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Rossano (Cosenza) - Tonino l'invisibile


di LETIZIA GUAGLIARDI - “Ah… se potessi diventare invisibile…”. Dì la verità, non l’hai desiderato, in qualche occasione? Io ogni tanto sì, ma finora non lo sono mai diventata. Invece Tonino una mattina, siccome non è preparato per l’interrogazione, esprime il desiderio di diventare invisibile. Entra  in classe, la maestra fa l’appello, lui risponde ma nessuno lo sente. Allora capisce che il suo desiderio si è realizzato e comincia a fare i dispetti.

  Esce dalla scuola e sale su un pullman (senza pagare il biglietto), entra in una pasticceria e si rimpinza di dolci (e nemmeno stavolta paga).

  Poi se ne va a zonzo. A quel punto si rende conto che essere diventato invisibile non è così divertente come l’aveva immaginato: vede i suoi compagni ridere e giocare e lui non può unirsi a loro.

  Torna a casa, i suoi genitori sono in ansia e lui è lì ma non può comunicare con loro. Insomma… è disperato. Ritorna in strada e vede un anziano seduto su una panchina. A differenza degli altri, lui riesce a vederlo e gli rivela anche che lo guarda tutti i giorni ma che nessuno si accorge di lui. Per gli altri, dice il vecchietto a Tonino, lui è come l’uomo invisibile.

In quel momento sua madre si affaccia dalla finestra, lo vede e gli dice di tornare a casa immediatamente. Tonino è ritornato visibile e abbraccia felice l’anziano. Poi lo ringrazia perché, dice, gli ha salvato la vita.

Questa è la storia che ho letto lo scorso giovedi, in occasione della manifestazione “Libriamoci 2019”, ai bambini della scuola elementare “A. Amarelli” di Rossano. È un bel racconto, scritto da Gianni Rodari (“Le avventure di Tonino l’invisibile”) che, come tutte le storie per bambini, ben si adatta anche a noi adulti. Tre gli spunti su cui abbiamo riflettuto io e i bambini (dopo la lettura è iniziato il laboratorio di scrittura creativa “Io scrivo con letizia”):

1. I problemi non vanno evitati ma affrontati;

2. sarebbe bello essere invisibili… ma per poco tempo;

3. ci sono tante persone intorno a noi che è come se fossero invisibili: nessuno sembra riconoscere i loro diritti.

Oggi, che siamo sempre più interconnessi, paradossalmente è ancora più facile sentirsi invisibili. La mancanza di relazioni offline può far diventare invisibili. La solitudine può far diventare invisibili agli occhi degli altri. Il dolore può far diventare invisibili a se stessi. Molte persone si sentono invisibili: sentono di non aver niente di interessante di cui parlare, niente da condividere, nessuno scopo per cui vivere.

Tonino è stato fortunato perché la sua invisibilità non è durata neanche un giorno e forse l’anziano lo è stato altrettanto perché (immagino) da ora in poi il bambino si fermerà a parlargli, a sorridergli e ad ascoltarlo.

Quanti invisibili, oggi, avranno questa opportunità?

 


di Letizia Guagliardi | 20/11/2019

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