè si ferma, è imperterrita, perché ha un obiettivo: vuole unirsi al mare.

Anch’io ho degli obiettivi, perciò devo essere deciso e perseverante.

Prima di arrivare al mare, però, l’acqua disseta tutto ciò che incontra nel suo percorso: piante, animali, persone.

Anch’io voglio avere la sua generosità, pronto a condividere con gli altri quello che di buono ho ricevuto.

L’acqua che stagna è putrida e melmosa, quella che scorre è fresca, limpida, cristallina.

Voglio essere proprio così: senza spigoli, senza lati duri, chiaro e trasparente.

L’acqua sa trovare dei sentieri segreti, dei passaggi che solo lei vede.

Anch’io voglio questa curiosità, per esplorare percorsi nuovi, anche a rischio di perdermi, perché so per esperienza che quei sentieri che sembrano non avere via d’uscita sono proprio quelli che mi portano in luoghi bellissimi.

Soprattutto, come l’acqua, voglio lavare tutto ciò che è sporco e spegnere tutto quello che si incendia. Voglio essere un sollievo per gli altri, proprio come quel refrigerio che proviamo quando immergiamo le nostre mani che bruciano o i nostri piedi stanchi e doloranti in una bacinella d’acqua fresca.

Mi giro per tornare al tavolo e sorrido: una volta pensavo che dalla mia finestra il panorama fosse sempre lo stesso.

Mi fermo e ritorno a puntare lo sguardo sui piccoli ruscelletti che scorrono decisi verso la loro meta e desidero la stessa fiducia di quest’acqua: anche per me ci sarà, al termine del mio viaggio, un mare pronto ad accogliermi.”

(brano tratto da: “Sulla linea…la mia vita dietro le sbarre”– Francesco Carannante/Letizia Guagliardi – pp. 207, 208, 209)

Il 22 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale dell’acqua (World Water Day). Non mi soffermo – in questo post – a parlare di quanto è preziosa e di come non sprecarla (ne ho scritto già in precedenza): ho scelto, invece, questo brano tratto dal mio primo libro (scritto insieme a Francesco Carannante) (QUI) per esaminare un aspetto diverso dell’acqua. Le sue caratteristiche (forza, capacità di adattamento, trasparenza e determinazione) possono davvero darci spunti di riflessione, preziosi esempi da seguire nella nostra vita e anche per superare i momenti difficili.

E, infine, ecco un altro tipo di acqua che bisogna proprio tenere in considerazione:

“Ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.” (Giovanni 4:14)


di Letizia Guagliardi | 29/03/2023

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