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Cosenza (Cosenza) - Il Consiglio comunale approva il Rendiconto di gestione


Un minuto di raccoglimento, sollecitato all'aula dal consigliere Vincenzo Granata, per il giornalista e direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, scomparso nei giorni scorsi. Comincia così il Consiglio comunale di Cosenza, presieduto da Pierluigi Caputo, che ha approvato il Rendiconto della Gestione relativo all'esercizio finanziario 2018. Disco verde al termine di un partecipato dibattito,  con 19 voti favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti (Ambrogio, Cipparrone e Malizia). Di un'altra pratica di natura finanziaria - quella sul riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio ch derivano da pagamenti effettuati dal tesoriere comunale nel 2018, a seguito di azioni esecutive derivanti da sentenze - viene invece votato il rinvio, su richiesta del consigliere Carmelo Salerno, per consentire l'approfondimento richiesto dal collegio dei revisori.

Sul rendiconto relaziona il dirigente del settore programmazione finanziaria Giuseppe Nardi che richiama “il conto consuntivo deliberato dalla Giunta, che dà conto dell’attività gestionale compiuta nell’esercizio trascorso, ed è stato redatto nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica così come attestato nella relazione dei revisori”. Nardi parla di un avanzo di amministrazione di 65 milioni circa e di un disavanzo non contabile determinato dai vincoli. “Tale disavanzo  - afferma - viene spalmato in 30 annualità, dal 2015 al 2044, con un importo annuo da iscrivere in bilancio di circa 3 milioni di euro. Il rendiconto non solo rispetta l'ammortamento annuale ma è migliorativo di circa 43mila euro. Il quadro generale evidenzia un avanzo di competenza di 26 milioni e di cassa di 500mila euro, garantendo il rispetto degli equilibri di parte corrente e di parte capitale”.   Il dirigente del settore programmazione finanziaria  sotolinea poi come sia previsto un accantonamento per crediti di dubbi esigibilità di circa 80 milioni e come si sia proceduto ad eliminare circa 24 milioni di euro di residui attivi per il venir meno delle ragioni giuridiche del loro mantenimento. Un accantonamento riguarda anche  i debiti fuori bilancio e altre passività per oltre 9 milioni di euro.  Ulteriore passaggio della relazione tecnica è dedicato agli ingenti crediti che vanta il Comune, portando ad esempio le somme anticipate e rendicontate alla Regione Calabria per le quali non ci sono stati incameri significativi, oppure il credito iva e le somme anticipate per la gestione degli uffici giudiziari. Nardi infine sottolinea come “si è garantito il rispetto della copertura minima dei servizi a domanda individuale”.

Aumento dei servizi offerti e politica fiscale equa, nonostante negli anni delle sue consiliature il Comune di Cosenza abbia subito il 50% del taglio dei trasferimenti statali.  Rivendica con giusto orgoglio questo risultato il Sindaco Mario Occhiuto, che ha trattenuto la delega al bilancio, nel suo intervento. “Nonostante i tagli – afferma – la qualità dei servizi risulta migliorata e in controtendenza”. Il primo cittadino parla dunque di una gestione oculata, con la quale far fronte alla crisi strutturale che gli enti stanno vivendo, grazie ad una generale riduzione della spesa,  e di comportamento ispirato alla prudenzialità volendo fare  riferimento all'iscrizione in bilancio solo di una parte delle somme derivanti da accertamenti tributari. Sulla mole debitoria, “il trend è in netta diminuzione, 50 milioni di residui passivi.  Il dato di riferimento del 2011  - ricorda - era superiore ai 160 milioni di euro. In questo esercizio, per ridurre i tempi medi di pagamento abbiamo fatto fronte al 65% dei debiti maturati nell’anno. Occhiuto tocca poi alcuni punti evidenziati dai revisori: il ricorso all'anticipazione di tesoreria del quale dice “è elemento di criticità che riguarda tutti gli enti locali”; il ritardo nel versamento dei contributi, “fisiologico perché dovuto a dinamiche di cassa; l'Amaco, che “nel contesto italiano del trasporto pubblico che evidenzia una forte crisi, è in controtendenza, con un risultato di blancio che evidenzia segnali di risanamento; sulla riscossione dei tributi, “sono state emesse tutte le liste di carico del 2018. Rispetto a una previsione di 11 milioni e 700mila euro, per evidenti scelte prudenziali ne abiamo iscritti in bilancio solo poco più di 4 milioni; infine, sui debiti fuori bilancio ricorda “ne abbiamo riconosciuti per oltre 7 milioni di euro e  tutti precedenti al mio mandato. Il futuro riconoscimento troverà piena copertura senza creare problemi agli equilibri di bilancio”.

Il dibatitto è stato aperto dal presidente della commissione bilancio Giuseppe d'ppolito che ha evidenziato il lavoro puntuale della commissione, “l'azione portata avanti è molto prudenziale, le spese sono gestite in maniera attenta e oculata”.

