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Mandatoriccio (Cosenza) - Benedetto il frutto del Tuo seno, Gesù


di DON MICHELE ROMANO - Queste parole, contenute nel saluto di Elisabetta a Maria, esprimono, con parole bibliche, il contenuto della "Tradizione dei Padri e delle Madri" dell'A.T., con le "Benedizioni" elencate in Dt 28, 9-10. Elisabetta e Maria, rappresentano L'Antico e il Nuovo Testamento, la prima "Comunità", unita nella Lode di Dio: Giovanni Battista, rappresenta  l'Annuncio e l'ultimo dei Profeti, Gesù il compimento di ogni Promessa, ed il Re che inaugura il Regno di Dio. In questo incontro, ci sono solo loro, due Donne, con storie diverse, ma protagoniste di un evento, che avrebbe cambiato le sorti dell'umanità. Solo loro, dicevamo, i "Mariti", non ci sono: "Maria, entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta" (Lc 1, 40); il Marito, Zaccaria, è ancora muto per non aver creduto all'Angelo; anche Giuseppe, "Sposo" putativo (Cioè, Custode e Protettore della Santa Famiglia di Nazareth) di Maria, in questo momento, non è presente. Saranno, allora, solo queste due straordinarie Donne, a lodare Dio "a gran voce" (Lc 1, 42): Per Elisabetta, l'esperienza della nascita miracolosa di Giovanni, chiude una stagione (triste) della sua vita; per Maria, si apre l'esperienza (gioiosa) ad una Vita nuova.
Il Bambino che Elisabetta porta nel grembo, "ha sussultato di gioia" (Lc 1,44), di fronte a Gesù, nel grembo di Maria. Questo "balzare nel grembo", richiama un altro passo della Genesi, quando Rebecca, moglie di Isacco, ha in seno due gemelli, dei quali vedremo che "il maggiore, servirà il più piccolo" (Gen 25, 23c). Infatti, Esaù (il maggiore), sarà meno famoso di Giacobbe (il minore). In maniera analoga, avverrà per Giovanni e Gesù. Quando Luca, mette in bocca alle due Donne questo riconoscimento, nella doppia "Benedizione": "Benedetta tu fra le donne", e, "Benedetto il frutto del tuo seno", sta dicendo che la venuta di Dio in Terra, è pura Grazia, e non certamente merito umano, ma nel contempo, vuole sottolineare che con la loro "accoglienza", han fatto sì che si compisse la volontà di Dio. Maria sa bene come si possa sentire una ragazza, sorpresa da una gravidanza inaspettata. Nella cultura del tempo, una ragazza non sposata, sarebbe stata lapidata, per tale situazione. Tuttavia, Maria si fida di Dio, e dice il suo "Sì", permettendo a Dio Padre, di rivelarci Se stesso, attraverso suo Figlio. Notiamo anche, come nella Ave Maria e nella Salve Regina, troviamo la traduzione del termine "Seno", mentre la Versione ultima della Bibbia CEI, del 2008, traduce l'originale Greco: "Koilìa", con il termine "Grembo". In tanti sostengono, che se si usasse la parola "Grembo", per l'Ave Maria e la Salve Regina, tutto sarebbe risolto. Ma allora, per coerenza, bisognerebbe aggiornare anche altre parti della Preghiera, per esempio: la parola "Ave", andrebbe tradotta con "Rallegrati" ("Kàire"). In ogni caso, la traduzione "Seno", non è sbagliata, perché il termine Greco:"Koilìa", si presta a diverse traduzioni: ventre, cavità, grembo, viscere, ma anche "seno", inteso come intimo dell'uomo, il suo Cuore. Per questo Sant'Agostino, afferma che: "La Vergine, ha concepito Gesù, prima nel cuore che nel grembo"! Concludendo, notiamo che qui, ci troviamo proprio nel cuore dell'Ave Maria: la prima parte della Preghiera, si apre con il nome di Maria: "Ave o Maria", l'ultima si chiude, col nome di Gesù: "Benedetto il frutto del tuo seno, Gesù". È Lui, il centro della Storia della Salvezza, una Storia che prepara ed irraggia questo Nome Santo, "Un Nome, che è al di sopra di ogni  nome" (Fil 2, 9),  e che inaugurerà la Nuova ed Eterna Alleanza con Dio, dando a ciascuno di noi, la possibilità di far parte, un giorno, della Gloria del suo Regno. Continua...! Buona preghiera, e una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 11/02/2023

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