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Cosenza (Cosenza) - Cerimonia di accoglienza per l’inizio del nuovo anno scolastico alla Zumbini di Cosenza


di PAOLA PERRI -  Si è appena conclusa la prima settimana del nuovo anno scolastico 2018-19: start lo scorso lunedì 17 settembre anche per le scuole cosentine. Lavoro di mesi quello di Amministrazione comunale, personale della scuola e dirigenti per programmare l’offerta formativa e di servizi rivolti alle migliaia di studenti della città. Sempre alta l’aspettativa dei genitori, motivo di apprensione e soggetto ogni anno di qualche tensione nonostante la tanto agognata quanto necessaria alleanza educativa scuola-famiglia, decisiva in questo tempo.

Componente principale della comunità educativa, che i ragazzi devono avere nei propri territori a sostegno delle loro crescita e formazione, la scuola cosentina come intende affrontare le sfide formative di una generazione dai mille stimoli e dalle sfide educative complesse e a volte difficili?

Siamo andati presso la Scuola “Zumbini” di Via Misasi (ex Via Roma), dove strumenti e musica, al posto della campanella, hanno dato il “la” alla cerimonia di accoglienza di nuovi iscritti e apertura del nuovo anno scolastico.

Davvero in tanti, quest’anno, ad aver scelto questa scuola che si avvia alla linea di partenza con ben 14 sezioni di prima (secondaria di 1°grado): gremito infatti di genitori e alunni, di  zaini colorati, attese e nuovi incontri, il piazzale antistante l’edificio scolastico.

Senso delle Istituzioni e accoglienza attenta a ragazzi e famiglie (genitori, nonni e zii ansiosi e curiosi per questo nuovo inizio) scanditi dalle note dell’Inno di Mameli nell’esecuzione degli insegnanti di strumento musicale della scuola insieme ad alcuni insegnanti del Liceo Musicale Lucrezia della Valle, con cui esiste uno scambio ormai consolidato.

Così tra applausi, benvenuto della dirigente (dott.ssa Marietta Iusi) e saluti istituzionali (presenti il sindaco Mario Occhiuto, il vicesindaco Jole Santelli e il dirigente tecnico dell’USR Calabria Roberto Santagata), in tantissimi si sono riversati anche sulla piccola isola pedonale che proprio lunedì è stata riaperta, rinnovata e riattrezzata, e sulla quale si affacciano la secondaria di 1°grado Zumbini appunto (sede anche degli uffici amministrativi e Presidenza dell’IC “Zumbini”) e la scuola primaria Plastina Pizzuti dell’IC “Spirito Santo”.

Lo slargo sarà restituito alla città con cerimonia ufficiale di intitolazione a Stefano Rodotà.    

Dotata di riquadri colorati e a pavimentazione antinfortunistica, la piccola piazza ospiterà gli alunni (e non solo) che potranno fare attività e con tranquillità sostare al riparo dal flusso automobilistico.

Futuro, qualità, felicità, crescita in pienezza e alleanza scuola-famiglie nelle parole della dirigente Marietta Iusi, che punta a un’ offerta multidisciplinare orientata alla qualità ma valorizzando la dimensione della scelta e del potenziamento di ciò che davvero serve ad ogni singolo studente, valorizzando le proprie peculiarità personali senza sovraccarichi inutili di attività non finalizzate ad una reale crescita non solo di competenze ma di vita, che per la Preside dev’essere ricerca della felicità.

Intervista al dirigente scolastico Marietta Iusi

Dirigente, la Zumbini quest’anno ha avuto un boom di iscrizioni per la qualità della sua offerta formativa…:

“La dirigente ragiona come mamma oltre alla specializzazione che è poi quella di organizzare un sistema.

I figli devono essere sostenuti nelle loro attitudini, nelle loro passioni, perché ogni bambino ha qualcosa che gli piace di più.

E noi quello che gli piace glielo dobbiamo far fare. Lo dobbiamo aiutare con la costruzione delle competenze per farlo meglio.

Poi dobbiamo intervenire a sostenerlo  in quelle che sono le sue lacune, le sue difficoltà per metterlo al pari con chi difficoltà non ne ha.

Così come dobbiamo dare di più a chi ha qualcosa di più proprio per non fare disparità di trattamento.”