Portavoce dei consiglieri di opposizione è Bianca Rende che porta a confonto i rendiconti 2017 e 2018 “per capire come la situazione è peggiorata, con una perdita di esercizio che passa da 12 a oltre 33 milioni di euro”. Quella della consigliera del PD è una disamina dei rilievi dei revisori, partendo dalle “gravi irregolarità fiscali (iva, contributi, inps) alle quali si è provveduto con ravvedimento operoso. L'anticipazione di cassa – continua - è altro argomento molto critico perché arrivata a quasi 28 milioni di euro a causa di un netto peggioramento della liquidità dell’ente. C'è una evidente difficoltà ad esigere la tassazione locale”. Qui Bianca Rende interviene su Municipia, la società che gestisce la riscossione dei tributi comunali, per dire che percepisce “una maggiore percentuale sul pagamento volontario e non su quello coattivo, quindi non può esserci nessuna volontà dell’azienda a lavorare sul coattivo. Registriamo invece l'aumento esponenziale di cartelle annullate e percentuali basse di riscossione”. Per l'Amaco, la Rende parla di “grande buco nero.  A soffrire sono i lavoratori, da nove mesi il quinto  della cessione non viene riversato alle finanziarie, mettendo tante famiglie nella condizione di non poter accedere a forme di finanziamento. Chiediamo  un  maggiore controllo”. Infine sulle alienazioni immobiliari, Rende  sostiene che “l'80% dei lavori pubblici viene finanziato con le alienazioni, alle quali sono affidate tutte le speranze di grandezza di questa Amministrazione. Questo non è allarmismo – conclude – ma serietà”.

Per Marco Ambrogio “si preferisce più criticare che proporre. A noi interessa la  proposta politica. Sarebbe paradossale parlare di bilancio consuntivo senza guardare alle realtà globali del nostro paese. Oggi ogni Comune è sotto l'occhio vigile del governo centrale, soggetti a vincoli di bilancio che danno poco respiro”.  Ambrogio rassicura sulle somme dei lavoratori Amaco “che – afferma – disattesi i trasferimenti della Regione, saranno versate entro pochi giorni”. L'invito deòl consigliere Ambrogio è a  “parlare di bilancio sociale. Tanto è stato fatto dal punto di vista strutturale e chi verrà dovrà solo dare seguito alle opere messe in cantiere. Non dico che sia stato fatto poco sul sociale ma  tanto deve essere ancora fatto. Sono certo che il Sindaco saprà cogliere questa sollecitazione e nel prossimo bilancio si darà più spazio alle necessità dei meno abbienti”.

Sul welfare torna anche la consigliera Annalisa Apicella per la quale “bisogna fare chiarezza, perché evidentemente la città non sa quello che si spende sul welfare. Dati alla mano: per l'emergenza abitativa certifichiamo una spesa di 400mila euro che nelle previsioni 2019 diventano 700mila. Non so quanti altri enti di città delle stesse dimensioni  facciano lo stesso. Per il sostegno alla disabilità, 582mila euro di fondi comunali; 248mila euro per assistenza domiciliare, a integrazione delle somme regionali. C’è evidentemente un bilancio del welfare e c’è un bilancio per le manifestazioni che sono occasioni di marketing territoriale, di implementazione del turismo, sul quale la città sta registrando una forte crescita”. Riguardo alla relazione dei revisori, la consigliera Apicella invita a prenderla quale occasione di riflessione, evidenziando che sulle irregolarità del versamento dei contributi, “sfido a trovare un ente che abbia il Durc a posto”. Sull'anticipazione di tesoreria, “sono contenta che la città si muova e che acquisisca nuove opere al patrimonio pubblico. Meglio questo che formare debiti fuori bilancio senza aver migliorato nulla”. Infine, esprime apprezzamento per il lavoro dei consiglieri, con una sola nota di disagio rispetto  al riferimento dei revisori alle responsabilità del consiglio comunale sui debiti fuori bilancio. “Nessuna pratica è arrivata all’attenzione del Consiglio – afferma - e se entriamo nel merito della commissione bilancio, della quale non faccio parte, posso dire che quando  vi ho partecipato ho visto i suoi componenti richiedere la procedura per l'istruttoria di queste pratiche. Su questo punto la relazione non ha tenuto nella giusta considerazione tutte le carte”.

Carmelo Salerno si discosta dalla relazione dei revisori dei conti per esprimere valutazioni politiche ma pur sempre basate sui dati oggettivi che sono i numeri del bilancio. “Penso che il Sindaco – afferma - ha realizzato un lavoro importante anche in tema di bilancio. Le pratiche sono redatte secondo criteri di legalità e di assoluta trasparenza, così come di assoluta prudenza. Questi sono i dati politici che emergono.    Accanto vanno dati anche i numeri. In questi anni i trasferimenti si sono ridotti del 50%, un Comune che riesce a far fronte a questa situazione     garantendo servizi più ampi e consistenti ed ampliando la spesa del 15%, significa che è un Comune virtuoso. Un altro plauso va alla riduzione delle spese correnti, che significa un Comune che risparmia. Non mi sottraggo al  tema dei debiti fuori bilancio, sui quali Covelli e Rende ci hanno dato colpe, allora dirò  che nella consiliatura precedente abbiamo approvato debiti per 8 milioni di euro, sanandoli, abbiamo fatto  un lavoro a tutela dei cittadini, del Comune e della nostra responsabilità, abbiamo nominato una commissione speciale per la valutazione dei debiti fuori bilancio,  abbiamo valutato le singole pratiche escludendo circa 700mila euro di debiti. Il consigliere comunale non ha alcun compito nella fase di individuazione del debito fuori bilancio, sono gli uffici che li contraggono  e che devono fare la ricognizione. A noi compete la capacità critica sui debiti fuori bilancio e far capire ai dirigenti che il debito ha un vulnus all’origine, quindi esortiamo a ridurre la genesi dei debiti fuori bilancio”. “La vera rivoluzione è culturale – conclude Salerno - si è passati da un'impostazione del governo della cosa pubblica come esercizio del potere all’impostazione di adempimento di un dovere civico”. 

 


di Redazione | 18/05/2019

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