Un ulteriore passo in avanti nelle attività offerte dalla parrocchia “San Francesco d’Assisi” della frazione Sorrenti di Crosia. Oltre a numerose iniziative religiose, sociali, culturali e ricreative, la parrocchia guidata da don Claudio Cipolla è andata ben oltre. Ha realizzato una struttura riservata ai giovani. Una vera e propria casa. È stata inaugurata, infatti, la “Casa di Santa Chiara”. Si tratta di un appartamento autonomo, situato sulla chiesa parrocchiale, presso la casa canonica, dove ogni giovane, dai 20 anni in su, può partecipare a un’esperienza di fraternità, con specifici appuntamenti settimanali. La struttura, inaugurata con il fatidico taglio del nastro, è stata benedetta dallo stesso don Cipolla, il quale ha evidenziato l’importanza sociale di questa nuova realtà che consentirà ai ragazzi di potersi ritrovare, vivere l’esperienza della condivisione, mediante le attività che solitamente si realizzano nella quotidianità familiare. La casa, dotata di soggiorno, angolo cottura, stanza da pranzo, veranda esterna, con panorama mozzafiato (mare - colline e montagne), consentirà momenti di aggregazione, di confronto, ma anche di preghiere, riflessioni e meditazioni sia a livello individuale che comunitario. Don Claudio Cipolla ha messo in risalto che si tratta di un’opportunità offerta ai giovani, ma anche ai meno giovani, di usufruire di una struttura che consentirà di poter condividere le proprie emozioni, le difficoltà, ma anche di essere giocosi e trascorrervi dei momenti di spensieratezza. Ha fatto notare che questa casa rappresenta un punto di incontro. Un luogo dov'è chiunque si sente a casa propria. L’obiettivo è vivere con il mondo dei giovani una fraternità semplice ma vera, alla luce di Cristo Gesù. Ognuno è protagonista, è responsabile e può sentirsi a proprio agio. Dunque, incontrarsi per un caffè – ha commentato il parroco - diventa occasione di dialogo comune, di condivisione e affetto. Spesso diventa luogo di direzione spirituale e anche luogo di preghiera e confronto con tutti coloro i quali abbiano voglia di crescere, maturare e imparare insieme agli altri. Per Agostino Diaco il nome attribuito non è stato un caso, ma una scelta sensata <>. Infine l’invito ai giovani di partecipare attivamente a quest’esperienza, perché <<è un emozione da vivere”. Davide Tavernise, invece, ha fatto notare che “Casa Santa Chiara è il luogo in cui ognuno può entrare e aprire la propria mente e il proprio cuore. È una casa comune dove poter vivere momenti di quotidianità seguendo la strada tracciata da Cristo Gesù nel segno della fede, della condivisione e del rispetto reciproco. È un posto dove non esistono ruoli o differenze sociali ma dove tutti hanno la possibilità di sentirsi fratelli e sorelle in uno spazio che è di tutti. Una semplice cena o la visione di un film o persino la discussione collettiva diventano un percorso da svolgere insieme a persone conosciute, ma anche sconosciute fino a un minuto prima”. Antonio Iapichino
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