di DON MICHELE ROMANO - Nel capitolo 20 del Vangelo di Giovanni (Poi, il capitolo 21, sappiamo essere un'aggiunta, fatta probabilmente in tempi successivi, da un discepolo, redattore finale), si susseguono quattro episodi, che mirano a farci prendere coscienza (Anche a noi, quindi, oggi!), dell'evento grandioso, che è la Risurrezione di Gesù. Il brano del Vangelo di questa II domenica di Pasqua (Gv 20, 19-31), parlandoci delle prime due apparizioni, ci mostra i Discepoli (E molto probabilmente, anche le discepole), che se ne stanno "rinchiusi", con le porte sbarrate, "per timore dei Giudei". Sono impauriti, non sanno più cosa pensare, degli ultimi fatti accaduti: i due discepoli di Èmmaus che non l'hanno riconosciuto; la tomba vuota; i Giudei che raccontano falsità. E loro sono lì, tutti con con un proprio "rimorso", nei riguardi di Gesù. C'è chi lo ha tradito, chi lo ha rinnegato, chi è fuggito, e si è nascosto; nessuno lo ha difeso; più che stargli vicino, nell'ora cruciale nel Getsèmani, si sono addormentati. Infatti, tutti lo hanno piantato "in asso". Fatta Salve qualche donna (Non credute, perché ritenute persone emotive), ognuno avrà avuto modo di scoprire la sua viltà, la sua pochezza, e la sua pusillanime amicizia col Signore. Ed ecco, la recondita "attesa", si realizza: "Gesù stesso, "viene e stette in mezzo a loro" (v 19b), mostrandosi "vivo" nella concretezza dei Segni della sua Passione: mani e fianco feriti.
Il saluto di Gesù: "Pace a voi..." (Per ben due volte), spazza via ogni turbamento e recriminazione, riempie il cuore "di gioia" (v 20). Attraverso il Dono dello Spirito Santo: "Ricevete lo Spirito Santo"
(Ricevettero la loro "Confermazione"), trasmette ai discepoli, non solo la missione ricevuta dal Padre (v 22), ma anche il potere di "rimettere i Peccati" (Istituzione del Sacramento della Confessione), ovvero togliere gli ostacoli che separano l'uomo da Dio, è come trasmettere a tutti, la "Pace", che Gesù ha donato loro.
La prima "Assoluzione", agli Apostoli e all'intera umanità, è Gesù stesso che la dà, ora siamo, potenzialmente, tutti "in Pace" con Lui. Anche oggi, vediamo quanta fatica fa questo dono della Confessione, ad essere accolto dall'uomo: basti pensare che è il Sacramento, che ha cambiato più nomi: da Sacramento della Confessione, si è poi passati a chiamarlo Sacramento della Penitenza; a seguire Sacramento della Riconciliazione; ed oggi per favorirne la partecipazione, a mio modesto parere, sarebbe meglio denominarlo "Sacramento della Gioia", a significare che ci restituisce quella gioia, che il peccato ci toglie. Oggi, nel Vangelo, mi colpisce anche lo "scetticismo" di Tommaso, che bene o male, ci rappresenta un pò tutti. Con lui, siamo anche noi a porre la nostra mano, nel costato di Cristo, perché solo allora, dopo "aver visto e toccato",
diveniamo capaci di accogliere il suo "mandato": "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (v 21).
Il bello, è che sarà proprio Tommaso, l'Apostolo più "fragile" ("Dìdimos), ad insegnarci la forza della Fede ritrovata: " Mio Signore e mio Dio" (v 28), ma darà a Gesù anche l'opportunità di donarci la "nona" Beatitudine: "Beati quelli che non hanno visto, e hanno creduto... (v 29b). Infine, questa Domenica, con l'Enciclica "Dives in misericordia", di San Giovanni Paolo II, oggi è universalmente conosciuta coma la Domenica della "Divina Misericordia".
Misericordia, è un termine, composto da due parole: "Miseria" e "Cor", a dire che Dio pone, la nostra Miseria, nel suo Cuore: "Per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio" (Dal Preconio Pasquale), Non vanifichiamo il progetto di Dio, con la nostra indifferenza. Accogliamo, mediante la Fede e la conversione, il prezioso tesoro della Divina Misericordia. Buona Domenica in Albis ("In Bianco"), così denominata, perché nell'antichità, proprio in questo giorno, ottava di Pasqua, i Neòfiti (Neo-Battezzati),tornavano in Chiesa, con le Vesti "Bianche" del loro Battesimo. Alleluia !
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di Redazione
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