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Mandatoriccio (Cosenza) - Il sabato


di DON MICHELE ROMANO - L'episodio narrato nel Vangelo di oggi (Mc 2, 23-28), dà a Gesù l'occasione per rovesciare la lettura legalistica e asfittica della Sacra scrittura, fatta dai Farisei.  Libera così, la Parola di Dio, da una lettura fine a se stessa, dove al centro ci siamo noi e la nostra fede, che spesso, sa di relazione "mercantile" con Dio, ma senza amore : Mi conviene comportarmi bene, così, in cambio otterrò un premio, diversamente, otterrò un castigo, proprio come nella Parabola dei Talenti, dove il servo che, dominato dalla paura, prima sotterra e poi restituisce il Talento affidatogli, che invece avrebbe dovuto far fruttificare (Mt 25, 14-30).
Non devono prevalere le nostre idiosincrasìe, ma l'Ascolto vero, di un "Messaggio" che può cambiare la nostra vita. Infatti, in risposta al loro scandalizzarsi: "Guarda! Perché fanno in giorno di sabato, quello che non è lecito? (Mc 2,24), Gesù ricorda loro che cosa fece Davide con i suoi compagni, quando "si trovò nel bisogno ed ebbe fame" (Mc 2,25b), proponendo in modo autorevole, la giusta interpretazione del "riposo" 
(Shabbàt) :"Il Sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato (Mc 2, 27). Anche il Concilio Vat. II,  nel sottolineare l'importanza della persona, si rifà a questo brano :"L'ordine sociale ed il suo sviluppo, devono subordinarsi, in ogni momento, al bene della persona... e non al contrario.  Sant'Agostino dirà :"Ama e fa quello che vuoi". Non possiamo restare "prigionieri" di una casistica farisaica, opprimente e  legalista (Pensate che c'era una serie di 39 divieti da rispettare, durante lo Shabbàt). Il comportamento del sommo Sacerdote Abiatàr, è lo stesso che oggi ci insegna Gesù. I pani dell'offerta, dei quali ci parla il Vangelo, erano i 12 pani che ogni settimana si disponevano sul tavolo del Tempio, quale omaggio delle 12 tribù di Israele al loro Dio e Signore.
Il fatto che Davide e compagni, per pura necessità, e costretti dai morsi della fame, con essi si sfamarono (1Sam 21,7), ci vuole insegnare che ogni "precetto di legge" (Infatti non era lecito mangiare -di essi-se non ai Sacerdoti (Mc 2,26b), deve cedere (Anzi, direi, "retrocedere"), davanti ad un precetto ("Bisogno", in questo caso), di legge naturale. Nessun "precetto sabbatico", si può anteporre alle elementari necessità di sopravvivenza. Ecco perché Gesù può concludere:" Perciò, il Figlio dell'Uomo, è Signore anche del Sabato". Ogni "imposizione" fino a se stessa, soffoca l'Amore: Io devo lavorare, perdonare, curare un ammalato, andare a messa la Domenica, non perché è un "obbligo" (Se no Dio mi punisce!), ma per Amore al Signore,  diversamente, ogni norma, può diventare un "Idolo", che va a soddisfare solo il nostro "Ego religioso".
Il Sabato biblico, oggi, per noi Cristiani, è la Domenica, un Dono di Dio che viene fatto alla nostra vita, per riflettere e meditare, un tempo di riposo dalle attività lavorative, per crearci uno spazio "contemplativo", per ricomporre un'armonia psico-fisica e spirituale, nella nostra esistenza. 
Mi piace concludere, con le parole di San Paolo, a questo riguardo:"La lettera uccide. È lo Spirito a dar vita. E dov'è lo Spirito del Signore, è libertà (2 Cor 3, 17). A tutti giunga l'augurio di una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 18/01/2022

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