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Reggio Nell'emilia (Reggio Emilia) - Città interculturali, ieri amministratori da Europa, Stati Uniti, Giappone, Canada, Messico per confrontare i modelli di integrazione e coesione sociale


I rappresentanti di città europee ed extra europee che aderiscono al programma Intercultural cities, promosso dal Consiglio d’Europa per lo sviluppo del dialogo culturale, si sono riuniti ieri a Reggio Emilia – capofila del progetto e unica città italiana a far parte del network - per confrontarsi sulle diverse esperienze di integrazione realizzate in Europa e nel mondo. In Sala del Tricolore, i rappresentanti degli undici paesi europei che hanno dato vita al network e le delegazioni dei nuovi aderenti (Giappone, Stati Uniti, Messico, Canada) hanno portato testimonianza – riferisce testualmente una nota dell’Ufficio stampa del Comune di Reggio Emilia - delle rispettive realtà di integrazione e convivenza e delle politiche di coesione sociale, educazione e ambito sanitario messe in campo dai loro paesi.  L’incontro, dal titolo “Le città interculturali: una migliore gestione della diversità e dell’integrazione”, è stato aperto dall’assessore comunale alla Coesione e Sicurezza sociale Franco Corradini. “Le città oggi fanno spesso fatica a trovare la chiave interpretativa della presenza dei migranti e a mettere in pratica adeguate politiche di governance – ha detto Corradini - ma le città hanno una grande responsabilità rispetto a questo tema perché sono crocevia della convivenza. Per questo devono individuare buone prassi e coinvolgere tutti i diversi soggetti del territorio nell’affrontare le tematiche dell’integrazione e lavorare insieme affinché la diversità sia percepita come potenzialità. È  necessario elaborare governance che coinvolgano istituzioni, sindacati, forze economiche e il mondo della scuola perché l’educazione ha un ruolo fondamentale rispetto alla convivenza. È in quest’ottica che abbiamo operato in questi anni nell’area della stazione di Reggio, una zona caratterizzata da una forte presenza di migranti, confrontandoci con i diversi soggetti del territorio e gli stessi cittadini”. “Reggio ci offre un ottimo esempio di lavoro per l’integrazione attraverso l’educazione e la gestione delle relazioni di vicinato – ha detto Irena Guidikova, coordinatrice di Intercultural Cities per il Consiglio d’Europa - Un lavoro che sarà di ispirazione per i partecipanti perché qui a Reggio c’è molto da imparare. Obiettivo di questo lavoro è inoltre allargare il più possibile la rete anche fuori Europa, come sta già avvenendo con le nuove adesioni, per poter arricchire il nostro sguardo sulla gestione della diversità”.  Al dibattito è intervenuto anche Gérard Bouchard, docente universitario che, illustrando diverse esperienze di integrazione, ha sottolineato come non esista una vera risposta o una ricetta al problema dell’integrazione e come sia fondamentale il confronto perché ciascuno possa imparare dall’esperienza altrui. Andrea Stuppini della Regione Emilia Romagna ha invece sottolineato che le parole chiave dell’integrazione e della convivenza sono racchiuse in: lingua italiana, mediazione culturale e lotta al razzismo e alla discriminazione. Il confronto ha coinvolto testimonianze dei rappresentanti di Figueras (Spagna), Sherbrooke (Canada), Ginevra (Svizzera), Turnouth (Belgio), Amadora (Portogallo) e Tokyo (Giappone), Città del Messico (Messico), Montgomery (Usa), Dublino (Irlanda), Copenaghen (Danimarca), Lisbona (Portogallo), Tokyo (Giappone). L’incontro di Sala del Tricolore è stato preceduto dalla cerimonia di premiazione di un gruppo di cittadini di origine straniera residenti a Reggio Emilia che hanno partecipato al progetto ‘I colori del dono’, promosso da Centro interculturale Mondinsieme e associazioni di volontariato per promuovere la donazione di sangue e organi presso le comunità straniere. Irena Guidikova del Consiglio d’Europa ha consegnato gli attestati a dieci dei partecipanti provenienti da India, Sri Lanka, Sengal, Georgia, Moldavia, Marocco, Colombia, Burkina Faso. “Questa iniziativa – ha detto -  ha un grande valore simbolico perché non solo dimostra che gli stranieri partecipano al benessere della comunità ma anche che abbiamo colori diversi ma abbiamo tutti lo stesso sangue”. Il percorso di formazione, realizzato insieme ai rappresentanti di Avis, Aido, Admo, ha infatti offerto l’occasione per dar vita a iniziative di promozione della donazione presso le comunità straniere e portato all’attenzione della comunità locale l’impegno sociale degli stranieri. Attualmente sono 108 nel Comune di Reggio gli stranieri donatori di sangue, 503 in provincia. Nel solo Comune l’incremento nell’ultimo anno è stato del 38%, un dato che si appresta a crescere ulteriormente poiché altri 69 cittadini stranieri si sono recentemente inscritti all’Avis e hanno dato la loro disponibilità a donare sangue. Le donazioni degli stranieri hanno quindi contribuito sensibilmente all’incremento complessivo delle donazioni dell’ultimo anno che sono salite – conclude testualmente la nota stampa - del 14%.        

di Redazione | 24/10/2010

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