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Corigliano Calabro (Cosenza) - Il 20 agosto convegno della Sipbc-Calabria sui siti basiliani e itinerari tra i monasteri della calabria


La Sipbc, Società italiana per la protezione dei beni culturali, Sezione regionale Calabria, presieduta dal gennaio 2016  dal prof. Franco Liguori, promotrice di numerose importanti iniziative mirate a difendere e far conoscere il prezioso patrimonio storico-culturale della nostra regione (convegni sui Brettii, su Sybaris-Thurii-Copia, sulle testimonianze architettoniche calabresi dell’età bizantina, sui musei artistici diocesani della Calabria, sugli Enotri e il villaggio protostorico di Trebisacce, sui palazzi gentilizi calabresi, sul sito archeologico di Capo Colonna, sui libri degli archeologi Pier Giovanni Guzzo e  Fabrizio Mollo, ed altro ancora ), dopo il fermo forzato causato dal dilagare del covid 19, riprende la sua attività in presenza, con un incontro culturale di grande spessore culturale e su un tema che riveste una significativa rilevanza nell’ ambito della valorizzazione del patrimonio culturale calabrese, anche alla luce del recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo strumento che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare grazie all’utilizzo dei fondi europei di Nex Generation EU. Tema del Convegno di Corigliano sarà il seguente:

SITI BASILIANI E ITINERARI CULTURALI RELIGIOSI TRA MONASTERI DI CALABRIA

I “siti basiliani” fanno riferimento, come tutti sanno, ad un periodo preciso della storia della Calabria : il Medioevo, più precisamente l’epoca della dominazione bizantina (dal VI al XII secolo), durante la quale si diffonde nella nostra regione quella che viene comunemente chiamata “civiltà basiliana”, e che si identifica con il movimento ascetico, artistico, economico e culturale che si impernia nel monachesimo greco, detto “basiliano”, da San Basile, suo fondatore. A quel tempo la Calabria, proprio perché era la propaggine più occidentale dell’Impero bizantino, divenne il sicuro rifugio delle ondate migratorie di eremiti che fuggirono da tutto l’Oriente invaso dagli Arabi, fra il VII e l’VIII secolo. Il più famoso storico del Medioevo, il francese Jaques Le Goff, arriva a definire la Calabria, “la culla dell’eremitismo medievale”.  Per i mistici che cercavano luoghi solitari e lontani dalle tentazioni umane, “i verdi deserti” della Calabria furono quanto di meglio potessero aspettarsi dopo le lunghe peregrinazioni da una costa all’altra del Mediterraneo.  Con l’arrivo di questi monaci dall’Oriente, si sviluppò nella nostra regione una fitta rete di “eremitaggi” e di “monasteri” che iniziava dalle falde dell’Appennino (Calabria nord-occidentale, zona detta del Mercurion ) e risaliva lungo le aspre giogaie ioniche e tirreniche. I monaci vivevano solitari nelle grotte (dette anche “laure”) o nei monasteri, stretti dal voto di castità e dal vincolo comune della preghiera e del lavoro.  I monasteri creati da questi asceti bizantini in varie parti della nostra regione, assunsero spesso il carattere di veri e propri cenacoli di cultura, popolati com’erano di calligrafi, biografi, pittori, miniatori, mistici, che diedero vita ad un vero e proprio “rinascimento neogreco” nella nostra Calabria, che toccò il suo apice nel secolo X. Ma i monaci greci non furono soltanto promotori e protagonisti di un grande risveglio culturale della Calabria. Essi, infatti, resero anche notevoli benefici alla vita economica della nostra regione, bonificando e disboscando, coltivando e facendo sorgere qua e là villaggi agricoli. Tagliando i boschi, dissodando le terre e riducendole a coltura con le loro mani, i monaci di San Basilio, avevano anche l’agio di attendere, secondo le prescrizioni del loro patriarca, al lavoro materiale, per ricavarne quanto fosse indispensabile all’esistenza. Tracce molto importanti della “civiltà basiliana” (architettoniche, artistiche, religiose, linguistiche, culturali, ecc..) sono rimaste nella nostra zona (nella Sibaritide e in specie nella Sila Greca). Basti pensare alle grotte eremitiche di Rossano, al monastero del Patìrion, alle chiese bizantine minori di Rossano (S.Marco, Panaghìa ed altre), al cenobio di S.Adriano a San Demetrio Corone, al cenobio di S. Giovanni Calibyta a Caloveto, alle grotte della Timpa del Castello di Pietrapaola, alle grotte di Rubillo di Campana, alle grotte di Scala Coeli, ai monasteri dei Santi Adriano e Natalia, a S.Demetrio Corone, di Santa Maria de Valle Josaphat, in loc. S.Mauro di Corigliano.  Anche Cariati ebbe un suo monastero greco-bizantino (o “basiliano”) che sarebbe stato fondato anteriormente all’arrivo dei Normanni, nella zona delle odierne contrade rurali di Palumbo e Zagaria: il monastero di Sant’Andrea, di cui oggi resta il ricordo soltanto nella toponomastica (Sant’Andrìa =S. Andrea)  Il monastero basiliano cariatese, nel 1228, ormai in decadenza, fu ceduto dall’arcivescovo di Rossano (Basilio) a Rodolfo Abate e ai monaci dell’Abbazia di Fontelaurato  ( a Fiumefreddo Bruzio), affinchè venisse riformato secondo la Regola Florense (di Gioacchino da Fiore). (1)

Il convegno di Corigliano

 Di tutto questo e di tanto altro ancora, toccando tutte le zone della Calabria,  si discuterà il 20 agosto al Castello di Corigliano, nel corso del convegno della SIPBC-Calabria, organizzato in collaborazione con la Sipbc-Puglia e con l’Osservatorio Regionale Patrimoni UNESCO Calabria, operante presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La manifestazione si avvale del patrocinio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e della Città unica di Corigliano-Rossano.Tra i relatori, tutti qualificatissimi, c’è anche la dott.ssa Roberta Alberotanza, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura in Lussemburgo, responsabile, nel Consiglio d’Europa, della Sezione Itinerari Culturali. E, poi, il noto archeologo medievista calabrese Francesco Cuteri, docente di Beni Culturali all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro; il prof. Giorgio Otranto, docente emerito di Storia del Cristianesimo antico all’Università di Bari; il prof. Francesco Calabrò, responsabile dell’Osservatorio Regionale Patrimoni Unesco Calabria; il dott. Carmine Lupia, ideatore del Cammino Basiliano e presidente dell’omonima associazione. Introdurrà il tema del convegno e coordinerà gli interventi dei relatori il prof. Franco Liguori, presidente della SIPBC-Calabria. L’Amministrazione comunale della Città di Corigliano-Rossano sarà rappresentata da Tiziano Caudullo, assessore alla Città Europea. L’accesso alla manifestazione (sul piazzale esterno del Castello di Corigliano) sarà regolamentata dalle vigenti disposizioni anti-covid.

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  1. Per saperne di più sulla civiltà basiliana nel nostro territorio, cfr. saggio di  Franco Liguori : Civiltà basiliana e arte bizantina nella Sibaritide medievale, in “Il Serratore”,anno IV,1991,  n.15, pp.21-26

 

 

 

 

 

 

 

 

 


di Redazione | 19/08/2021

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