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Rossano (Cosenza) - Da che parte stare?


di LETIZIA GUAGLIARDI - Il 2 febbraio ho assistito a un’occasione davvero speciale. Nel teatro della Casa di Reclusione di Rossano c’è stata la cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico 2022/2023 del Polo universitario penitenziario. Fiore all’occhiello della manifestazione Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso nel 1992. Quasi sempre in viaggio, si spende molto per sensibilizzare e condividere la sua esperienza.

Anche quella mattina ha incontrato molti studenti: quelli dell’Iis “E. Majorana” di Rossano (la 5 A Elettronica e la 4 ITA accompagnati, rispettivamente, dai miei colleghi Fabio Cerminara e Stefania Romanello) e quelli di altre scuole della provincia di Cosenza. Perché lei vuole parlare con i giovani in eventi come questi, dedicati alla legalità e al bene, rispondere alle loro domande, condividere la sua opinione su quanto accaduto. Perché è dai giovani che dipende il futuro del nostro Paese.

È stato un fiume in piena, Borsellino. Tanti ricordi, soprattutto belli, di un papà così normale ma così coraggioso, così impegnato nel suo lavoro ma anche così presente nella sua famiglia. Una fiamma ardente, Fiammetta, ma non di rabbia e di risentimento. Di tristezza, come ha precisato lei. Per come sono andate le cose.

In un’occasione così speciale – l’inaugurazione del V anno del Polo universitario nella Casa di Reclusione di Rossano – è stato messo l’accento su un fatto incontestabile: la detenzione senza rieducazione non serve a niente. "Credo nella possibilità di cambiamento di chi ha percorso la via del male", ha detto con veemenza la Borsellino.

E lo credo anch’io perché l’ho visto con i miei occhi. Lo studio e la cultura danno la possibilità di cambiare a chi ha sbagliato e la possibilità di non scegliere più la strada sbagliata. Molti mali derivano dall’ignoranza, lo sappiamo. Tanti detenuti che ho incontrato durante la mia attività di volontariato in carcere hanno ammesso che non avrebbero scelto di stare dalla parte del male se avessero studiato. Ecco perché le iscrizioni a scuola e il proseguimento degli studi universitari all’interno del carcere sono in aumento ogni anno.

Queste persone che hanno dedicato, che hanno sacrificato la loro vita per il lavoro in cui credevano, ci hanno insegnato che nella vita è importante dire apertamente da che parte stare, se stare dalla parte di coloro che ammazzano, che opprimono, che intrallazzano, o dalla parte invece di coloro che si prodigano per gli altri, per il bene comune e il rispetto del prossimo.

Anche questo ha detto Fiammetta Borsellino. E lo studio dà questa libertà. Anche a chi ancora è dietro le sbarre.

“Vorrei che la mia esperienza servisse, prima di tutti, a voi ragazzi che che avete deciso di leggere il mio libro. È importante decidere, a un certo punto della vita, quale strada intraprendere, e non è detto che quella che sembra più facile, più larga e più affollata sia la migliore. In certi momenti i sentieri poco battuti possono portare a dei posti sorprendenti.

Amate lo studio e la conoscenza, perché questi vi apriranno gli occhi e la mente e vi daranno la libertà.” (Francesco Carannante/Letizia Guagliardi “Sulla linea…la mia vita dietro le sbarre” p.220).


di Letizia Guagliardi | 08/02/2023

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