di LETIZIA GUAGLIARDI - Gli abitanti del luogo usarono verso di noi una gentilezza non comune, perchè accesero un gran fuoco e accolsero tutti per la pioggia e per il freddo. L’apostolo Paolo è sorpreso dall’accoglienza dei Maltesi quando fa naufragio sulla spiaggia di Malta e ricorda la loro gentilezza in Atti 28:2.
Io non ho fatto naufragio ma approfitto delle parole di Paolo per ricordare la mia recente esperienza come commissario esterno agli Esami di Stato nell’Istituto Alberghiero e Agrario “Mancini-Tommasi” di Cosenza (della Dirigente Graziella Cammalleri).
Gli abitanti del luogo, cioè della scuola (colleghi, vicepreside, personale di segreteria, addetti di cucina e sala/bar, collaboratori) mi hanno accolta con la stessa gentilezza non comune che aveva colpito Paolo. Non hanno acceso un gran fuoco, naturalmente, ma hanno acceso i fuochi… dei fornelli!
Ogni mattina, appena arrivata, colazione a scelta nel bar all’interno della scuola (caffè, cappuccino, succhi di frutta, croissants, torte e crostate…) A pranzo, nella sala ristorante (è un Istituto Alberghiero), un menu vario e abbondante… ogni giorno.
E fin qui, si potrebbe obiettare: si tratta di accoglienza e di ospitalità. Oltretutto in una scuola alberghiera, avvantaggiata da questo punto di vista.
Ma vorrei allargare il concetto di gentilezza, molto più ampio, che comprende altre parole e altrettanti gesti: cura e attenzione per l’altro, collaborazione, condivisione, empatia. Tutto ciò ha creato un clima sereno e rilassato, pieno di energia positiva, che ci ha fatto lavorare con tranquillità e armonia. Un circolo virtuoso che ha consentito anche ai candidati di dare il meglio di sè.
Quante possibilità abbiamo, ogni giorno, di compiere e di ricevere piccoli atti di gentilezza?
Tanti. Di alcuni ce ne rendiamo conto, di molti no perchè si compiono spontaneamente, perchè è giusto fare così.
È anche vero, però, che la gentilezza è sempre più sopraffatta da rabbia, violenza, scortesia, prepotenza… perchè molti pensano di essere più forti, in questo modo, e di ottenere quello che vogliono. Io, al contrario, credo che la forza consista proprio nell’essere gentili. Fa bene a noi, fa bene agli altri, fa bene al nostro vivere civile.
La gentilezza – verso le persone, gli animali e l’ambiente – deve diventare, quindi, un’abitudine. Si può imparare, cominciando a prenderci cura di noi stessi. Più ci si allena più diventa naturale. E i benefici sono assicurati.
Un solo atto di gentilezza mette le radici in tutte le direzioni, e le radici nascono e fanno nuovi alberi
A pronunciare queste parole è stata Amelia Earhart, aviatrice statunitense morta nel 1937. Oggi – come allora – il mondo ha bisogno di tanti, nuovi alberi.
Chissà quanti atti di gentilezza potremo dare e ricevere oggi…
Buona giornata!
di Letizia Guagliardi | 18/07/2018
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