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Il campo di impegno sociale, promosso dalla congregazione delle “Missionarie dell'Immacolata”, conosciute anche come le “Suore del Pime”, ha fatto tappa a Mirto Crosia. Nella cittadina ionica è stata realizzata l’ultima giornata, quella conclusiva, presso la parrocchia “San Giovanni Battista”, guidata dal parroco, don Giuseppe Ruffo. Il campo, interrotto durante gli anni della pandemia, è ripartito da Corigliano – Rossano.  A crederci e a volerlo sono stati una quindicina di ragazzi, tra 18 e i 27 anni, con i loro animatori e le suore missionarie dell’Immacolata, guidate da suor Antonia Dal Mas, che da circa tre anni sono presenti a Santa Maria delle Grazie nell’area urbana di Rossano. Provenienti dalla Lombardia i ragazzi hanno accolto le proposte di impegno e di servizio che per una settimana li invitavano a mettersi in gioco nel sociale. Varie le attività che hanno scandito le loro giornate, alternate da incontri e testimonianze: dal servizio mensa in Caritas, alle giornate in spiaggia con gli amici diversamente abili, dalla giornata ecologica all’incontro con i ragazzi del progetto estivo ‘l’Aquilone’, fino a costituire una vera e propria ‘unità di strada’ per l’incontro con le ragazze che lungo la 106 spendono parte della loro vita. “I care”, il motto di don Milani posto sulla porta della scuola di Barbiana,  è stata la parola d’ordine che li ha guidati e orientati, giorno per giorno, sfidandoli ad avere cura innanzitutto di se stessi, degli altri,  dell’ambiente e di Dio, fin ad accorgersi che l’ I care può essere possibile, duraturo ed efficace soltanto se diventa una scelta di tutti, coniugata quindi al plurale: “we care”. Passare dall’io al noi, come ricorda Papa Francesco nella “Fratelli tutti”, è la sfida decisiva, oggi. Lo hanno confermato le Monache Agostiniane nel toccante racconto della loro storia vocazionale e della loro nuova fondazione a Rossano con il loro progetto di un ‘Giardino ecologico’ per riconnettere tutti  all’essenziale.  Lo ha ribadito l’Arcivescovo di Rossano – Cariati, mons. Maurizio Aloise che ha accolto e dialogato con l’intero gruppo, regalando a tutti una rilettura personale della parabola del buon samaritano con l’invito a essere quel giumento su cui viene caricato il fratello bisognoso di cure. Lo ha  testimoniato anche don Giuseppe Ruffo che da giovane sacerdote si è ispirato a don Pino Puglisi per affrontare le sfide quotidiane  del suo ministero e nella conduzione parrocchia affidatagli. Antonio Iapichino