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Nonostante l’emergenza sanitaria in atto, seppur nel pieno rispetto delle norme antiCovid, continuano le attività della parrocchia “San Giovanni Battista” di Mirto. Un’altra interessante iniziativa è stata caratterizzata dalla “Giornata del mare”, realizzata presso il minigolf sul lungomare “Centofontane” di Mirto. Il parroco, nonché vicario foraneo della vicaria di Longobucco, don Giuseppe Ruffo, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica, concelebrata da fr. Onofrio Farinola, vicesegretario generale dei frati cappuccini. Tanta gente, rispettando il distanziamento fisico, ha partecipato alla funzione religiosa, fra cui il sindaco di Crosia, Antonio Russo. Al termine della Santa Messa, i due presbiteri e il Primo cittadino hanno lanciato in mare una corona di fiori, in memoria di quanti, a vario titolo, hanno perso la vita nel mare, in modo speciale gli immigrati in cerca di un futuro migliore, di chi lavora nel mare, ma anche in memoria di tutte le vittime del coronavirus Covid-19.  “Questa Giornata - ha commentato il parroco - vuole essere un’opportunità per ringraziare Dio per il dono bello del mare e per far prendere coscienza dei disagi e delle difficoltà che i marittimi affrontano quotidianamente”.  Don Ruffo ha invitato a “elevare una corale preghiera per tutti coloro che lavorano nel mare e nello stesso tempo danno la vita per il mare, affidandoli al Signore per intercessione di Maria Stella del Mare e di San Francesco da Paola”. L’iniziativa è stata promossa dall’Apostolato  del  Mare della Conferenza episcopale italiana. La partecipazione dei fedeli, nell’azione svolta nella cittadina ionica, è stata intensa, con la voglia di ritrovarsi per la preghiera comunitaria, oltre a quella individuale. “Ci siamo resi conto – ha affermato il Santo Padre Francesco, nel messaggio per la suddetta Giornata - di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti”.  Antonio Iapichino