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Mandatoriccio (Cosenza) - La sollecitudine di Matteo


di DON MICHELE ROMANO -  La liturgia di questo giorno (Mt 9, 9-13), festa di San Matteo, ci insegna anzitutto, come il Signore scelga per la sua sequela, persone che nella loro esistenza sono caratterizzate da evidenti fragilità, con i tratti della vulnerabilità e del limite (è nei deboli, che il Signore manifesta la sua onnipotenza).
Consapevole della sua condizione di peccatore pubblico (asservito al potere di Roma), appena si sente chiamare da Gesù: "Seguimi", lascia tutto dietro di sè (Vera Metànoia), si riconosce "malato", e ne subisce tutto il fascino. 
La sua, è una grande lezione di vita per tutti noi. Occorre che, anche noi, andiamo dietro a Gesù nella verità, senza maschera, ma con tanta fiducia nella sua misericordia, convinti che Gesù ci accoglie per quello che siamo, con i nostri limiti e i nostri peccati, rivolge anche su di noi, il suo sguardo di misericordia, sguardo rispettoso e carico di stima.
Chissà quante volte il Signore è passato anche nella nostra vita (Sant'Agostino soleva ripetere: "Temo il Signore che passa, bussa, e io non lo sento"), e noi non ce ne siamo neanche accorti. 
Matteo ci dice che la sequela di Gesù, non conosce nè "se", nè "ma", ma prontezza di spirito e capacità di fidarsi di un Dio, che rivolge il suo invito alla sequela, non per nostre prerogative o doti personali ("Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori " Lc 5,32), ma per un disegno imperscrutabile della sua infinita misericordia. 
Matteo è anche un uomo che ha piena coscienza di essere  un pubblicano perdonato, e ne ha così tanta consapevolezza, che solo nel suo Vangelo, preferisce chiamarsi col suo primo nome, Matteo, mentre gli altri evangelisti, forse per velare il suo secondo nome di Pubblicano, lo chiamano Levi .
Avendo sperimentato nella sua vita, la misericordia di Dio ("Misericordia io voglio, e non sacrifici "- Os 6,6), Matteo dice, a noi tutti, anche oggi, di non lasciarci prendere dallo scoraggiamento, vuoi per la nostra pochezza e inadeguatezza ("Dove è abbondato il peccato, è sovrabbondata la grazia e la misericordia di Dio - Rm 5,20), ma ad avere fiducia nella sua grande misericordia, fonte di ogni gioia . 
A tutti una buona giornata.


di Redazione | 21/09/2021

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