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Rossano (Cosenza) - Tra color che son sospesi


di LETIZIA GUAGLIARDI - “Io era tra color che son sospesi” (Dante Alighieri – Inferno, II, 52). Virgilio si rivolge così a Dante per dirgli che lui, come pagano, non poteva andare in paradiso ed era relegato nel limbo insieme a tutti quelli che non avevano ricevuto il battesimo: non avevano conosciuto il cristianesimo e quindi non erano né beati, né dannati, non potevano andare né in paradiso, né all’inferno.

Cari miei umani,

eccovi un’altra mia letterina per voi. Scusatemi se mi approprio di una frase del vostro Dante ma mi sembra molto azzeccata per esprimere come vi sentite in questo periodo. Poverini!

Si dice in giro che vi ho rovinato anche il Ferragosto. Ho letto le restrizioni: niente tende, niente campeggi liberi, niente falò, niente discoteche; perfino le spiagge… blindate! Ci credete che mi dispiace? No? Bravi.

Lo so, vi sentite in balia degli eventi, come una barchetta di carta tra le onde. Vi sentite sballottati fra chi afferma di conoscere le mie abitudini e chi invece vi instilla la paura dell’ignoto. Ma ho notato, comunque, che ci sono anche coloro che sanno che, per sapere, devono prima sapere di non sapere.

Ho visto che alcuni di voi state imparando a gestire lo stress e a migliorare l’uso del tempo ma i miei preferiti siete quelli che passate ore davanti alla TV per tenervi aggiornati sull’enorme quantità di opinioni di dottori, epidemiologi, virologi, insomma esperti su di me. Bravi, voi sì che mi fate stare tranquillo. Mi sento come quei genitori che posizionano i propri figli davanti allo schermo e  stanno in pace per molte ore a fare altro.

Miei cari umani, anche in questa mia letterina voglio darvi qualche piccolo consiglio e alcuni suggerimenti perchè mi sono abituato a stare in mezzo a voi e perchè mi date tante soddisfazioni:

Sto aspettando l’inizio dell’anno scolastico: quello non me lo posso perdere assolutamente! Non sto nella pelle (è un vostro modo di dire che mi piace tanto) nell’attesa di vedere come organizzerete la didattica, i banchi con le rotelle, i trasporti ecc. ecc. E adesso rubo un’altra frase, questa volta del vostro Eugenio Montale, che in “Gloria del disteso mezzogiorno” scrisse: in attendere è gioia piú compita.

Imparate ad aspettare, come so aspettare io: ogni giorno potete imparare qualcosa di nuovo. E a questo proposito rubo ancora, stavolta dal vostro Renato Zero:

“Penso che ogni giorno sia come una pesca miracolosa,

che è bello pescare sospesi su di una soffice nuvola rosa

io, Beatrice e Dante a Firenze

Dante, Beatrice e Firenze nello sfondo

P. S.: Se volete leggere le mie precedenti letterine cliccate QUI

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Buona lettura! A presto. Parola di

Coronavirus


di Letizia Guagliardi | 19/08/2020

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