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Mandatoriccio (Cosenza) - Misericordiosi


di DON MICHELE ROMANO - Oggi Gesù, pur nella brevità del brano Evangelico (Lc  6, 36-38), ci istruisce, prima con due negazioni, poi con due affermazioni.  Negazioni: "Non giudicate e non sarete giudicati"  v 37a; "Non condannate e non sarete condannati" v 37b Affermazioni:  "Perdonate e sarete perdonati" v 37c; "Date e vi sarà dato" v 38a ! Ecco la domanda che ne scaturisce (Dopo un serio esame di coscienza):  Come devo agire, per definirmi Cristiano? Esercitare la Misericordia, non giudicare, non condannare, e soprattutto dare senza misura, sono questi i contrassegni del cristiano autentico, che lo differenziano dagli altri.  Ebbene  come discepoli di Gesù, che ha perdonato persino chi lo  stava inchiodando sulla Croce, arrivando a scusarli: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" (Lc  23, 34), siamo invitati a vivere  come il Maestro ci chiede: "Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso" v 36, diversamente, "Non possiamo dire di amare Dio che non vediamo, se non amiamo il fratello, la sorella che vediamo" (1Gv 4, 20). Non giudicate:  l'Evangelica "Trave", che ci impedisce di "vedere" le necessità o le intenzioni buone o cattive, che soggiacciono dietro ogni azione dei nostri Fratelli (Solo Dio vede nel Segreto..., è sua la prerogativa di ogni Giudizio),  questa Trave, è il "Non-Amore, l'orgoglio, il risentimento, che spesso ristagnano nel nostro Cuore:  "Solo l'Amore,  scusa tutto" (1Cor 13,7). Ciononostante, anche se noi ci comportiamo da "Infedeli", "Dio rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2Tm 2, 13). Dio non condanna, solo condona. Il suo Amore, per tutti noi, è senza limiti. Ecco perché ci chiede di amare come Lui, oltre ogni misura, al di là dei meriti degli altri, evitando i  diabolici tranelli del "dosaggio", o del "contatore",  che finiscono sempre per chiuderci, alla fine, gli stessi rubinetti della Misericordia di Dio. In fondo, il Giudizio finale, di Salvezza o Perdizione, non è operato da Dio, ma da ognuno di noi: Se io non giudico gli altri, Dio non mi giudica; se perdoniamo agli altri, Dio perdona a noi ! Interessante notare, come Luca usi, qui,  l'aggettivo "Misericordioso"  ("Oiktìrmon"= Avere compassione, vivere con il cuore vicino alla miseria degli altri), per esprimere tutta la Paternità e Maternità di Dio. Si, perché l'aggettivo "Oiktìrmon",  traduce l'ebraico "Rahamìn", che indica l'utero, a significare, cioè, un amore "viscerale", che rende Dio: Padre, per la sua Misericordia, e Madre, per la sua Tenerezza (San Clemente d'Alessandria). Ci consoli questo: Dio accoglie sempre le nostre fragilità, e senza condannare, ci aiuta ad accoglierla, e tante volte, a superarla. Sia pertanto, la Misericordia, a caratterizzare questo nostro cammino di Fede, unitamente al nostro interiore rinnovamento. Buon cammino quaresimale.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 14/03/2022

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