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Trebisacce (Cosenza) - L’INTERVENTO – La missiva del prof. Piero De Vita agli alunni


“È la prima volta che non abbiamo festeggiato San Giuseppe con la devozione, la gioia e il brio della spensieratezza e del calore giovanile. I prati della collina del Santo sono deserti , non vedo cesti e vivande, nessun gioco né armonie di chitarre, nemmeno corse tra l’erba e la macchia mediterranea. Ho immaginato però  i brindisi e gli  amori nascenti.

Vengono dal paese e da altri paesi. Sono identici, si somigliano. Lasciano la quotidianità e i banchi della scuola, le letture e  il suono della campanella. Hanno preparato tutto. Si divertono. Se la sciàlano sotto gli odorosi  pini e gli antichi ulivi appena potati.

Vi seguo, ragazzi miei,  mentre baciate la Statua e ritirate l’immaginetta del Padre putativo di Gesù, protettore della Chiesa e dei papà, quella immaginetta  da portare a casa alle eroiche nonnine.   

È la prima volta che non andiamo incontro alla Primavera.

E' veramente la prima volta che il mio cuore è spezzato, disorientato, turbato. Ho trascorso già tanta strada della Vita e ho visto la Molteplicità ( del Bene e del Male, della Gioia e del Dolore, della Vittoria e della Sconfitta, del giorno e della notte).

Il Sole e la Luna non mi hanno mai abbandonato e anche l'amore e il rispetto degli Altri. Non ho mai messo in discussione la Bella Umanità, la Natura perfetta, la Bellezza e la presenza del Buon Dio, cibo per l'Anima...e infine ho aperto sempre la Porta per andare incontro alla brezza marina, al nuovo germoglio dell'arancio in fiore, dopo ogni temporale e le malombre.  La scorza è dura in virtù dell'esperienza.

Oggi penso a Voi, miei cari alunni, figli miei adorati, che per la vostra giovane età dovete sopportare questo dolore, chiusi in casa come dal ritorno da una guerra, da un incubo o da uno scampato pericolo.

Non dimenticate gli Angeli Benefattori nel fuoco delle corsie d’ospedale. Non dimenticate  i  viali notturni dove stazionano i camion dell’Esercito  che porteranno  fratelli e sorelle  per  l’ultimo viaggio della pietà.  Raccontatelo  ai vostri figli, ai vostri alunni quando sarete adulti.  Toccherà a Voi scampati a questa linea di morte. Insegnate loro il Valore di una Bandiera e l’emozione per  Canto degli Italiani, il nostro Inno.

 Voi avete assistito al dramma, alla lotta per la vita. Voi sarete testimoni della malattìa, della peste, del nemico invisibile. Così avrete conquistato una nuova cittadinanza e garantito la sopravvivenza. Sopraggiungono nuovi vocaboli ed entreranno a far parte delle nostre conversazioni e dei libri di storia.

Ecco,  io sono da questa parte quella che è detta “didattica a distanza” , fiero di raggiungervi . Mi sono attrezzato.  Vi vedo, vi amo, non vi posso abbracciare ma arrivate lo stesso nel mio petto ed io nei vostri cuori. E’ una nuova lezione di vita. Voi Maestri e noi discepoli  di una nuova frontiera di una scuola che è già!!!   Restate a casa, imparate dai nonni e dai genitori il mestiere del vivere e Voi, sopravvissuti, insegnate loro l’arte del ri-cominciare.

Oggi penso a Voi perché  gli anni non bastano ad affrontare questa ondata di turbamento della condizione umana. Non temete. Non indugiate al bivio. Non siete soli. Sono sicuro che #andràtuttobene e #andràmeglio.  Vi ritroverò  sani  e salvi. La Salvezza che viene nell’aver combattuto l’Inganno e superato l’Inciampo. Che sia Fede o Preghiera, che siano versi,  fotogrammi  o semicrome cosa importa se questo giova a glorificare le vostre giornate.  

Lasciate la Porta del vostro candore e dell' incredulità sempre "aperta" , le piante vi aspettano e i passerotti sul balcone, i gerani sul davanzale pure vi attendono. E le nuvole sono sopra di voi, hanno il colore del volo e vi aspettano più bianche, più serene e forse di più ancora.

Siete porzioni di umano splendore e molliche di esperienze sotto un grande cielo azzurro.

Vedete anche la finestra si apre sul mondo coi vostri occhi e i battiti del vostro cuore.  

Insieme, mano nella mano. Dunque, andate incontro alla Primavera che avanza….!!!

Arriveranno le rondini e i profumi dei vostri anni ci aiuteranno ad andare oltre la siepe e varcare il profilo della notte. Un nuovo giorno vi attende. Ci porterete con voi. Ed io mi commuoverò, piangerò, soccomberò per la gioia e per il mondo salvato, ritrovato, riempito di  fresca di speranza.

Vi scrivo nel giorno che anticipa l'Equinozio di Primavera, in cui il giorno e la notte, il bianco e il nero coincidono, si sovrappongono, si incontrano, si fondono. Restano in equilibrio e ci svelano il senso dell’Attesa. E’ la solennità che non richiama alcuna crisi ma l’ottimismo del cammino e della crescita.  Quello che auguro ad ognuno di Voi. Vi voglio bene.  Ciao a tutti. Prof. Piero De Vita”.


di Redazione | 22/03/2020

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