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Mandatoriccio (Cosenza) - Padre - Figlio


di DON MICHELE ROMANO - Questa di oggi, è la quarta Domenica di Quaresima, chiamata "Laetare"("Rallegratevi"): ..."Festeggiate a Gerusalemme, rallegratevi con lei" (Antifona d'ingresso). Il brano del Vangelo odierno (Lc 15,1-3.11-32), ci presenta una tra le parabole più belle e coinvolgenti: la parabola del " Padre misericordioso". Tre sono le "Icone" che la caratterizzano:  - Il desiderio di libertà del figlio "minore", metafora di ogni giovane che ama osare, sentirsi libero, ed il Padre che rispetta la sua libertà; - La seconda icona, presenta questo giovane, che dopo l'esperienza traumatica del peccato, rientra in sè stesso:  "Allora ritornò in sé..." ( v 17a), ritorna a casa, sperimentando, con grande sorpresa, l'abbraccio  Paterno e misericordioso del Padre; - La terza icona, ci mostra lo "sguardo" di Dio, il "vedere dentro" di Dio: "Suo Padre, quando era ancora lontano, lo vide..." (v 20a), e questo ci ricorda la bellezza di essere Figli Amati, sempre e comunque. Ma c'è una quarta icona, che quasi mai, è piacevole menzionare: il figlio (cosiddetto) "maggiore". In fondo, il vero destinatario della parabola è lui. Anzi, dobbiamo dire, che in questo  figlio maggiore, spesso ci identifichiamo  tutti noi, quando accecati dall'invidia, non riusciamo ad accettare l'amore incondizionato e gratuito di Dio. Tant'è che moltissimi di noi, in questa circostanza,  avrebbero preferito che il Padre, più che la Misericordia, avesse fatto meglio ad  applicare la Giustizia. Ma ecco che il Padre, ci sorprende per la sua grande Misericordia, ed  anziché donarci tante volte, un meritato castigo, dopo il nostro peccato, dimostra che non si è mai dimenticato di noi. Ogni giorno, oggi come allora, scruta dal Cielo l'orizzonte, nella viva speranza di vederci ritornare a Lui. Appena ci intravede,  "scende subito", e commosso, ci abbraccia. Ci sia sempre di consolazione, la certezza, che la pesante fatica del ritorno, dalla Valle dei porci, alla casa del Padre, se l'è già addossata lo stesso Gesù, che ci precede, carico della Croce, fino al Monte della Risurrezione. Tuttavia, mi colpisce, nel  racconto della parabola, quel "ma", del v 22a, che fa un po' da spartiacque. Notiamo che il figlio, si è preparato la "richiesta di perdono" al Padre..."Ma", il Padre, come se nemmeno lo ascoltasse, perché per Lui, il passato non conta ("Anche se i tuoi peccati, fossero rosso come scarlatto, diventeranno bianchi come neve" - Is 1,18), e pieno di gioia, commosso, lo abbraccia, ed ordina per lui, la grande Festa (Fino a fare ammazzare il vitello grasso, che ogni famiglia allevava, per i grandi eventi, come, ad esempio, il Matrimonio).
Avrebbe anche potuto accoglierlo come "schiavo" (Secondo la legge vigente), ma il Padre è così contento, di averlo riavuto come "Figlio (E  l'anello al dito nè è la prova - v 22b), che manifesta in lui, tutta la sua gioia e il suo amore. Certamente, sarà stato tutto questo, a determinare il cambio del nome alla parabola. Prima conosciuta come la parabola del "Figliol prodigo",  poi, a ragion veduta, quando si è capito che il vero "prodigo" era il Padre, è stata rinominata  la "parabola del Padre misericordioso". Come è triste, invece, l'atteggiamento del figlio denominato "maggiore", che col suo comportamento, dimostra di essere proprio lui, il "minore". Solo chi Ama, può comprendere la Misericordia. Lui (E Dio non voglia "Noi"), non ha ancora compreso, che il servizio dato a Dio, lo si deve dare, solo per amore, non certo per un "capretto, per far festa con gli amici"- v 29b). Un odio così accecante, che non gli consente più di riconoscere suo fratello: "Ora, che è tornato questo "tuo figlio"- v 30a. La parabola finisce con un "silenzio" assordante, non sappiamo se alla fine, questo figlio maggiore, sia entrato o meno alla festa. Ricordiamoci, sempre tuttavia, che la misericordia di Dio, non è una semplice amnistia, ma un grande atto di amore, tipico di un Padre che soffre, quando ci vede vivere nella sozzura del peccato, e fa di tutto, in una paziente attesa, per poterci tirar fuori dal "porcile". Non viene, tuttavia, a cercarci o costringerci, perché ci ha creati liberi, e aspetta sempre fiducioso, il nostro deliberato ritorno. Non è mai troppo tardi per "rialzarci", e tornare da Lui: Un Padre che sappiamo, ci ama e vuole sempre il nostro bene. Buon cammino quaresimale.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 27/03/2022

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