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Mandatoriccio (Cosenza) - "I figli sono esenti"


di DON MICHELE ROMANO - Nel brano evangelico di oggi (Mt 17, 22-27), Gesù proclama il secondo annuncio della sua morte e Risurrezione, provocando la tristezza dei suoi discepoli: "Ed Essi furono molto rattristati"  (v 23b). Questa loro grande tristezza, deriva certamente, dalla incapacità di comprendere, che la Risurrezione, già annunciata nella Trasfigurazione (Mt 17, 18), deve essere preceduta necessariamente, dalla sofferenza e dalla morte (v 23a). È ancora, e sempre, questione di poca fede! In questo brano, viene messo in risalto, anche il pagamento della tassa per il Tempio (Diversa dal tributo a Cesare). Alcuni di questi esattori, chiedono a Pietro: "Il vostro maestro, non paga la tassa?" (v 24b). Pietro risponde: "Sì". Infatti, fin dai tempi di Neemìa (V sec. a.C.), i Giudei che erano ritornati dall'esilio in Babilonia, si impegnarono solennemente nell'assemblea, a pagare le diverse tasse ed imposte per il funzionamento del Tempio (Un po' come oggi per noi, l'8 per mille), e per il servizio Sacerdotale (Ne 10, 33-40). Gesù, tuttavia, sebbene "è più grande del tempio" (Mt 12, 6), non si sottrae, per non dare scandalo, e soprattutto non accampa diritti e privilegi, che pure Gli sarebbero dovuti, e dice a Pietro; "Va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala loro per me e per te (v 27). (N.B.:  Ancora oggi  peschiamo questo pesce, chiamato appunto "pesce San Pietro", dalla bocca larga, capace di contenere una grossa moneta). I veri figli di Dio (Quelli che riconoscono in Gesù, il Figlio prediletto del Padre), sono di per sé esonerati dal pagare le imposte per il Tempio, perché il Regno di Dio, non richiede questa appartenenza "tassata", ma Gesù, dicevamo, non si sottrae, perché non ci sia uno scandalo. Ecco perché questo Suo atto acquista un valore di "segno": diventa nel tempo un atto di libertà e di condivisione. Di libertà assoluta, nei confronti della legge del "Dare per Avere", ossia un dare, non per essere ripagati, ma per essere partecipi e condividere. Interessante sottolineare, come Gesù paghi la tassa, non solo per sé, ma anche per Pietro. A dire che, non solo il Figlio di Dio, non accetta privilegi, ma donerà la Sua vita per il mondo, pagherà di tasca sua il prezzo del nostro riscatto. In fondo, la Scrittura ci conferma, che il desiderio di Dio, è stare sempre al fianco dell'uomo. Dice infatti, il Libro dei Proverbi: Giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo" (Pr 8, 31). I commenti  che poi si sono susseguiti, su questa pericope, sono tutti improntati a delineare i rapporti" Cristiano e Stato, Chiesa e Società, pagare o meno le Tasse, ma in definitiva, questo insegnamento evangelico di oggi, è che ognuno di noi, deve poter essere: sia un buon Cristiano (Nella sequela di Cristo), e sia un bravo Cittadino (Assolvendo a tutti gli obblighi della società in cui vive). Cristo, che proclama la sua identità  di Figlio di Dio, che ci ha costituiti nel Battesimo: "Tempio" dello Spirito Santo, da noi, quale unico "Tributo", vuole la nostra filiale obbedienza a Lui. Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 08/08/2022

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