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Cassano Allo Ionio (Cosenza) - Festa del Battesimo del Signore, le riflessioni di mons. Savino


Con questa Domenica, festa del Battesimo del Signore, si conclude il Tempo di Natale, il tempo dell’epifania del Signore Gesù, venuto tra noi come uomo e nato da donna, dalla Vergine Maria.
Gesù si manifesta a Natale ai pastori, all’Epifania a tutte le genti, al Battesimo al popolo di Israele, particolarmente a coloro che ascoltavano l’invito alla conversione di Giovanni il battezzatore.
L’evento battesimale raccontato brevemente dall’evangelista Marco può essere considerato la sintesi del suo Vangelo. Gesù, chiamato il Galileo, giunge da Giovanni per farsi immergere come gli altri nelle acque del Giordano, il fiume che discende. Questo accadimento diventa decisivo sia per Gesù sia per il Battista. Gesù, che è un discepolo di Giovanni e che era stato indicato da lui come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato”, si mette in fila insieme ai peccatori che attendono l’immersione.
L’evangelista Marco riporta il fatto in tutto il suo realismo, mentre gli evangelisti Matteo e Luca cercano di sminuirlo. In Matteo, per esempio, Giovanni oppone resistenza alla richiesta di Gesù che gli dice: “Lascia ora, per noi è conveniente compiere ogni giustizia” (Mt 3, 15).
Gesù è un uomo libero, ha coscienza della sua missione, desidera compiere la volontà del Padre e, nel battesimo, manifesta di assumere su di sé la condizione di tutti i peccatori per redimerli. Lo fa accettando di seguire come gli altri uomini suoi contemporanei la proposta di Giovanni che proclamava la conversione per il perdono dei peccati.
«Così ecco avvenire il battesimo, l’immersione, e quando Gesù esce dalle acque del Giordano “vede squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba”. Gesù contempla lo Spirito quale “suo compagno inseparabile” (Basilio di Cesarea), che viene dal cielo, dal Padre, e lo seguirà in tutta la sua vicenda umana. E anche il Padre fa sentire la sua voce che proclama: “Tu sei mio Figlio, l’amato, in te ho posto la mia gioia” (Sal 2,7; Gen 22,2; Is 42,1), tutto il mio amore. Questa dovrebbe essere la vera domenica, epifania della Tri-unità di Dio, che si manifesta operando: c’è l’Unto, il Cristo; c’è chi lo unge, il Padre; e c’è l’unzione dello Spirito Santo» (Enzo Bianchi).
I cieli si squarciano: il termine greco skizein lascia intendere che ci troviamo di fronte a qualche cosa di irreparabile, di irreversibile. Il verbo skizein è lo stesso che l’evangelista Marco utilizza nel momento della morte di Gesù quando dice che si squarcia “il velo del tempio” .
Secondo i Rabbini erano cinquecento gli anni di cammino tra un cielo e l’altro e c’erano sette cieli. Tutta questa distanza ora è azzerata e Gesù è la porta aperta (cfr.Eb10,20) attraverso cui ogni essere umano può essere bagnato da quest’onda di grazia che viene dall’aldilà del cielo.
La colomba che aleggia su Gesù è la testimonianza che è lo Spirito il protagonista della vita di Gesù. E la voce, phoné, che è lo stesso termine che l’evangelista Marco usa per il canto del gallo e per il grido di Cristo quando spira sulla croce, attesta che Gesù è Colui di cui il Padre dice: “È il Figlio mio, l’amato, nel quale ha posto il compiacimento”.
Gesù è il volto del Padre. La sua esperienza battesimale conferma la sua identità di Figlio di Dio e la sua missione per la salvezza di tutti.
Anche nel nostro Battesimo è stata celebrata la nostra identità di figli di Dio. “Su ciascuno di noi è risuonata la voce di Dio che ha detto: “Tu sei mio figlio, io ti amo come un figlio, cioè fedelmente, e voglio trovare compiacimento, gioia in te, in tutta la tua vita”. Lo Spirito Santo, sceso insieme alla voce, resta in noi e ci ricorda questa Parola di Dio, ci dà la forza di rispondere ogni giorno al “Ti amo come un figlio”, detto a ognuno.
Al mattino, quando ripetiamo “Ti adoro, mio Dio. Ti ringrazio di avermi fatto cristiano”, pensando al nostro Battesimo, dovremmo sentire “la voce di un silenzio trattenuto” (1Re 19,12) che nel cuore ci canta: “Tu sei mio figlio, ti amo, voglio gioire in te!”.
Se ascolteremo questa voce, la giornata sarà diversa, illuminata da un amore promesso e donato, e anche il sole sarà più luminoso donandoci una gioia inspiegabile (cfr. Monastero di Bose).
Gioiamo per la bellezza della nostra vita, rivelata in Cristo con un codice divino. Buona Domenica. + Francesco Savino


di Redazione | 10/01/2021

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