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Corigliano Rossano (Cosenza) - Ci ha lasciato don Antonino Bennardis, il ricordo di don Pino De Simone


Chi di noi non ha incontrato don Antonino in Cattedrale, vicino o dentro il confessionale, sempre pronto e disponibile ad accogliere i fedeli, come una vigile “sentinella di Dio” dal volto mite e amico, quasi una persona conosciuta da sempre? Qui svolse per lunghi anni il suo ufficio di canonico penitenziere del Capitolo Cattedrale, dal 1974, quando Paolo VI con una bolla firmata di suo pugno – secondo la prassi del tempo - lo eleggeva a questo compito. Rossanese di adozione, perché fin da giovane sacerdote ha vissuto ed operato a Rossano, egli infatti era nato a Calopezzati il 15 settembre 1927 e qui mosse i primi passi nella fede, educato dalla sua famiglia e dalla sua Parrocchia di origine, che gli rimasero sempre nel cuore. Dopo gli studi elementari nel suo paese, iniziò il percorso verso il sacerdozio nel Seminario arcivescovile di Rossano, dove incontrò educatori e professori, che curarono con attenzione la sua vocazione durante gli anni del ginnasio, mentre per gli studi liceali si formò nel Pontificio Seminario calabro “Pio XI” di Reggio Calabria, in quel tempo guidato dai Padri Gesuiti. Gli stessi Padri che incontrò, come suoi formatori e docenti, nel Pontificio Seminario Teologico di Posillipo a Napoli, dove visse per quattro anni dal 1948 al 1952. Rientrato in Diocesi fu ordinato sacerdote da Mons. Giovanni Rizzo, Arcivescovo di Rossano, il 10 agosto 1952, a Longobucco, dove già da qualche anno operava come Arciprete il fratello maggiore Angelo. Inviato per alcuni anni a svolgere il ministero pastorale a Spezzano Albanese, dove fu primo Parroco della Chiesa del Carmine, qui lasciò un ricordo indelebile di impegno e testimonianza apostolica. Successivamente fu nominato Parroco di S. Bernardino a Rossano centro, comunità in quel tempo molto vivace, dove costituì un nutrito ed affiatato gruppo giovanile di Azione cattolica. In questi stessi anni iniziava l’insegnamento nelle Scuole interne del Seminario della Città e nello stesso tempo la frequenza della Facoltà di Lettere e Filosofia, presso l’Università statale “Federico II” di Napoli. In seguito, una volta conseguita la laurea, si dedicò a tempo pieno all’insegnamento nelle Scuole statali, dapprima nel locale Liceo classico, come docente di Filosofia e alcuni anni dopo nelle Scuola Media statale “Leonardo da Vinci di Rossano, come titolare della cattedra di materie letterarie. Una volta lasciata la cura dell’amata Parrocchia di S. Bernardino, iniziò il suo lungo servizio di Cappellano delle Suore Clarisse della città, portato avanti per oltre cinquant’anni in questo monastero molto antico, fondato più cinquecento anni orsono. Da mettere in evidenza anche il suo diuturno servizio a favore del Seminario diocesano, dove per molti anni svolse il compito di Confessore e Padre spirituale e non solo Docente di Lettere e Latino. Proprio qui, alla fine degli anni ’90 e fino al 2007 ho avuto la gioia anche io di frequentarlo più spesso, nel momento in cui ero alla Direzione del Seminario e di usufruire del suo illuminato consiglio e della sua paterna vicinanza. Ricordo come i seminaristi era legati alla sua persona e gioivano ogni volta che era presente nella vita della Comunità. Ma come non fare memoria anche della sua dedizione all’Azione cattolica, nel tempo in cui fu chiamato al compito di Assistente unitario dell’Associazione diocesana, il suo impegno costante per farla conoscere ed amare, la sua presenza costante nelle varie Parrocchie, specialmente in occasione della Festa dell’adesione con il tesseramento annuale. La sua vita è stata interamente spesa a servizio dell’educazione delle nuove generazioni, della formazione dei giovani seminaristi, nell’insegnamento, ma anche negli incontri di formazione e nella catechesi. Era vicino, in particolare, ai seminaristi  con il consiglio, la paternità spirituale e, quando necessario, anche con l’aiuto materiale fatto con discrezione e nel silenzio. Insomma una presenza, come è stato detto da più parti, umile e discreta all’interno del presbiterio diocesano, un stile sapienziale ed incisivo nelle relazioni con tutti, una disponibilità a tutto campo, specialmente in quello della direzione spirituale  e della Confessione. Siamo tutti grati al Signore per il dono di questo amato e stimato confratello, che è stato l’icona della misericordia del Padre celeste e che ci ha richiamato sempre i valori umani e cristiani fondamentali, ma in particolare la bellezza e l’impegno della vocazione sacerdotale. La sua quotidiana esistenza - contrassegnata specialmente negli ultimi mesi dalla malattia e dalla necessità di rimanere a casa, anche a causa della pandemia - ritmata dalla preghiera, dallo studio e dalla celebrazione, quando possibile, dell’ Eucaristia nella sua casa, rimane per noi tutti presbiteri ed amici segno ed esempio di fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Tutta la sua lunga ed intensa esistenza è stata una preparazione all’incontro con il Signore Risorto, a cui diceva di sentirsi ormai “pronto” e così andare in cielo a cantare l’alleluja della Pasqua, proprio all’inizio della Settimana santa, il 29 marzo 2021. Grazie don Antonino per la tua testimonianza umana e sacerdotale, continua a pregare ed intercedere per tutti noi, per la tua sempre amata Chiesa di Rossano-Cariati, per tutti quelli che il Signore ti ha fatto incontrare sul tuo cammino.  Don Giuseppe De Simone 


di Redazione | 01/04/2021

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