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Mandatoriccio (Cosenza) - "Per Crucem tuam, redemisti mundum"


di DON MICHELE ROMANO - Oggi, la Liturgia ci fa celebrare la Festa dell'Esaltazione della Santa Croce, una Festa che risale a 628, quando l'Imperatore Eraclio, recuperò dalla Persia la Santa Croce, che era stata trafugata, e proprio come oggi, il 14 settembre di quello stesso anno, fu portata in processione a Gerusalemme, dallo stesso Imperatore, ed inclusa nel calendario liturgico, come Festa comune all'Oriente e all'Occidente. Il Vangelo di oggi (Gv 3, 13-17), ci dice che la Croce, è la Gloria e l'Esaltazione di Cristo, è il Calice prezioso che raccoglie tutte le Sue sofferenze, è la vera Cattedra da cui ascoltare ogni insegnamento di vita. È solo con la Fede, che l'umanità potrà comprendere l'evento scandaloso e sconcertante della Salvezza, ottenuta per mezzo della Croce, e guarire dal suo "male", proprio come gli Ebrei un tempo, nel deserto, guarirono dai morsi dei serpenti velenosi, guardando il serpente di bronzo, che Mosè, per comando di Dio, aveva fatto "innalzare", come segno di vita (Nm 21, 4-9). Anche la nostra vita, è quotidianamente esposta ai morsi del serpente: il diavolo! Ma Dio Padre, ha mandato a noi il suo Figlio per salvarci, e questa è la sua più alta manifestazione, perché: "Dio è Amore" (1Gv 4, 8-16). La missione di Gesù, è quella di portare agli uomini la Salvezza: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chi crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (v 16). Paolo canta questo prodigio della Croce, operato da Gesù che: "Essendo Dio, svuotò se stesso, divenuto simile agli uomini, si umiliò come più non poteva, e divenne obbediente fino alla morte e alla morte di croce, per riparare l'antico peccato, peccato, di originale superbia" (Fil 2, 7-8). Ecco perché oggi, dice il Vangelo: "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" (Gv 19, 37), ed il mistero di Amore continua:  "Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12, 20). E il paradosso ancora prosegue: "Proprio per questo Iddio lo esaltò e gli diede un nome, che al di sopra di ogni altro nome (Fil 2, 9). Da qui trae origine la sua nuova Regalità: "INRI"-Iesus Nazarenus Rex Iudeorum, leggiamo sulla Croce! Nell'Esaltazione della Santa Croce, il suo Nome, diviene: "Il Re dei Re", perché "nel nome di Gesù, ogni ginocchio si pieghi, nei cieli, sulla terra, e sotto terra" (Fil 2, 10). Nel Battesimo, siamo stati tutti segnati col segno della Croce, ed oggi per noi, fare il segno della Croce, significa "proclamare la nostra appartenenza a Cristo, e professare la nostra fede nella potenza della Passione del Signore" (San Tommaso). Non c’è cerimonia Liturgica, che inizi senza questo "Segno", che nel linguaggio biblico, ha due significati: 1)- Dio ci Bene-dice, cioè, ci vuole bene (Gen 28, 3); 2)- Noi Bene-diciamo Dio, ovvero, lodiamo e rendiamo grazie per tutti i suoi benefici (Gen 4, 20; Sal 113). Anche nella Santa Messa, alla proclamazione del Vangelo, i fedeli, mentre rispondono: "Gloria a te, o Signore", sono invitati a tracciare col pollice, un segno di croce: sulla fronte, sulle labbra, e sul petto, per auspicare che la parola di Dio che ascoltiamo, diriga i nostri pensieri, le nostre parole, e le nostre azioni, cioè, tutta la nostra vita. Oggi, festeggiare la Croce, è mettersi dalla parte dei sofferenti, di quanti sono nella disperazione, per far sì, che la gioia della Redenzione, portata a compimento da Gesù, con la sua Morte e Risurrezione, possa raggiungere, ogni uomo di questa terra. Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 14/09/2022

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