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Mandatoriccio (Cosenza) - La confessione


di DON MICHELE ROMANO - "Ricevette lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati" (Gv 20, 22b-23). Sono queste le parole pronunciate dal Signore, agli Apostoli, il pomeriggio della sua Risurrezione, dopo tre giorni di "apparente" assenza, facendoci capire quanto sia fondamentale questo compito, sia per gli Apostoli, che per noi, che avremmo dovuto credere in Lui e nella sua Misericordia, attraverso la loro "mediazione": "Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me" (Lc 10, 16a). Questo potere di perdonare i peccati nel nome di Dio, lo hanno ricevuto unicamente gli Apostoli, tanto vero, al punto che Luca riferirà dettagliatamente nel libro degli Atti: "Molti di quelli che avevano abbracciato la fede, veniva a confessare in pubblico le loro pratiche...(magiche e peccaminose - At 19, 18). Non andavano da altre persone, né confessavano "direttamente" i loro peccati a Dio, ma andavano dagli Apostoli, per ricevere il perdono che Cristo Gesù aveva dato loro, quale potere da impartire! San Paolo, ce lo ricorda in modo ancora più esplicito: "Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione"
(2Cor 6, 18). Nella successione Apostolica, il potere di impartire il perdono di Dio ai penitenti, è stato trasferito ai nostri attuali Ministri o Sacerdoti, senza interruzione storica. Tuttavia, il Sacramento della Confessione, è stato sempre bersaglio di molti attacchi Protestanti..., ma quello che è ancora più incredibile, è che sono stati molti di più, gli attacchi basati sul "dubbio", da parte dei Cattolici, che, in definitiva non vivono quella coerenza, tanto necessaria, per dare testimonianza al resto del mondo: vuoi per i tanti "abusi" del Sacramento; vuoi per la cattiva amministrazione; fino alla scarsa disposizione a riceverlo. Basti pensare, che è stato ed è, il Sacramento che fa più fatica ad essere praticato e vissuto, tant'è, che, soprattutto in questi ultimi tempi, è quello che ha cambiato più "Nomi", per essere maggiormente accolto. Siamo passati da "Confessione", a chiamarlo, poi: "Penitenza"; da Penitenza, si è proposto il termine Riconciliazione. Ma ancora quanta fatica per essere ben accetto, forse sarebbe più pertinente, e perché no: "attraente" (E qui, scusate il mio "osare"!), lo definirei: il "Sacramento della Gioia". Sì, perché in fondo, ci restituisce quella "Gioia", che il peccato ci toglie. Celebriamo, quindi, con Gioia autentica, questo grande "Mistero", perché il Signore, pur conoscendo le nostre fragilità, ha riposto nella "mediazione" dell'uomo (E si sa che un malato, lo meglio comprende un altro malato!), la sua Fiducia, e soprattutto l'Amore infinito con il quale ci ha Amati, fino a donarsi sulla Croce per noi, e ci ha Amati ancor più,
Risorgendo! Riconosciamo, quindi, con "umiltà", il nostro stato di peccatori. Ce lo ricorda San Paolo: "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Rm 3, 23). Confessiamo, pertanto, a Dio i nostri peccati, seguendo l'esempio Evangelico del figlio "prodigo": "Padre ho peccato verso il cielo e davanti a te..." (Lc 15, 21a); o quello del pubblicano al Tempio, che, in ginocchio, non osa neppure alzare gli occhi, si batte il petto, e dice: "O Dio, abbi pietà di me peccatore" (Lc 18, 13). Davanti a Dio, ci ricorda San Paolo, per i nostri peccati, siamo tutti "inescusabili"! Ed ancora, per quanto bene possiamo compiere, nessuno di noi può salvarsi da solo; ci vuole grande Fede (Fiducia), nell'Amore di Dio, Padre misericordioso: "Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve" (Is 1, 18b), un Amore che, solo, può darci: Gioia, Serenità e Pace: "È per grazia che siete stati salvati" (Ef 2, 8). Accostiamoci, perciò, al Sacramento della "Misericordia", in piena consapevolezza, osservando i requisiti e le disposizioni d'animo richiesti, diversamente, ci caricheremo di una colpa ancora più grave: per aver profanato, con la menzogna, la generosità del Creatore. San Francesco d'Assisi, a tal proposito, diceva: "Nella Confessione, se tu ti "scopri", Dio ti "copre"; Ma se tu ti "copri", Dio ti "scopre". Perciò, Signore, ti diciamo con umiltà: "Ascolta..., e Perdona!" A tutti, una serena giornata. 


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 18/03/2023

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