“Attenzione all’individualità, quindi, e valorizzazione delle diversità di ognuno…”

Offerta personalizzata perché ogni bambino è un bambino unico quindi il dialogo tra genitori e docenti è fondamentale perché noi non lavoriamo l’uno contro l’altro.

I genitori devono capire che lavoriamo per i “nostri” figli, quindi lo scontro non avrebbe senso perché il nostro lavoro è capire questo bambino di che cosa ha bisogno , che cosa gli piace fare.

Sebbene poi ogni genitore decida per il proprio figlio.”

Aggiunge poi  parlando ad ogni genitore:

“Io voglio il bene di tuo figlio. Mi hai dato la fiducia iscrivendolo qui, quindi vuol dire che accordi fiducia e approvi l’operato di questa scuola.

Io non ho motivi per obbligare una cosa o non dare un’altra”

E invita tutti i genitori all’apertura, alla collaborazione e al sereno dialogo: “dal dialogo costruttivo nascono cose grandi e si formano persone belle

E conclude: “noi diamo pari opportunità a tutti”.

Svariati sono i progetti multidisciplinari per il prossimo anno didattico, che chiamano però, ci tiene a sottolineare la Preside Iusi, ad una scelta, secondo le inclinazioni di ogni singolo allievo e ad una attenzione alle sue aspirazioni.

Offrire tanto non significa fare tutto, in altre parole.

Potenziamento delle eccellenze, certificazioni di lingua straniera, supporto delle lacune e tanta programmazione dietro quei cartelli all’ingresso dell’edificio che descrivono l’impegno progettuale della scuola a sostegno della qualità dell’istruzione e della formazione di coscienza civica prima che di studenti intesi come accumulatori nozionistici.

Ma soprattutto della visione che è vicina a quell’educare che “tira fuori”, capace di “far crescere l’altro come sognato”, “ sapendolo guardare come oggi non è”.

            E in qualche modo ritorna in senso ampio il concetto di bellezza, di futuro e crescita sostenibile nelle parole del sindaco di Cosenza, arch.Mario Occhiuto, al quale abbiamo chiesto la sua visione dell’importanza della scuola nella costruzione della comunità educativa e della crescita, non solo strutturale, di una città come Cosenza.

Intervista al sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto: 

 “Sindaco parte questo nuovo anno didattico: Cosenza è una città sostenibile e in crescita con bisogno di infrastrutture sociali; la scuola è un veicolo prioritario., con un lavoro che è dentro ma come vediamo anche fuori dalle scuole….”

“Cosenza è un città non perfetta, ma è una città che migliora di anno in anno sulla quale stiamo lavorando per raggiungere percorsi  di crescita sostenibile del territorio dal punto di vista complessivo.

Non soltanto per quello che riguarda la riqualificazione fisica della città ma anche per quello che riguarda la partecipazione attiva dei cittadini ma anche dei ragazzi e degli studenti che sono all’interno della scuola.

Quest’anno è iniziato il nuovo anno con tutti i servizi attivi:

pre e post scuola, mensa già funzionante, il servizio per assistenza ragazzi con disabilità con servizi di trasporto a carico del Comune. Abbiamo attivato tutta una serie di collaborazioni con i dirigenti scolastici e con associazioni varie perché puntiamo molto su una città che dev’essere non solo a misura di bambino ma abbia come punto cardine i giovani e il FUTURO.

La sostenibilità è un principio altruistico”- afferma Occhiuto- “per cui tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa.

Non è facile perché ci sono cattive abitudini consolidate.

All’interno della scuola troviamo i nostri migliori alleati che sono appunto i ragazzi che capiscono che bisogna aspirare ad un mondo migliore, anche rinunciando a qualche cosa.

Ad esempio rinunciare alla comodità di una raccolta rifiuti non attenta al riciclo, Cosenza ha a raccolta differenziata, rinunciare a prendere l’auto in città quando non è assolutamente necessario perché l’auto inquina creando traffico e causa di tante malattie: in Italia nel 2017 sono stati 91000 i morti da cause collegate ad inquinamento atmosferico.

Una città quindi dove c’è una solidarietà più ampia, dove tutti partecipano ad un obiettivo comune, dove tutti sono coprotagonisti anche rispetto ad un progetto di futuro più sostenibile che riguarda le nuove generazioni.

