Ascoltate, leggete, visitate i luoghi, i campi di sterminio… per conoscere ciò che è stato il “prima”, l’Olocausto, e le testimonianze e le storie del “dopo”; a voi giovani è riservato il compito di elaborare il ricordo per quelli che verranno… per combattere antisemitismo, fomentazione dell’odio, razzismo che riaffiorano nei momenti di crisi, soprattutto culturale.
Questo, il messaggio consegnato agli allievi della secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Cariati, da Racheli Kreisberg (nipote del famoso “cacciatore di nazisti” Simon Wiesenthal), dal giornalista Rai e scrittore Roberto Olla e da Anna Piperno, direttore tecnico Miur e delegata italiana dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), intervenuti agli eventi organizzati per Giornata della Memoria dalla scuola cariatese, diretta da Agatina Giudiceandrea.
Dopo appassionanti e intensi percorsi preliminari, i giovanissimi studenti sono giunti agli incontri in videoconferenza, in dialogo con gli illustri ospiti, con la guida della professoressa Carmela Vulcano, docente di inglese, nonché studiosa della Shoah con esperienza decennale di ricerca sul campo dei testimoni dell’Olocausto, designata, lo scorso anno dal Miur, quale docente per la Calabria in un seminario internazionale a Yad Vashem (Israele).
È stata infatti la docente l’anima e il motore dei vari eventi, curati con il sostegno, non solo organizzativo, della dirigente Giudiceandrea, che ha dichiarato: “È il punto di partenza per un percorso educativo di largo respiro; il senso di non perdere la memoria sta nella consapevolezza che ciò che è accaduto non è lontano da noi”. Il bullismo, la violenza, i pregiudizi sui migranti “che ci rubano il lavoro“, ha spiegato infatti, nascono dal non riconoscere l’altro, i suoi bisogni, le emozioni, per cui “riflettere sull’accaduto è riflettere su noi stessi, difendere la nostra stessa umanità che non ci fa girare dall’altra parte ma ci porta a rispettare le persone”.
L’eco dell’iniziativa cariatese è stata vasta, grazie alla diretta streaming seguita da studenti, docenti e famiglie di tutto il territorio, coinvolti anche dai dirigenti scolastici Rachele Anna Donnici (IC Crosia), Mirella Pacifico (IC Mandatoriccio), Sara Giulia Aiello (IIS Cariati), peraltro presenti in videoconferenza insieme ad Angela Zavaglia, incaricata di seguire l’evento dal Dirigente ATP Cosenza Maurizio Piscitelli, al sindaco di Cariati Filomena Greco e all’ingegner Yossi Beck, esperto di ricerca informatica e collaboratore della Kriesberg.
Con la sua partecipazione all’evento del 27 gennaio, si è posto al centro del dibattito la figura di Simone Wiesenthal, (1908 – 2005), architetto e scrittore ebreo sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, che ha dedicato la vita a rintracciare i criminali nazisti per poterli sottoporre a processo; inoltre, si è potuto seguire la diretta anche dalle sedi internazionali IHRA, dal Centro Wiesenthal di Vienna, dal Wiesenthal Memorial di Galizia e Los Angeles, e da Yad Vashem, e per questo si è svolto interamente in inglese.
Bravissimi gli studenti che, dopo aver presentato le loro ricerche, e il lavoro sul libro autobiografico “Il Girasole. I limiti del perdono” (1970) dello stesso Wiesenthal, hanno fatto emergere numerosi temi, fra cui quello del non-perdono, svelato nella scelta di un giovane Simon, di negare il perdono alla SS morente, ma chiedendo a se stesso e ad altri testimoni “tu cosa avresti fatto al mio posto? ”. La risposta di Racheli Kriesberg: “Non si può perdonare per sei milioni di ebrei… può farlo solo chi ha ricevuto il torto”; come, del resto pensò suo nonno, scegliendo di fare giustizia per il resto della vita.
Dal confronto della nipote con i giovanissimi intervistatori, il “cacciatore di nazisti” è si è rivelato nell’immagine di abile e tenace investigatore, capace di stanare gli autori di orrendi crimini verso gli ebrei, ma anche di nonno amorevole, divertente, affettuoso come tutti i nonni del mondo, che sorrideva e non parlava in famiglia della sua deportazione. Racheli Kriesberg oggi ne prosegue la missione, facendosi, come lui, testimone tra le nuove generazioni, anche attraverso il Simon Wiesenthal Holocaust Memorial, una piattaforma di educazione digitale sull’Olocausto, mediante il quale si possono commemorare vittime e sopravvissuti, soprattutto bambini, accendendo una candela virtuale (tantissime da Cariati, nelle Giornate della Memoria).
Delle vittime più giovani della Shoah si è tornati a parlare il 29 gennaio, durante l’incontro con Roberto Olla e Anna Piperno. Il celebre giornalista è autore di ”Le non persone. Gli italiani nella Shoah” (Rai-Eri, 1999) e “La ragazza che sognava il cioccolato ” (La Compagnia del libro, 2014), scritto sulla base della testimonianza diretta di Ida Macheria e della vicenda storica degli ebrei di Trieste, che ha affascinato i ragazzi cariatesi quanto quelli dell’Istituto Comprensivo di Mirto Crosia, pure allievi della professoressa Vulcano, presenti in videoconferenza.
Roberto Olla, ha tra l’altro spiegato che non si può essere giornalisti “normali ”con sopravvissuti come Sami Modiano, Shlomo Venezia, Piero Terracina, Liliana Segre, Edith Bruck, e come Ida Macherio, suoi testimoni diventati amici: “Comunicano anche col silenzio che ti dà il tempo di pensare… per loro raccontare è rivivere la terribile esperienza del lager, ma, soprattutto, è il bisogno di far capire che non deve mai più accadere”; lui stesso per scrivere ha dovuto liberarsi dall’angoscia per quelle storie, e ha completato i suoi libri ”di fronte al mare”, che restituisce la forza della vita.
Sulla stessa scia, Anna Piperno ha parlato di memorie a lei care, avendo avuto familiari deportati nel rastrellamento del ghetto di Roma del 1943; la dirigente Miur ha ripreso, tra le altre cose, i temi della cosiddetta “fascinazione del male”, del perdono, dell’indifferenza che coinvolse, all’epoca, il mondo e la stessa Resistenza, mentre “con lo sterminio degli ebrei si affermava l’idea che, disumanizzando altri uomini, si poteva dominare il mondo”. L’antisemitismo è tuttora presente, ha detto, per questo IHRA ha scelto di educare le nuove generazioni, e voi, ha detto rivolgendosi agli studenti di Cariati e Crosia, “già date senso a tutto questo con la vostra attenzione, le vostre ricerche… fate in modo che nessuno violi il vostro pensiero e continuate a coltivare la conoscenza, il più grande grande strumento di difesa”. Assunta Scorpiniti
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