di LETIZIA GUAGLIARDI - L’inferno dei viventi" non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facilmente a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare di sapere riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. (Italo Calvino)
Tengo sempre a mente queste parole e cerco di impegnarmi per metterle in pratica, visto che ci credo fermamente.
Martedi 9 aprile sono stata invitata ad assistere allo spettacolo teatrale “Natale in casa Cupiello” e ci sono andata molto volentieri, naturalmente. Il mio amore per il teatro è noto, ma questa volta c’è stato qualcosa in più.
Il teatro è all’interno della Casa di Reclusione di Rossano e gli attori sono i detenuti di Alta Sicurezza. Molti di loro li conosco, perché sono stati miei studenti quando insegnavo nella scuola che c’è nello stesso istituto (l’Itis “E. Majorana”) e perché con loro ho realizzato alcuni spettacoli.
Vederli sul palco e recitare un’opera non facile e arcinota è stato molto emozionante. La loro bravura non è stata una sorpresa per me, certo, piuttosto mi ha confermato ancora una volta quanto fa bene fare teatro. Riconoscere le proprie emozioni e trasmetterle al pubblico, mettersi alla prova e superare limiti e barriere (visibili e invisibili) e avere il coraggio di entrare anche nelle vesti e nelle personalità femminili è stata una miscela esplosiva che ci ha fatto ridere, riflettere, partecipare con entusiasmo.
Sono contenta che alcuni alunni della nostra scuola (della 2 A I), accompagnati dalla prof.ssa Maria Rosaria Sapia, abbiano potuto vedere di persona che l’arte e la creatività non dipendono da niente e da nessuno, sono libere, anche in un luogo dove non si è liberi.
E sono felice perché il regista dello spettacolo e la sua spalla destra – Nicola Nastasi e Adriana Caruso – anche stavolta hanno saputo riconoscere…Chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 17/04/2019
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