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Mandatoriccio (Cosenza) - Mai!


di DON MICHELE ROMANO - Questo testo di Giovanni (Gv 7, 40-53), non ci offre nessuna parola del Maestro, ma solo le conseguenze di quello che Lui diceva, presentandoci le diverse reazioni che suscitano le sue parole. Certo, il parlare di Gesù, non lasciava indifferenti quelli che lo ascoltavano, tant'è che "tra la gente nacque un dissenso  riguardo a lui" (v 43). Da una parte viene proclamata l'autenticità della Fede in Gesù, Figlio del Dio vivente, fattosi carne, venuto ad abitare in mezzo a noi. È Lui la Verità, una Verità, che non possono fare a meno di "confessare", persino le Guardie, liberi da ogni condizionamento, che esprimono la loro sincera ammirazione su Gesù, e mettono in risalto il fascino che emanava da Lui: "Mai un uomo, ha parlato così" (v 46).
I Farisei, invece, reagiscono con stizza, manifestando apertamente la loro animosità e il loro accecamento, perché essi, si ritenevano depositari di tutte le "verità",  (Interpretate sempre, con presunzione e miopia), attribuiscono ad un inganno tutto l'accaduto, e  rimproverano le Guardie, per non  averlo arrestato, in quanto affermano (Riguardo a chi non interpreta la Legge, alla loro maniera!):  "Questa gente che non conosce la Legge, è maledetta" (v 49). Ammirevole, e degno di stima, (Quanto inefficace, purtroppo!), è da considerare l'intervento difensivo di Nicodèmo, circa la legalità del loro atteggiamento, perché nella Legge era prescritto: "Che si doveva indagare con diligenza, per evitare false testimonianze"   (Dt 1,16-17). Ma Gesù, per loro, è stato già condannato, senza alcun processo (vv 50-51). Questo ci dice che, talvolta, è più facile annunciare e far conoscere Cristo ai "lontani", che correggere i modi di pensare di tanti "presuntuosi", che si professano religiosi e praticanti, ma che, ahimè,  sono accecati dalla maledetta superbia, e da quella stupida arroganza, che è capace di "guastare", anche le migliori intenzioni. Se proprio vogliamo dirla tutta, con sincerità, il "Fariseismo", è tutt'altro che sopìto, anzi trova ancora tanto spazio, anche nella santa Chiesa di Dio. Oggi, come allora, i Cristiani, nell'imitare e nel seguire Gesù, dobbiamo essere coraggiosamente "diversi", "segni di contraddizione" nel mondo, usare ed osare, il suo stesso linguaggio, tipico della "Carità e dell'affetto", linguaggio, oggi, più che mai,  necessario, perché  comprensibile da tutti. Non serve trincerarci,  nelle nostre certezze, che poi finiscono sempre, per renderci ipòcriti, occorre che ci apriamo al "nuovo", cambiando il nostro modo di pensare e di vivere, facendo spazio alla "Meraviglia", la sola capace di farci sorprendere della potenza rivoluzionaria e sconvolgente della Buona Notizia del Vangelo. Certamente, capiterà anche a noi, di essere "presi in giro" o di essere incompresi per la nostra testimonianza di Fede. La perìcope evangelica, è folgorante nella sua conclusione:  "E ciascuno, tornò a casa sua"! Non possiamo, anche noi,  ritornare ognuno nelle nostre case, e rimanere irrigiditi sulle nostre posizioni e pregiudizi. Ci sia di sprono la certezza, che Gesù, dopo aver detto tutto, tace. Ma noi, davanti al silenzio della sua morte in Croce, siamo capaci di schierarci? Buon cammino quaresimale.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 02/04/2022

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