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Mandatoriccio (Cosenza) - "Sono venuto a gettare fuoco sulla terra"


di DON MICHELE ROMANO - La pagina odierna del Vangelo (Lc 12, 49-53), che potremmo definire il "Vangelo della spada", che penetra e divide, ci mostra come Gesù sia pienamente consapevole del carattere esplosivo e radicale della sua venuta. Ricorre ad un linguaggio talmente chiaro, che nella sua "durezza", non concede deroghe o appelli. "È venuto a gettare fuoco sulla terra": Lo Spirito Santo scenderà a Pentecoste su Maria e gli Apostoli nel Cenacolo, "come lingue di fuoco" (At 2, 3); È venuto per ricevere un "Battesimo di sangue", quale suprema testimonianza della sua immolazione sulla Croce. Lui, autore della Pace, oggi afferma con determinazione, di non essere venuto a portare la Pace, bensì la guerra, la divisione (v 51). Proviamo a comprendere meglio il significato di questa espressione, che mai avremmo pensato di poter ascoltare dalla viva voce di Gesù ai suoi discepoli. Il vero "fuoco", si è manifestato nella sua venuta e nel suo Amore, un fuoco che arderà per sempre nella storia, dando forza e vigore ai deboli, sapienza e luce al cammino della Chiesa. Il vero discepolo del Signore, sa che la forza di questo fuoco non solo genera "fermezza" nella sua fede, ma è anche consapevole che questa sua coraggiosa e profetica testimonianza, nell'annuncio del Vangelo, sarà anche motivo di lotta e di persecuzione da parte di coloro che (" I lupi..."), lungi da ogni ragionevole previsione, si pensava fossero le persone a noi più vicine (Vedi Giuda con Gesù). Tuttavia, non è il caso di scoraggiarsi. Il linguaggio di Gesù, è tipico di una Persona che mostra grandi desideri: vorrebbe col suo "fuoco" vedere il mondo bruciare di carità, di amore vero, senza compromessi o finzioni. Il suo grande "Progetto" (La salvezza dell'umanità, col Battesimo della sua morte in Croce), non vede l'ora di vederlo realizzato. Con questo, insegna anche a noi, a possedere questa "santa inquietudine", a rifuggire ogni neutralità o compromesso, ad essere persone che coltivano grandi progetti (Chi non "sogna" e coltiva "desideri"), è un pusillanime! Non possiamo vivere come pappamolli, che si accontentano della "Laurea sulla mediocrità", anche a costo di scontrarsi con gli affetti di casa, costi quel che costi, rifiutando silenzi e compromessi. Avanti dunque, ci esorta Gesù, non accontentarti mai di quello che sei, punta "in alto", come i Santi che hanno aspirato al massimo! Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 20/10/2022

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