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di DON MICHELE ROMANO - Il linguaggio apocalittico del Vangelo di oggi ( Lc 21, 20-28), deve farci cogliere l'essenza del messaggio di questi ultimi giorni dell'Anno Liturgico : Non deve essere la paura, raffigurata da queste immagini  terrificanti :"Sulla terra angoscia di popoli, per il fragore del mare, e dei suoi flutti, mentre gli omini  moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra"(Lc 21, 25b-26a), non deve essere la paura, dicevamo, ma la speranza squisitamente cristiana, che ci consentirà di raggiungere la "Pienezza di Vita", con il Signore. Una liberazione che non riguarderà solo il nostro corpo, ma anche  il mondo che ci circonda, e l'intera creazione :" Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle..."(Lc 21, 25a), così come avvenne al momento della Passione di Gesù:"Era già verso mezzogiorno, e si fece buio su tutta la terra, fino
alle tre del pomeriggio" (Lc 23, 44). Questa dimensione cosmica, incoraggia e sostiene la nostra Speranza Cristiana .
È Gesù stesso che ne conferma la veridicità:"Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube, con grande potenza e gloria"(Lc 21, 27) . Perciò siamo chiamati a vivere, ogni giorno, nella serenità dei Figli di Dio:"Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi ed alzate il capo, perché la vostra Liberazione è vicina"(Lc 21, 28), attendendo, così, la sua Parusìa, non nell'angoscia e nel timore, ma nella consolante certezza, come ci ricorda Sant'Agostino:" Come può la Sposa (La Chiesa), avere paura del suo Sposo (Il Signore Gesù) !
Anche le guerre e le rivoluzioni, non sono il segno della fine .
Gesù ci raccomanda di preoccuparci, non già del "quando", ma del "come" viviamo .
Non serve vivere nel "terrore", rifugiandoci in uno sterile passato, che vive di rimpianti e nostalgie, bensì coltiviamo la Speranza di rimanere sempre fedeli, cogliendo la presenza di Dio, anche nella contrarietà della storia. Alla fine saranno la Perseveranza e la fiducia nel Padre, che salveranno le nostre Anime. Buona giornata