Questo è quello che noi stiamo cercando di far capre; non è facile perché negli ultimi decenni le città sono cresciute con criteri soprattutto di tipo speculativo alimentando quelle esigenze egoistiche delle persone.

Quindi oggi bisogna tornare indietro e contrastare queste cattive abitudini che sono ancora radicate. Però ci proviamo e devo dire che gli sforzi sono notevoli ma anche i risultati sono abbastanza buoni”

Lei ha uno staff forte, in particolare l’assessora Spadafora Lanzino, che è donna di scuola e donna del sociale e che davvero lavora per questa comunità educativa e per  le famiglie, altro punto con cui bisogna fare i conti per allacciare e coltivare dei rapporti costruttivi. Cosa augura, anzi, cosa sogna il sindaco per le famiglie e i ragazzi cosentini, futuri amministratori

“Io aspiro ad una città migliore, che sia il risultato delle migliori virtù delle persone e soprattutto dei bambini che sono quelli che hanno a cuore le cose più belle che possono esserci nella vita, quindi se una città riesce a rispondere a queste che sono le migliori aspirazioni e virtù degli uomini allora diventa una città bella, una città vivibile, una città dove la qualità della vita è alta.

Se invece è oggetto delle peggiori situazioni e sentimenti degli uomini allora diventa un città invivibile, dove c’è in atto la speculazione, dove le persone vivono in quartieri emarginati, dove non c’è bellezza, non si è circondati da queste idee, da questi principi quindi alla fine…le città sono costruite dagli uomini e se sono belle vuol dire che gli uomini hanno aspirazioni, a criteri di bellezza e di bontà che vengono recepiti.

Viceversa possono essere sopraffatte dai peggiori sentimenti degli uomini e diventano città dove tutto è possibile”.

Il concetto di bellezza (non solo materiale) da accostare alle situazioni di marginalità, in questo caso di dispersione, in quei quartieri e contesti in cui la sofferenza è più accentuata. In quelle periferie esistenziali che devono essere priorità per le Amministrazioni…

“Bisogna ricercare la bellezza soprattutto in quei luoghi più abbandonati, più marginali.

Soprattutto in quelli perché si nasconde sempre fortunatamente la possibilità di rinascita, di rigenerazione urbana.

Difficile perché questi luoghi sono quelli costruiti negli ultimi sessant’anni con criteri negativi non di  crescita della città, ma solo di tipo utilitaristico, non ispirati a sentimenti più veri e alti.

Però anche in questo si può riuscire.

Abbiamo tanti processi di rigenerazione urbana: stiamo agendo anche su alcune arterie che erano molto marginali, esistono in tutte le città, quartieri dove ci sono pericolo sociale e urbano, dove le persone vivono in condizioni degradate e che hanno anche prospettive più difficili di inclusione sociale.

Ecco, noi stiamo lavorando cercando di cambiare completamente alcune situazioni.

Ovviamente è una strada molto lunga e difficile perché deve riparare a decenni di costruzioni, nel  senso complessivo, sbagliate e criteri urbanistici sbagliati di sviluppo la città.

Però Cosenza anche da questo punto di vista è una città che ha una sua capacità di crescita, di trasformazione che è abbastanza elevata e che nei prossimi anni secondo me stravolgerà il senso comune delle città in questi quartieri”.

Il sindaco ha poi proseguito il suo “primo giorno di scuola” visitando l’IC “Spirito Santo” (il cui è Preside Massimo Ciglio, già da lui menzionato e ringraziato  durante il suo saluto a via Misasi); mentre i ragazzi, prima dell’ingresso nella nuova scuola e nei corridoi di un nuovo percorso formativo, sono stati invitati a mettere il proprio nome sul tableau delle firme delle prime classi, “Dritti al futuro”, di valore fortemente simbolico, ad evocare la chiamata ad esserci per scrivere la propria e la collettiva pagina di futuro.

( E “Noi dritti al futuro” è proprio un Progetto PON della scuola).

 Buon cammino a tutta la scuola cosentina, perchè sia componente fattiva di quell’ educazione bene comune che parla ed accompagna le strade dell’anima alla sovranità del sé e di cittadini; perchè “nessun bambino (così come nessun sogno di futuro di una collettività) è perduto se c’è un insegnante che crede in lui”.


di Redazione | 24/09/2018

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