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Cosenza (Cosenza) - “Bell’Italia…quando la storia si mette in ghingheri”, la storia raccontata attraverso le acconciature, gli abiti, i gioielli, la moda, la musica e le arti


  Il Chiostro di Santa Chiara come non l'avete mai visto. Questo potrebbe essere un ideale sottotitolo al fantastico viaggio intrapreso da “ “Bell’Italia…quando la storia si mette in ghingheri”, meraviglioso excursus tra le pagine della storia, raccontata a Cosenza, il 15 e 16 settembre, attraverso le acconciature, gli abiti, i gioielli, la moda, la musica, le parole, estrapolate dalla letteratura, le arti, che hanno intrecciato il racconto dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Quindici i capitoli, per decennio, attraverso tutte le arti “indossate” dalle modelle di Models International by Yanilka Ortiz, in passerella sul racconto tessuto dalla voce narrante di Francesca Marchese e sulle musiche scelte ed eseguite dai maestri del Conservatorio di Vibo Valentia, diretto da Antonella Barbarossa. L'idea, nata nell'atelier del maestro Scaramuzzo, si è poi concretizzata – riferisce testualmente una nota di Francesca Mazzotti - grazie a Cinzia Greco, che si è avvalsa della consulenza storica e organizzativa di Francesca Florio, per quanto riguarda la scelta degli abiti, tutti appartenenti a collezioni private, mentre i gioielli sono “Decò” di Aldo Piro. Da una descrizione estetica e caratteriale di Garibaldi si è passati agli abiti di fine '800, un preziosissimo abito da sposa arbëreshë, da secoli tramandato di madre in figlia. Nel defilè anche quattro cantanti liriche, tutte allieve del maestro Francesco De Leo che per loro ha scelto, per narrare la storia d'Italia fino al 1930: “Che farò senza Euridice” dall'Orfeo di Gluck, interpretato anche negli abiti, trucco, acconciature, gioielli, dal mezzosoprano Mariangela Cichello; “Io son l'umile ancella” da Adriana Lecouvreur di Cilea, interpretata dal soprano Giorgia Teodoro; “Non t'amo più” di Tosti dal soprano Caterina Vignardi; “Plaisir d'amor” dal mezzosoprano Alessia Ciacco. Ad accompagnarle al pianoforte il maestro Rosangela Longo. Preziosissimi gli abiti e gioielli delle Pacchiane di San Giovanni in Fiore, in passerella gli originali sulle descrizioni poetiche di un'incantata viaggiatrice come Kazimira Alberti che ne ha saputo immortalare tutto il fascino e l'erotismo. Dagli anni '30 ai '60, il maestro Daniela Roma, al pianoforte, ha scelto “Valzer triste” di Alfonso Rendano, mentre il trio composto da Giuseppe Lomanno e Luciano Fraita, tromba, Luca Amato, tuba, si è esibito con due pezzi di K. Weill: l'Ouverture e Moritat: “Nel pieno del secondo conflitto – come spiegato da Luigi Pugliano, docente al conservatorio di Vibo – Weill (tedesco che abbandona la Germania per gli States) con la sua musica dà un contributo al superamento di questa fase, negativa per la società europea e vecchio Continente. Nell'Ouverture è più evidente la dissonanza, la perdita di un'identità melodica. Il Moritat ha questa melodia molto conosciuta e nell'arrangiamento una delle parti è swingata, la cultura americana comincia a fare breccia nel vecchio Continente”. Arrivano gli anni del Boom e gli anni della libertà, i '70; l'elogio della donna eccessiva, elettrica, degli '80, ripercorsi nei “ghingheri” e dalla tastiera e voce di Alessandro Perciabosco, fino alla “Reinvenzione degli anni '90 – come sottolineato dalla voce poetica di Francesca Marchese – è la tendenza dominante. La strada, i locali, la notte per raccontare la magia di una musica senza tempo: il tango”, inseguito nelle note di “Tango pour Claude” di Richard Gaglianò dalle fisarmoniche dei maestri Giuseppe Gualtieri e Tommaso Arena per i ballerini di Calabriatango. “Il 2000 è il trionfo della tecnologia. La potenza e velocità scandiscono il nostro tempo. Gli uomini e le donne sono travolti da un meccanismo incontrollabile, sperduti, disorientati”. Questi solo alcuni dei temi a cui si è ispirato il compositore Stanislao Giacomantonio per la sua “Alta tensione”. Pura musica elettronica. Al violino un giovanissimo allievo, Davide Rotella. Il nastro di “Bell’Italia…quando la storia si mette in ghingheri” nella serata di ieri, 16 settembre, è stato tagliato dal sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini; l'assessore alle Politiche educative, Franco Napoli; l'avvocato Ciacco per la Biblioteca Civica di Cosenza che ha accolto la manifestazione nel suo splendido Chiostro. “Bell’Italia…quando la storia si mette in ghingheri” è stata organizzata in collaborazione con la Biblioteca Civica di Cosenza, l’Atelier di Scaramuzzo, Cafè Librairie Boutique e con il patrocinio del Comune di Cosenza e l’associazione culturale “Le Sei Sorelle”.  

di Redazione | 17/09/2010

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