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Mandatoriccio (Cosenza) - Un bicchiere d'acqua


di DON MICHELE ROMANO - Quello che Gesù ci dice oggi nel Vangelo (Mc 9,  41-50), fermo restando il primato indiscutibile della nostra Anima, dotata di immortalità, è una Verità sacrosanta: convincerci della Sacralità del nostro corpo, "Tempio dello Spirito Santo". San Paolo, così esortava i primi cristiani: "Vi esorto Fratelli...,  ad offrire i vostri corpi, come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio;  è questo il vostro culto spirituale" (Rm  12,1). Purtroppo, c'è una triste realtà nella vita di noi esseri umani: non solo siamo capaci di fare il male contro Dio e noi stessi, ma spesso coinvolgiamo gli altri, rendendoli complici dei nostri peccati (Vedi tutte le forme subdole di "adescamento", anche di piccoli e indifesi, che hanno infangato "persino"  l'immagine della Chiesa, per gli scandali di tanti Sacerdoti, scaduti, purtroppo, nella pedofilia. Una Chiesa, che dovrebbe essere "Porta d'ingresso", alla contemplazione del Volto di Dio, ne è divenuta in tal modo, "Pietra d'inciampo". Che il Signore ascolti le loro richieste di perdono. Ecco perché, non deve stupirci la durezza del linguaggio, usato da Gesù. Lui condanna severamente, questi scandali, che distruggono la fede nel cuore dei Semplici: "Chi scandalizza uno di questi piccoli, è meglio per lui, che gli venga messa al collo una macina da mulino, e gettato nel mare" (Mc 9, 42). Invece, per il male che uno può fare a sè stesso, vengono citati: mani,  occhio, e piedi, a mo' di esempio,  ma è tutto il Corpo che dobbiamo rispettare, proprio perché "Tempio sacro" della Divinità. L'immagine del bicchiere d'acqua, nella sua semplicità (Così come il "Pugno di lievito"), è capace di grandi trasformazioni, ovvero, ci dà la forza di vivere la Carità, nel nostro quotidiano, soprattutto per dare credibilità, a quanto professiamo con le parole. La radicalità, nel dire di Gesù, deve farci comprendere il suo intento primario, ossia non accontentarsi delle mezze misure, ma "Compiere ogni sforzo, per entrare nel Regno di Dio"(Lc  13,24). I due modi di dire di Gesù: "Il Fuoco inestinguibile", e il "Verme" che non muore, si ricollegano nell'AT, al testo di Is 66,24 - dove si parla degli uomini giudicati da Dio, i cui cadaveri sono ammassati nella Valle dell'Hìnnon  (In ebraico "Ge  Hìnnon, da cui  deriva la parola "Geènna", che era la discarica di Gerusalemme),  cadaveri che, privi di sepoltura, sono abbandonati alla Corruzione ("Verme"), e al "Fuoco" distruttore. Il non entrare nel regno di Dio, è il fallimento totale di ogni esistenza, è il diventare "Rifiuti" da gettare nella discarica, per essere bruciati.  Il Fuoco e il Sale, fanno pensare alla "Purificazione" dei Discepoli (Vedi anche il riferimento nell'AT - Lv 2,13), che devono attuare, attraverso la persecuzione e la sofferenza.
Il Sale, sia simbolo di tutto ciò che favorisce, nelle nostre Comunità, in maniera costante e coerente (Diversamente diventiamo "Insipidi", soprattutto se ricopriamo posti di responsabilità al suo interno), favorendo lo spirito di servizio, di attenzione e stima per i nostri fratelli, rinunciando alle nostre smànie di grandezza e di potenza. Recuperiamo, pertanto, nella nostra vita, l'atteggiamento di umiltà e di quotidiana conversione, perché nessuno, si allontani dal Vangelo, a causa nostra. Una santa giornata a tutti.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 24/02/2022

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