We're sorry but our site requires JavaScript.

 


Mandatoriccio (Cosenza) - "Guai a voi farisei"


di DON MICHELE ROMANO - Nel Vangelo di oggi (Lc 11, 42- 46), notiamo come Gesù usi un linguaggio di condanna, e un atteggiamento molto severo, sia nei confronti dei farisei, che dei dottori della legge, che, pure impegnati nel campo religioso, tuttavia, hanno modi troppo umani di "vedere" l'osservanza della volontà di Dio. Spesso Gesù ha usato argomentazioni che rientravano nel quadro dell'interpretazione rabbinica della Legge, ma in maniera del tutto nuova e diversa, perché: "Egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi" (Mt 8, 29). I farisei erano gli "scolari", docili e fedeli, dei dottori della Legge, essi realizzavano nella vita ciò che questi insegnavano. Ecco perché i rimproveri che Gesù rivolge ai farisei, colpiscono anche loro. Essi, travisando la Legge, che Dio ha dato per il bene e per la salvezza degli uomini, loro, usando mille cavilli per sottrarsi egregiamente alla sua osservanza, con la loro dottrina e la loro interpretazione, la rendono un peso insopportabile. I farisei, essendo molto vanagloriosi, all'esterno si mostravano osservanti scrupolosi ed irreprensibili della Legge, ma solo nelle "piccole" cose: "Guai a voi farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe" (v 42a), e poi la calpestavano nei comandamenti essenziali: "E lasciate da parte la giustizia e l'amore di Dio" (v 42b”). Gesù esige che la Legge sia osservata nella sua interezza: "Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle" (v 42c). Il precetto più importante rimane sempre il comandamento dell'Amore (Lc 10, 27). Chi ama, è ingegnoso, creativo, anche dalle piccole cose ottiene gioie e meriti di fronte a Dio, perciò chi ama davvero, compie tutta la Legge: "Pienezza della Legge infatti è la carità" (Rm 13,10). Chi non ama, non osserva nulla; invece di amare Dio e il prossimo, il fariseo (E qui, ahimè, c'è posto per tutti!), ama se stesso, mette al centro il proprio io, al posto di Dio. Quando anche noi, ci poniamo sopra il "piedistallo", dal quale giudichiamo i nostri fratelli fratelli, è allora che sperimentiamo come il monito di Gesù "Guai a voi", è rivolto proprio a ciascuno di noi. Non serve un' osservanza della Legge, che ha per movente l'ambizione, ma deve essere piena obbedienza e fedeltà alla volontà del Padre: "State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei Cieli" (Mt 6,1). Ogni buon Educatore (Genitori, Maestri, Sacerdoti, ogni buon Cristiano), è colui che, in maniera coerente, si sforza di vivere le virtù che insegna. Quanto è bello essere un Testimone, più  che un Maestro (S. Paolo VI). Quante volte, forse anche noi nella nostra vita, abbiamo poco da invidiare a scribi e farisei  quando riduciamo la fede all'osservanza sterile di norme ("Pesanti fardelli), rendendo così faticoso, ai nostri fratelli, Il cammino che conduce a Dio, mentre noi ci sentiamo esenti, perché esperti delle "cose di Dio", e ci attribuiamo privilegi, che i comuni mortali, non si sognano di avere, neanche lontanamente. Lo Spirito Santo, ci faccia prendere consapevolezza della nostra mediocrità, recuperando così la priorità dell'amore nella nostra vita! Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 12/10/2022

Pubblicità

vendesi tavolo da disegno Spazio pubblicitario disponibile


Testata Giornalistica - Registrazione Tribunale di Rossano N° 01/08 del 10-04-2008 - Nessun contenuto può essere riprodotto senza l'autorizzazione dell'editore.

Copyright © 2008 - 2024 Ionio Notizie. Tutti i diritti riservati - Via Nazionale, Mirto Crosia (CS) - P.IVA: 02768320786 - Realizzato da CV Solutions

Ogni forma di collaborazione con questo quotidiano on line è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita - E-mail: direttore@ionionotizie.it